lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di GIULIO REZZOLA 07 mar 2024 15:55

Fontana e Galimberti per il Brescia Photo Festival

La settima edizione del Brescia Photo Festival prende il via questa sera al Museo Santa Giulia con l’inaugurazione della monografica di Franco Fontana e di un lavoro di Maurizio Galimberti, “testimoni di un modo di fare fotografia che l’intelligenza artificiale oggi ha cambiato”, ha detto il curatore artistico della manifestazione, Renato Corsini. “Non ci sarà più il rapporto tra macchina fotografica e realtà e non ci sarà più il tempo di aspettare quella determinata stagione per fissare un campo fiorito o una determinata luce”, ha aggiunto.

Domani, venerdì 8 marzo, le mostre saranno visitabili da tutto il pubblico gratuitamente, poi fino al 28 luglio l’ingresso sarà a pagamento (12 euro) solo per i non residenti a Brescia.

Fontana, presente alla presentazione della mostra, ha portato in città 122 immagini, tutte a colori come è suo stile dal 1958, realizzate tra il 1961 e il 2017 suddivise in varie sezioni seguendo i diversi temi indagati come paesaggi, autostrade, asfalti, frammenti, presenza assenza.

Galimberti, nel cinquantesimo anniversario della strage di piazza Loggia, è partito da quei famosi 16 scatti fatti da Corsini con una macchina fotografica prestatagli in quel terribile momento da un amico per realizzare 40 collage e una serie di Polaroid 50x60 su manifesti, disegni articoli “per dare al pubblico l’occasione di riflettere sulla portata e drammaticità di quel tragico evento”.

Due grandi testimoni del loro tempo che sono stati lo spunto per dedicare il festival proprio al tema “Testimoni”. Un evento che tra Santa Giulia e Mo.Ca. si protrarrà fino al 30 settembre con artisti tutti italiani.

Di particolare rilievo e suggestione la collettiva che verrà allestita al Vittoriale di Gardone Riviera dal 25 maggio dedicata a sole fotografe i cui scatti si confrontano con il mito del Vate nel suo “tempio”: Backhaus, Camporesi, Zordini, Beruffi, Menazzi, Calia, Monzoni, Matricardi, Chemollo e Bonanzina. Altrettanto nuova, dal 13 aprile, la proposta di una mostra diffusa tra le vie del centro di Marone, sul lago d’Iseo, dedicata al lavoro di Lorenzo Pedrali nei primi anni del Novecento.

 

GIULIO REZZOLA 07 mar 2024 15:55