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Brescia
di REDAZIONE ONLINE 22 apr 2016 00:00

Le indicazioni per la medicina di base del futuro prossimo

Medici disponibili 16 ore al giorno, sette giorni su sette e altre novità in un accordo sottoscritto nei giorni scorsi

Medici disponibili 16 ore al giorno, sette giorni su sette. Ambulatori in cui medici, specialisti, infermieri, ostetriche, tecnici e riabilitatori offrono cure a tutto tondo. A regime, prenotazioni di visite ed esami e ticket pagati direttamente dall’ambulatorio del medico. Liste d’attesa sfoltite grazie a percorsi diagnostico-terapeutici in cui il malato cronico, il paziente per eccellenza sul territorio, si vede garantire certezza di tempi e prestazioni.

Non è si tratta di un'ipotesi fantascientifica, ma delle indicazioni contenute nell’atto di indirizzo per la medicina convenzionata approvato nei giorni scorsi dal Comitato di settore-sanità delle Regioni, presieduto dall’assessore alle Finanze della Lombardia Massimo Garavaglia. Il testo è la base per la nuova Convenzione della medicina generale, che dovrà mettere nero su bianco regole in buona parte anticipate nel 2012, quando la “legge Balduzzi” (la 189/2012) ridisegnò le cure primarie.

Snodo di questa nuova articolazione della medicina generale saranno le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), destinate a servire bacini di utenza di un massimo di 30mila abitanti, in cui entreranno a fare parte medici di famiglia, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali. La regola è offrire continuità assistenziale “h16”, e cioè dalle 8 alle 20 nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì, con l’integrazione tra le 20 e le 24 delle ex guardie mediche. Che copriranno anche il sabato e i festivi, questa volta dalle 8 di mattina alle 8 di sera. Dalle 24 alle 8 di mattina, l’assistenza sarà invece delegata al servizio di emergenza 118. La continuità non è solo un fatto di ore “coperte”: a regime, sulla base dei dati epidemiologici, i distretti - che sono il terminale dell’Asl sul territorio - programmeranno i percorsi diagnostico-terapeutici ottimali per le malattie croniche più diffuse. Ogni paziente diabetico, per fare un esempio, sarà inserito in un iter che, a partire dalla Aft, lo introdurrà ai servizi offerti dai poliambulatori multispecialistici (le Uccp) o ai centri diagnostici più appropriati sul territorio. Realtà che in qualche regione già esistono ma che sono ancora “a macchia di leopardo” sul territorio nazionale. Almeno in teoria, non saremo più costretti ad andare a caccia della prestazione con la ricetta rossa del medico in mano e la prospettiva di lunghe code ai Cup, ma saremo inseriti in percorsi virtuosi, per la salute e per i costi. Brescia, come afferma Germano Bettoncelli, medico di famiglia e membro del consiglio direttivo dell’ordine dei medici, spiegando i contenuti e la novità della proposta, non mancano le sperimentazioni che vanno nella direzione indicata nell’atto sottoscritto nei giorni scorsi.
REDAZIONE ONLINE 22 apr 2016 00:00