La forza della comunità nasce dal basso

Viviamo in un’epoca in cui la parola “comunità” assume sempre più valore, mentre la società affronta sfide globali e locali che richiedono risposte innovative e collaborative. Ma cosa significa oggi essere parte di una comunità attiva? E in che modo le persone stanno cambiando il volto della propria città, del proprio quartiere?
Negli ultimi anni, molte realtà locali hanno assistito a un risveglio senza precedenti. Essere protagonisti, partecipare alla comunità, si moltiplicano i gruppi di cittadini che si rimboccano le maniche per affrontare problemi concreti: dal degrado urbano alla tutela ambientale, dall’inclusione sociale al recupero di spazi pubblici abbandonati. Con questi principi, tra i tanti, spiccano ancora le Associazioni di volontariato e “Palcogiovani” con l’iniziativa “Cene di quartiere” che continua a far parlare di sé.
Il 10 luglio scorso è stata la volta del Quartiere Porta Milano in via Marchetti dove, in una serata dalla piacevole temperatura, spiccavano felici gli sguardi dei partecipanti. Lungo due file di tavoli risuonavano parole di amicizia, di convivialità e di partecipazione.
Continua così l’instancabile opera di Cristian Delai e del suo gruppo, “Palcogiovani”: da tradizione, ogni quartiere di Brescia, ogni anno, aspetta quest’evento. A rallegrare la serata, a renderla completa, le note all’insegna del rock, del country italiano e internazionale, ma non poteva mancare il viaggio nei mitici anni ‘60 e ‘70.
Armonia, conoscenza, rapporto di comunità, restano le parole chiave in queste occasioni e Cristian Delai alla guida della propria associazione, rappresenta in pieno il desiderio la “volontà del ‘Fare’”.
Spesso la solitudine s’impadronisce dei pensieri. Non è il caso di Brescia dove, con uno degli esempi virtuosi di cooperazione, il Comune e le associazioni danno vita ad una serie di iniziative come le “cene di quartiere”.
Non solo comunità, ma attivismo puro. Sguardo attento ai bisogni, all’ambiente, la cena di quartiere rappresenta la vitalità del quartiere stesso, quel lato, spesso oscuro, spesso dimenticato, ma che, dal giorno dopo, inizia a mostrare il risultato. Le persone del giorno dopo, s’incontrano, si riconoscono, hanno una nuova amicizia da coltivare … non sono più soli!
Essere parte di una comunità significa credere nella forza dell’agire collettivo, valorizzare le differenze, coltivare la partecipazione e la responsabilità. Le storie raccolte mostrano che, nonostante le difficoltà, sono proprio le persone comuni – donne, uomini, ragazze e ragazzi, giovani e anziani – a scrivere ogni giorno il futuro dei nostri territori.
Ascoltare queste voci, sostenerle e farle crescere è il compito di tutti e tutte: perché la vera ricchezza di una società non si misura solo in termini economici, ma nella capacità di prendersi cura gli uni degli altri. E, come insegnano le nostre comunità, dal basso può nascere un’Italia più forte, solidale e inclusiva.
