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Brescia
25 mar 2016 00:00

Legambiente: Il Governo stanzi i fondi per bonificare il Sin Caffaro

"Un anno fa il Ministero dell'Ambiente aveva promesso 50 milioni di euro per il Sito d'interesse nazionale della ex Caffaro di Brescia. Nell'ultima legge di stabilità non si vede nemmeno un euro mentre sono stati stanziati fondi per altre aree inquinate". Leggi le richieste di Legambiente Brescia che sollecita un maggiore impegno da parte dei parlamentari bresciani e invita il Comune e la Regione a cercare di reperire nuove risorse, attingendo a bandi europei e ai contributi privati

"Un anno fa il Ministero dell'Ambiente aveva promesso 50 milioni di euro per il Sito d'interesse nazionale della ex Caffaro di Brescia. Nell'ultima legge di stabilità non si vede nemmeno un euro mentre sono stati stanziati fondi per altre aree inquinate, tra le quali la terra dei fuochi in Campania. Da ultimo, è sempre più concreto il rischio che la barriera idraulica a parziale difesa della falda sotto il sedime industriale Caffaro manchi di copertura finanziaria a partire dal prossimo anno. Sorprende un impegno così scarsamente efficace da parte dei parlamentari bresciani di maggioranza nel tentare di disinnescare la bomba ecologica in città.

Negli anni diversi studi hanno dimostrato che l'inquinamento del sito da diossine, PCB, arsenico, mercurio e altri agenti tossico-nocivi nei terreni e nella falda acquifera, ha un impatto devastante sulla salute e sulla spesa sanitaria. In Lombardia sono stati spesi più di 300 milioni per le bonifiche dei siti industriali ma per la Caffaro siamo a soli 13 milioni di euro, fra quelli stanziati e quelli effettivamente spesi. Una cifra ridicola rispetto al danno ambientale stimato dallo stesso Ministero dell'Ambiente e che si aggira intorno a 1,5 miliardi di euro. Occorre prendere di petto la situazione e bonificare buona parte dell'area, non solo fazzoletti di terreno come fatto in questi 15 anni. È un investimento sul futuro che altrimenti si farà pagare alle prossime generazioni, anche in termini di costi sanitari. Già oggi esistono studi, come il Progetto Sentieri, che mettono in correlazione i tassi “anomali” di alcuni tumori (mammella, tiroide, melanoma) e la presenza degli inquinanti.

L'amministrazione comunale della Loggia, che recentemente si è costituita parte civile nella causa contro i vertici della Snia-Caffaro che a metà anni duemila scorporarono la società, continua a dichiararsi fiduciosa. In mancanza di fondi governativi, la speranza non fa avanzare le bonifiche, occorre cercare altrove le risorse, come chiediamo da anni.
Potenziare la raccolta di risorse pubbliche per le bonifiche. Comune e Regione devono al più presto definire e comunicare ai cittadini qual è la loro strategia per il reperimento di ulteriori risorse statali o comunitarie. Il Comune ha previsto una task force dedicata alla raccolta dei fondi e a ricorrere ai bandi europei?

Sollecitare il coinvolgimento di progetti e capitali privati per la bonifica delle aree private. Sono private la stragrande maggioranza delle aree contaminate, ma la loro bonifica è ancora meno definita di quella delle aree pubbliche. Comune e Regione possono e devono fare tanto. Per esempio, il Comune potrebbe bandire un concorso di idee per la riqualificazione e prevedere meccanismi di compensazione urbanistica a sostegno delle ipotesi migliori. La Regione potrebbe attivarsi come garante per la concessione di contributi o finanziamenti bancari agevolati per la bonifica delle piccole proprietà private. Un piano strategico per la riqualificazione urbanistica ed economica delle aree contaminate. Solo con una ben congegnata strategia di trasformazione urbanistica ed eco-compatibile si possono catalizzare le risorse necessarie per effettuare le bonifiche. Occorre subito mobilitare le migliori idee ed energie, locali, nazionali ed internazionali. Noi crediamo che anche i bambini bresciani abbiano diritto di vivere in un ambiente sano e non faremo mancare il nostro impegno e il nostro contributo".
25 mar 2016 00:00