We Love Castello, una formula vincente

Nel 2019, da una brillante idea dell’associazione “PalcoGiovani” e la partecipazione al Bando della Fondazione Brescia Musei, in ATS (associazione temporanea di scopo) con “We Love Castello” e la Kitchen S.r.l., si sono create le basi per mettere il Castello di Brescia al centro di un progetto di recupero sostanziale. Il Covid, ne ha frenata l’esplosione immediata, ma questo non ha scoraggiato i promotori che, invece, hanno potuto sfruttare quel tempo per studiare le migliori soluzioni arrivando preparati all’importante appuntamento con la Capitale della cultura 2023. La tenacia di Irene Colosio e Matteo Castellazzo, tra i responsabili del gruppo “We Love Castello”, ha prodotto i risultati voluti, alzando l’asticella anno dopo anno. Li abbiamo incontrati in un caldo pomeriggio di giugno a ridosso della storica locomotiva.
Da quanti anni esiste l'associazione?
"We love Castello" nasce dall’esperienza di quella che possiamo definire nostra madre, l’associazione “Palco Giovani” che ha una storia più che trentennale; ha fortemente voluto creare questa struttura con l’intento di “prendersi cura” del nostro Castello.
Da dove nasce l’interesse per il Castello?
Tutto nasce dall'associazione Palco Giovani che aveva già, in maniera sporadica, realizzato qualche attività in castello. Siamo stati spinti dal forte desiderio di valorizzare maggiormente la struttura, renderla sempre più fruibile, specie per i giovani, ricordando come la cultura e la conoscenza del proprio territorio siano l’arma fondamentale contro il degrado e l’inerzia. Cristian Delai, in quanto Presidente di Palco Giovani, ha capito l’esigenza di raccogliere intorno a sé una serie di realtà che si occupasse esclusivamente del Castello.
Il brand “We love Castello” come prende corpo?
È stato inventato per parlare del “Noi”, restituendo alla comunità un bene straordinario con la possibilità di creare anche un volano di lavoro e di economia a vantaggio del territorio e non solo.
Qual è stata la risposta del pubblico?
La risposta di pubblico è sempre stata molto interessante. Ovviamente l’inizio non è stato molto positivo (Covid), ma, allo stesso tempo, dava la disponibilità di uno spazio aperto e fruibile. Il vero risultato l'abbiamo costatato dopo quella che abbiamo definito “la semina” durante l’evento BgBs capitali della cultura e, dopo quel momento, abbiamo iniziato a raccoglierne i frutti confermando la bontà del lavoro. Quel lancio ha elevato l’interesse di tanti turisti, anche di origine straniera, tanto da inserire tra i requisiti collaborativi la conoscenza delle lingue.
Questo ci fa riflettere su quanto siano importanti le scelte e la progettualità, anche di natura politica, per le diverse ricadute sui territori non solo nel breve periodo, ma nella continuità, siete d’accordo?
Sì certo. I grandi eventi, capitale della cultura, per esempio, vanno letti negli anni successivi, cioè l'anno in cui si è Capitale della cultura, ci sono talmente tanti eventi da non riuscire nemmeno a capirla. Gli anni successivi sono quelli in cui il lavoro in partnership tra pubblica amministrazione e chi lavora o opera sul territorio, va coltivato bene: la Capitale della cultura semina, gli anni successivi devi raccogliere e tendere sia al mantenimento del risultato che leggere quali altre migliorie possano essere apportate. È importante sapere come attualmente ci sia circa l’80% dell’area Castello fruibile e nella restante parte sono attivi e progressivi i lavori per poter restituire interamente il Castello alla città di Brescia grazie alla collaborazione e all’abnegazione di tutti gli Enti preposti, alle volontà politiche, imprenditoriali e associative.
Come avete pensato alla collaborazione con la UEPE?
Quest'anno è stata rinnovata la collaborazione con l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Brescia partendo proprio dal nome che ci siamo dati: "We Love Castello", come l’associazione Palco Giovani, parlano al plurale, parlano del noi e quindi pensiamo di poter essere catalizzatori di tante altre cose. Non è comunque la sola collaborazione.
Viviamo in un periodo in cui si parla molto di giustizialismo, quasi di negazione di diritti, non vi sembra che queste scelte possano essere rischiose, scelte che non pagano?
In realtà le persone pagano sempre, ma sono sempre persone. Una seconda possibilità non si nega a nessuno. Sono comunque persone seguite da quell’ufficio, non sono abbandonate a sé stesse e non si tratta di ordini tassativi e obbligatori, si tratta di una scelta, quella scelta che pone “quella persona” a essere parte integrante della comunità, utile agli altri e a sé stessi.
Alla riunione di presentazione del progetto collaborativo con l'UEPE, c'era un forte interesse da parte di tutti i presenti in esecuzione penale esterna. Qual è stata poi la risposta concreta?
Tra gli interessati, nella riunione, tutti ci hanno contattati e tutti hanno dato la loro disponibilità nelle diverse mansioni man mano che gli eventi e le necessità si manifestavano. Dalla cura del verde ai vari servizi di ristorazione. Possiamo dire una risposta al 100%. Crediamo che abbiano trovato un modo intelligente e proficuo per entrambi, inserire quelle figure all'interno del nostro sistema rodato. È bene ricordare come il nostro progetto non fa ricorso al volontario: le persone che servono ai tavoli o che cucinano non sono volontari, è una scelta molto precisa. Nessuno dei camerieri che vedete lavorare con noi è un cameriere di professione. Sono studenti, sono tutti Neet (Not in Education, Employment or Training, giovani che al momento non sono impegnati né in un percorso di studi o formazione e né in alcun tipo di lavoro). Tutti sotto i trent'anni.
Gli utenti del Castello sanno della collaborazione con l'UEPE?
Noi abbiamo sempre scelto sia per i soggetti sottoposti a misura alternativa sia per altri di specificarlo senza mai indicare quale persona è. Se un utente viene qui, viene servito al tavolo da un membro di "We love Castello", indipendentemente da cosa faccia o abbia fatto nel suo passato. Ci siamo posti l'obiettivo di non fare, ma di facilitare a fare perché secondo noi il Castello è di tutti e deve essere di tutti, questo è il nostro principio guida.
@Foto dalla pagina Facebook We Love Castello
