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Brescia
di GIULIO REZZOLA 04 ott 2021 08:00

Dall’Ateneo di Brescia a Goldman Sachs

Tra le mille esperienze raccontate da ex studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, abbiamo raccolto quella di Alessandro Caffi, laurea magistrale in lingue straniere con indirizzo in management internazionale. Originario di Cremona, vive e lavora ormai da 8 anni a Londra. Dopo gli studi classici nella sua città è approdato in Cattolica.

Come ha vissuto quell’esperienza?

La vita universitaria l’ho vissuta appieno, ospite del Convitto vescovile San Giorgio. Ho sempre cercato di orientare le mie scelte in ambito bancario e finanziario. La laurea triennale l’ho conseguita nel 2010 esaminando il rapporto tra Credito Agrario Bresciano e Banca San Paolo fino alla fusione in Banco di Brescia. Per la magistrale ho discusso una tesi sulle aziende di Credito cooperativo con i professori Mario Taccolini e Alberto Banfi.

L’Università vi ha aiutato nella conoscenza della “vita reale”?

Sotto questo aspetto la Cattolica mi ha permesso di muovermi in contesti ben precisi, dandomi strumenti altamente qualificati, formandomi anche con tre stage rilevanti a Bolzano, a Monaco di Baviera e a Singapore, presso la filiale di Ubi Banca.

Al di là delle capacità personali, il mondo del lavoro come accoglie i laureati alla Cattolica?

Presentarsi nel mondo del lavoro con il biglietto da vista della Cattolica è sinonimo di credibilità. È un brend conosciuto ovunque, capace di dare la consapevolezza che dietro alla persona ci sono conoscenze accademiche di alto livello e una preparazione professionale già impostata.

Qual è Il rapporto tra docenti e studenti e tra voi compagni di corso?

Le classi sono gestibili e quindi si crea un rapporto diretto tra loro. Anche tra compagni di corso che sono di varia estrazione sociale e background culturale e geografico. Quello della Cattolica è davvero un ambiente in cui si instaura un ottimo rapporto tra gli uni e gli altri anche in ambiti non didattici. Per me, per esempio, è stata l’occasione per venire in contatto con l’Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti). Segno tangibile che l’Università dà anche le basi per attività sociali, di volontariato, spirituali. Rafforza insomma i rapporti interpersonali.

Quali sono le esperienze più importanti che ha vissuto dopo la laurea?

Diciamo che sono tre le più significative: quelle presso Bloomberg, Goldman Sachs e PSG, un fondo di Private equity che investe in società tecnologiche e che mi vede ora nel ruolo di investitore.

Voi ex studenti della Cattolica vi ritrovate ogni tanto?

Qui a Londra si è costituito da un paio d’anni il primo “chapter” (“capitolo”) che riunisce una cinquantina di ex studenti della Cattolica che lavorano nel Regno Unito. A mia conoscenza ci sono poi quelli di Bruxelles, New York e Dubai. È una forte spinta a non perderci e a non perdere i nostri valori.

Consiglierebbe la Cattolica dopo la Maturità?

Assolutamente si. È una scelta da incoraggiare sotto ogni aspetto. Investire economicamente sul proprio futuro iscrivendosi in Cattolica è da fare, significa ottimizzare le proprie ambizioni. Si parte già con un’etica professionale che va ben oltre l’asticella di base.

È utile un Campus universitario?

Amo ricordare: “Perchè le cose accadano bisogna avere un luogo”. E, nella fattispecie, avere un Campus nella propria università significa realizzare al meglio i propri obiettivi in un luogo dove i rapporti tra studenti e professioni si intersecano.

GIULIO REZZOLA 04 ott 2021 08:00