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Brescia
di MARIO GARZONI 05 feb 2021 08:31

Legna per i profughi di Lipa

In Bosnia ed Erzegovina, in particolare nella regione nord-occidentale del Bihac, nei pressi del confine con la Croazia, è in atto da settimane una vera e propria emergenza umanitaria, con migliaia di migranti, in fuga, lungo la Balkan Route, da Siria e Afghanistan bloccati e costretti a vivere in condizioni disumane. La rotta dei Balcani è diventata famosa con la “crisi dei rifugiati” europei del 2015, quando centinaia di migliaia di rifugiati e altri migranti, principalmente dalla Siria, Iraq, Afghanistan e Pakistan, ma anche dal nord e dall’Africa subsahariana, tentarono di raggiungere il nord Europa

Prima di spostarsi lungo la rotta, la maggior parte di questi rifugiati aveva trascorso del tempo vivendo e trasformando città in paesi di primo asilo, come Tripoli e Beirut, in Libano; Amman e Irbid, in Giordania; e Istanbul, in Turchia. La situazione è tornata a farsi drammatica negli ultimi mesi con migliaia di profughi costretti a vivere all’addiaccio o in piccole sistemazioni improvvisate. Le pessime condizioni meteorologiche di questi ultimi giorni, con nevicate e temperature che arrivano anche a -10 gradi stanno mettendo a rischio la vita di tante persone, tra cui quella di molti bambini. La situazione sarebbe particolarmente drammatica a Lipa, dove nel dicembre 2020 un incendio ha distrutto il campo di accoglienza.

Nel campo vivono migliaia di persone migranti in condizioni drammatiche. Manca tutto: acqua, cibo, medicine, servizi di base, elettricità. I profughi sono seguiti dalla Croce rossa italiana, da anni al fianco della Società di Croce rossa di Bosnia ed Erzegovina, che dall’inizio dell’emergenza assiste migliaia di persone disperate che transitano per il Paese. La drammatica situazione del campo, assieme all’altissimo numero di migranti che non riescono a essere accolti nelle strutture di accoglienza, è l’indicatore più evidente del fatto che questi Paesi, e in particolare la Bosnia ed Erzegovina, non sono ancora in grado di sviluppare un politica sui flussi migratori che consenta una gestione ordinata, rispettosa dei diritti umani, e che risponda ai minimi standard internazionali in materia di protezione dei migranti.

Anche diverse Caritas diocesane, parrocchie e comunità in Italia si sono mobilitate per cercare di portare un aiuto concreto a queste persone. La Caritas Diocesana di Brescia, in accordo con i collaboratori di Caritas italiana e Ipsia presenti in loco, ha lanciato nelle scorse settimane una raccolta fondi per l’acquisto di legna da ardere nel campo dove si muore di freddo. Lo scorso 19 gennaio sono stati consegnati a Lipa i primi 2 Tir ciascuno con un carico di 16 bancali di legna; altri 8 sono stati consegnati la settimana successiva, finanziati con i contributi raccolti. All’appello lanciato da piazza Martiri di Belfiore ha risposto anche la Società San Vincenzo de Paoli, che con il suo Consiglio Centrale ha scelto di versare un importante contributo per l’emergenza Balkan Route (campo di Lipa, Bihac). Con questo aiuto è stato possibile acquistare altri 30 bancali, che si aggiungono ai 160 ad oggi finanziati, grazie agli oltre 34mila euro raccolti da Fondazione Opera Caritas San Martino per questo specifico progetto che prosegue.

Gli eventuali aiuti, specificando la causale “Emergenza Balkan Route”, possono essere versanti sul c/c postale n° 10510253 intestato a Caritas Bresciana o su quello bancario Diocesi di Brescia – Ufficio Caritas presso Ubi Banca spa, Iban IT 23 X 03111 11205 000000007051, e ancora sul c/c bancario intestato a Fondazione Opera Caritas San Martino – ramo Onlus presso Banca Intesa Sanpaolo, IBAN: IT 82 C 03069 09606 100000002695. Gli aiuti si possono versare anche sul c/c bancario intestato alla Fondazione Opera Caritas San Martino – ramo Onlus. Gli importi versati sono deducibili, per effetto dell’art. 1 D.L. 35 del 2005, dalla dichiarazione dei redditi.

MARIO GARZONI 05 feb 2021 08:31