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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 14 dic 2017 08:39

Bulloni 2017: storie "giovani" di bontà

Domani alle 18 in San Barnaba la consegna dei premi legati alla figura del primo prefetto della città dopo la liberazione dal nazifascismo. Il riconoscimento principale è andato a Serafina Medaglia e Tiziana Bonomi, cofondatrici nel 1991 della cooperativa "Il Mosaico" di Lumezzane. Dal mondo della scuola due storie significative che aprono alla speranza

Domani alle 18, nell’auditorium S. Barnaba, torna il tradizionale appuntamento della consegna del Premio Bulloni, momenti in cui la città riconosce e “certifica” che la bontà e la dedizione al prossimo, declinate in modi sempre nuovi e originali, sono virtù ancora ampiamente praticate nel Bresciano.

“L’esame delle segnalazioni pervenute – ha dichiarato il sindaco Emilio Del Bono – è stato, come sempre, particolarmente attento da parte di tutti i componenti della Commissione per lo spessore dei gesti di solidarietà riscontrati negli ambiti della famiglia, del mondo del lavoro, dell’impegno civile e religioso, del servizio ai più deboli, del disagio sociale, della scuola, della cultura e dello sport”. Nel corso dei lavori “sono emersi atti personali di bontà e di altruismo, e figure di personalità meritevoli di un pubblico riconoscimento nel solco della pluridecennale e splendida tradizione del Premio Bulloni”.

La cerimonia di consegna dell’onorificenza, intitolata al primo Prefetto della Brescia liberata dal nazifascismo, e dei premi ad essa tradizionalmente collegati, si terrà all’Auditorium San Barnaba venerdì alle 18. Sul palco, fra gli altri premiati, anche gli alunni di una classe speciale, la 5ª C della scuola primaria “Alfredo Soggetti” di Sarezzo, ai quali verrà assegnata una delle tre medaglie d’oro previste.

È di quelle che scaldano il cuore la storia che arriva dalla Valtrompia e che la commissione composta da sindaco, rappresentanti del mondo associativo, della comunicazione e delle realtà che mettono a disposizione i premi “collaterali”, ha voluto premiarla per il suo valore “prospettico”.

Le insegnanti considerano la 5ª C dell’Istituto Angelo Soggetti di Sarezzo, una classe un po’ troppo turbolenta. Nessuno, quindi, si sarebbe aspettato ciò che è accaduto quando lo scorso anno Abdullah – un bambino di 11 anni, pakistano, con gravi disabilità fisiche e intellettive – ha varcato la soglia della classe. Con grande sorpresa delle docenti, gli alunni, viste le difficoltà del nuovo compagno, hanno cominciato a prendersi cura di lui: “Lo aspettavano al cancello per accompagnarlo in classe – ha sottolineato l’insegnante Teresa Livitoso – lo aiutavano a salire le scale, lo assistevano durante i pasti in mensa, controllavano che avesse riposto tutto nello zaino”. È sua, della maestra Livitoso, l’idea di segnalare alla Commissione del Bulloni l’esperienza saretina “affinché fosse da esempio anche per altre realtà”.

Le prime parole in italiano pronunciate da Abdullah, che non aveva mai frequentato alcuna scuola, sono stati i nomi dei compagni grazie ai quali, oggi, “ha acquisito forme di autonomia insperate”.

Nei primi tempi, per aiutarlo a orientarsi, nell’atrio della classe era stata disegnata una sua gigantografia accanto alla quale i compagni scrivevano i propri pensieri, rivolgendosi ad Abdullah, sebbene non fosse in grado di coglierne il significato. Gli alunni non potevano sostituirsi alle insegnanti né tanto meno quest’ultime avevano dato indicazioni particolari: “Si è sempre parlato di inclusione sociale. All’arrivo di Abdullah abbiamo presentato loro la situazione dicendo che dovevamo organizzarci ma non ci aspettavamo di certo questa reazione. Ci hanno dato spontaneamente una grande mano”.

È una storia, questa, che sorprende in un tempo in cui il bullismo e il razzismo sembrano avere spesso la meglio. Sorprendente e inaspettata, se si guarda con gli occhi di un adulto, è anche la reazione degli alunni alla notizia del premio. “Che cosa abbiamo fatto di tanto speciale?” hanno chiesto alla maestra. L’arrivo del nuovo compagno non ha però stemperato il carattere degli studenti: “Continuano a litigare tra loro, non è facile gestirli...” confessa l’insegnante. Quando, però, si parla del piccolo Abdullah tutto cambia: “È sufficiente una sua assenza per farli preoccupare”. L’attaccamento di questi bambini non è solo un esempio di solidarietà e accoglienza. Ciò che è accaduto indica agli adulti quanto si possa imparare dai bambini, dalla loro semplicità scevra da pregiudizi. Questo è anche il messaggio che ha convinto la Commissione esaminatrice che ha valutato le segnalazioni inviate da singoli cittadini, associazioni e altre realtà, scegliendo i destinatari dei riconoscimenti bresciani della bontà.

Una seconda medaglia d’oro è così andata ad un’altra classe scolastica. Si tratta della III A dell’Istituto Sraffa di Brescia che ha accolto e accompagnato nello studio Alessia, una giovane studentessa sottoposta a pensanti cure chemioterapiche. Un altro bel segnale, in questa edizione 2017 del Premio Bulloni che arriva del mondo, spesso bistrattato, della scuola.

I due riconoscimenti assegnati a questo mondo non mettono di certo in ombra, le scelte della commissione presieduta da Emilio Del Bono che ha assegnato il “bulloni” a Serafina Medaglia e a Tiziana Elena Bonomi, lumezzanesi da sempre attive nel volontariato e cofondatrici nel 1991 della cooperativa “Il Mosaico” che si occupa di accoglienza.

Queste le altre scelte della Commissione: premio “Cuore Amico–Fraternità” andato a suor Daniela Giorgi, missionaria delle Ancelle della Carità in Brasile; “Aib” assegnato a Sergio Paterlini da oltre 20 anni impegnato in azioni di solidarietà in Lituania; “Nica e Candida Ranzanici” a Mariagrazia Valtulini che dal 1987 si prende cura di un’amica vittima di un incidente stradale; “Ordine degli Avvocati” a Rossella Micheli, fondatrice dell’associazione “Il Chiaro del Bosco” che si occupa di salute mentale; “Cavaliere del Lavoro Umberto Gnutti” a Renata Bonetti, generosamente impegnata nel mondo della solidarietà; il premio “Pietro, Piergiuseppe e Piercarlo Beretta” a Pamela Cappellazzi, fondatrice dell’associazione “Assolo” che si occupa dei disturbi dell’apprendimento.

Come è già avvenuto nelle precedenti edizioni, accanto ai  “Premi della Bontà” con dotazione di denaro, sono stati attribuiti quest’anno altri sei riconoscimenti: il “Grosso d’oro” è andato a tre figure ritenute degne di un pubblico plauso per i limpidi esempi di testimonianza culturale e civile (a Giuseppe Pezzotti, Angelo Blesio e Marisa Romano).Una terza medaglia d’oro, infine, è stata assegnata alla Fondazione Nymphe Castello di Padernello.

ROMANO GUATTA CALDINI 14 dic 2017 08:39