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Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 22 ott 2025 07:34

Ecosistema Urbano: Brescia bene ma deve crescere

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La città sale al 18° posto (lo scorso anno era 30°) nel il report annuale di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Le dichiarazioni della sindaca Castelletti

In Italia le città sono sempre più in affanno nel raggiungere performance ambientali sostenibili. La classifica dei 106 capoluoghi di provincia stilata da Ecosistema Urbano, il report annuale di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, restituisce per il 2024 una fotografia in chiaroscuro. Ancora nessuna città raggiunge il punteggio del 100% e cala al 54,24% la media del punteggio raggiunta dai capoluoghi, registrando un -3,8% rispetto a due anni fa quando si attestava al 56,41%. Se si guarda ai singoli capoluoghi, nel 2024 sono Trento (79,78 %) e Mantova (78,74%) le uniche città a superare la soglia di 75 punti e a dominare la classifica di Ecosistema Urbano ottenendo rispettivamente il primo e secondo posto. Trento torna sul gradino più alto (nel 2023 era seconda) rappresentando il meglio della vivibilità in città. Mantova ottiene la medaglia d’argento risalendo la classifica di cinque posizioni (nel 2023 era 7 settimana), grazie ad alcuni risultati negli indici più significativi come il calo dei consumi idrici e delle perdite idriche e la raccolta differenziata che è all’84%. Dietro di loro si piazza Bergamo, al terzo posto con un punteggio del 71,82%, risalendo la classifica di ben 13 posizioni (nella passata edizione era16esima), grazie ad un impegno costante soprattutto nel settore della raccolta differenziata e della ciclabilità

Anche Brescia recupera 12 posizioni rispetto al 2024, collocandosi al 18° posto nella classifica nazionale. “Il nuovo rapporto Ecosistema Urbano 2025 di Legambiente – afferma la sindaca Laura Castelletti -  ci consegna un risultato che non è soltanto un numero in classifica, ma è il riflesso di un cambiamento in corso. Non lo consideriamo un traguardo, ma la conferma che la direzione intrapresa è quella giusta”.

Il rapporto si basa su sei componenti ambientali – aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia – e su ciascuna Brescia ha mostrato nel corso dell’anno segnali di miglioramento, ma anche elementi su cui ancora necessario insistere.
Migliora l’uso dell’acqua: i consumi pro-capite diminuiscono e le perdite della rete scendono al 24,8%. È un dato che parla di investimenti, ma anche di educazione e consapevolezza.
Importante anche la tendenza sul consumo di suolo, sempre più sottozero (-0,9), segno che Brescia sta crescendo rigenerando ciò che già esiste, non attraverso nuove espansioni.  

Sul fronte del verde urbano, Brescia consolida la sua posizione tra le città con più alberi per abitante in Italia, oltre 86 ogni 100 cittadini. “Il patrimonio di verde – sostiene al proposito la prima cittadina - cresce e, con il nuovo Piano del Verde e della Biodiversità, è pensato come infrastruttura ecologica, non come decorazione: corridoi naturali, spazi pubblici ombreggiati, cura della vita minuta”.

A contribuire alla risalita di Brescia hanno contribuito anche i risultati conseguiti nella gestione dei rifiuti, con la crescita di un  punto percentuale della raccolta differenziata, che raggiunge il 69,4%, contrastata, però, dall’aumento della produzione pro capite, “segno – continua Laura Castelletti -  che serve lavorare sulla riduzione, prima ancora che sul riciclo”.

Pagano nella classifica di Ecosistema Urbano gli impegni di Brescia per la mobilità: la metropolitana leggera, utilizzata da oltre 180 milioni di passeggeri dalla sua entrata in funzione, ha cambiato le abitudini degli abitanti e il modo di percepire gli spostamenti quotidiani. “A questo sistema – sono ancora considerazioni della sindaca - si affiancherà la nuova tranvia T2, che collegherà la città da ovest a est, mentre il progetto della linea T3, depositato e pronto, è in attesa dei fondi ministeriali”. Nel rapporto Ecosistema Urbano, però, il quadro su questa macro area non è omogeneo. “Siamo ancora tra le città italiane – sottolinea ancora - con il maggior numero di passeggeri trasporto pubblico: 203 viaggi per abitante all’anno, dato che ci colloca al 9° posto nazionale. Anche l’offerta di servizio, misurata in chilometri-vettura, rimane elevata (35,6 km per abitante, 21° posto).
La rete ciclabile ha superato i 100 chilometri complessivi, con un valore di 16,2 metri per abitante nel rapporto 2025 (contro 16,8 nel 2024). Il tasso di motorizzazione cala leggermente (62,9 auto ogni 100 abitanti, era 63,2), a dimostrazione del fatto che cresce la scelta di alternative all’auto privata, soprattutto nei quartieri meglio collegati. Resta stabile, e tra le più alte in Italia, l’estensione delle Zone a Traffico Limitato, con 573 metri quadrati ogni 100 abitanti (14° posto nazionale), a conferma di una visione di città che riduce progressivamente lo spazio delle auto nei centri sensibili e lo restituisce alle persone. Non si tratta di un passo indietro, ma di un segnale evidente: la quantità non basta, servono continuità, sicurezza e connessione tra i percorsi”.  

Il rapporto segnala che la città deve ancora affrontare la sfida della qualità dell’aria. Alcuni indicatori migliorano – come l’ozono e il PM10 – altri restano critici, soprattutto il biossido di azoto e il PM2.5. “Per questo – ricorda Laura Castelletti - il Piano Aria e Clima stabilisce obiettivi chiari: ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, elettrificare il trasporto pubblico, ampliare le Ztl, incentivare la mobilità dolce ed efficientare gli edifici”.
Nel settore energia, i dati del rapporto mostrano un lieve incremento del solare pubblico, ma confermano che Brescia è ancora indietro rispetto ad altre città. “Per questo – conclude la sindaca - stiamo attivando comunità energetiche rinnovabili, installazioni fotovoltaiche su scuole e strutture sportive e recupero di energia termica da impianti industriali e data center. Brescia non vuole essere la città perfetta, vuole essere quella che non smette di migliorare.
Il buon risultato registrato dal rapporto Ecosistema Urbano 2025 non è una vittoria, ma è la prova che quando la politica sceglie di dare continuità alle visioni, i cambiamenti arrivano anche nei campi più difficili, come l’aria, il suolo e il clima. La transizione ecologica non è neutra, implica scelte, priorità, a volte conflitti. Significa investire risorse pubbliche, riconoscere che alcune abitudini devono cambiare e che il compito di un’amministrazione non è assecondare ogni resistenza, ma guidare il cambiamento, affinché sia giusto, equo, accessibile”.

MASSIMO VENTURELLI 22 ott 2025 07:34