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Urago Mella
di LUCIANO ZANARDINI 21 dic 2017 16:01

Incontrarsi in aula

Da sei anni un gruppo di insegnanti in pensione aiuta le persone di origine straniera a imparare l'italiano e a conoscere il nostro territorio

Martina è una maestra elementare in pensione. Mariagrazia e Nella sono due professoresse in pensione della scuola media. Daniela, Carla, Annamaria, Armida e Giusy garantiscono, invece, il sostegno alle maestre in aula. All’oratorio di Urago Mella è attivo, grazie al coinvolgimento di molti insegnanti, un progetto interessante di integrazione. Il corso è nato sei anni fa presso la parrocchia della Pendolina e oggi continua a Urago. Un gruppo di donne italiane con coraggio e tenacia hanno deciso di aiutare le persone di origine straniera ad affrontare la quotidianità partendo dalla conoscenza della lingua. Le volontarie iniziano a incontrarsi a settembre per pianificare l’attività. Da quest’anno sono affiancate da uno stagista della Cattolica. A ogni partecipante è richiesto un contributo di tre euro in cambio del quale si ricevono un quaderno, due biro, una matita e una gomma. Il primo passo è insegnare la grammatica di base e la lingua necessarie per presentarsi, fare la spesa, andare dal dottore e all’ospedale, per portare i figli a scuola e parlare con gli insegnanti, per andare al lavoro, al cinema o al parco….

Accanto a questo aspetto è necessaria anche la conoscenza delle regole, delle abitudini e delle tradizioni del Paese. In questo incontro di culture, anche tra persone che provengono da nazioni diverse, possono nascere nuove amicizie. Il corso solitamente inizia nel mese di ottobre e dura fino a maggio: due ore per due giorni della settimana. Per cinque anni la sede del corso è stata all’oratorio della Pendolina, poi è stata spostata all’oratorio di Urago Mella. All’inizio si rivolgeva solo alle donne, poi, viste le richieste, la proposta è stata allargata agli uomini. Oggi le insegnanti seguono 36 donne di varie nazionalità: dall’India al Pakistan, dal Nord Africa all’Ucraina. Le mamme portano a lezione anche i figli che vengono presi in carico da altre volontarie (Teresa, Flora e Anna). Non si cerca di fare solo alfabetizzazione, ma si promuovono anche percorsi informativi sulla salute. L’annualità si conclude con una festa e con una visita guidata alla scoperta della città.

Il Centro Migranti, oltre a supervisionare l’iniziativa, copre anche le spese per il riscaldamento. Se, inizialmente, poteva contare sul progetto “Brescia aperta e solidale”, oggi il progetto si autofinanzia: le volontarie stesse si autotassano per permettere all’iniziativa di continuare a camminare e a raggiungere sempre più persone. È previsto anche un aggiornamento mirato con la prof.ssa Ramona Parenzan, una docente abilitata all’alfabetizzazione degli stranieri adulti. Non si lascia nulla al caso. Quando il volontariato è un servizio prezioso e curato.

LUCIANO ZANARDINI 21 dic 2017 16:01