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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 25 lug 2017 13:14

Per una città della Pace

La Consulta per la Cooperazione e la Pace del Comune di Brescia ha presentato il bilancio delle attività svolte nell'ultimo biennio e le linee guida per il futuro. Giovanna Mantelli, coordinatrice dell’Ufficio di presidenza della Consulta: "È nelle scuole, attraverso gli studenti, che si semina nella speranza di vedere un futuro diverso"

Nei giorni scorsi è stato presentato il consuntivo delle attività realizzate negli ultimi due anni e le linee di indirizzo per le prossime iniziative della Consulta per la Cooperazione e la Pace del Comune di Brescia. Molteplici iniziative hanno visto impegnate le 48 associazioni per la solidarietà attraverso una presenza capillare sul territorio, nelle scuole come nei Consigli di quartiere. Ne abbiamo parlato con Giovanna Mantelli, coordinatrice dell’Ufficio di presidenza della Consulta per la Cooperazione e la Pace.

Qual è il bilancio di questo biennio?

E’ stato sicuramente un bilancio positivo. Il lavoro svolto in questi due anni ha evidenziato l’importanza della collaborazione fra gli organismi differenti che fanno parte della Consulta. L’articolo 1 che ha istituito la consulta della Pace nel Comune di Brescia favorisce l’incontro fra il mondo delle associazioni e la cittadinanza. In tal senso è stato impostato il lavoro favorendo innanzitutto il rapporto con le scuole perché la parola Pace può avere mille significati ma il primo è la ricostruzione del senso di appartenenza alla comunità. È nelle scuole, attraverso gli studenti, che si semina nella speranza di vedere un futuro diverso. Su un altro fronte abbiamo preso contatto i Consigli di quartiere lavorando con loro per favorire la presenza sul territorio delle nostre associazioni in modo da invitare al ragionamento, alla riflessione, sui temi della Pace. Questa attività ha portato a risultati importanti. In particolare, con il gruppo storico della “Tenda della solidarietà tra i popoli”, che si faceva a San Faustino, nell’ultimo biennio, pur mantenendo la medesima sede, le iniziative di carattere culturale sui temi scelti dalla “Tenda” le abbiamo portate nel quartiere attraverso il coinvolgimento del Consiglio. Anche questo è un risultato positivo.

È certo che questo percorso deve essere continuato: se noi diciamo che uno dei problemi della società è il forte individualismo, noi dobbiamo potere ricostruire il senso di appartenenza alla comunità recuperando il significato di essere tale. Da qui l’attenzione e la disponibilità verso il prossimo, promuovendo, inoltre, iniziative di socializzazione. In quest’ottica la Consulta della Pace penso abbia fatto un lavoro di lungo periodo.

Pace e costruzione di un percorso di appartenenza alla città: è un connubio che avete individuato come fondamentale e che non può non richiamare il tema dell’immigrazione nelle sue differenti declinazioni. In quest’ottica si inseriscono le attività dei gruppi di lavoro “Cittadinanza attiva e territorio” e la “Tenda della solidarietà tra i popoli”. L’operatività di questi anni che risultati ha portato, anche e soprattutto in termini di investimento educativo?

Abbiamo cercato, con questi due gruppi di lavoro, di prendere contatto con le associazioni che sono tantissime. Il mondo delle associazioni, del volontariato, del Terzo Settore, è molto numeroso a Brescia. Anche le comunità di stranieri si sono riunite in associazioni, fanno molto per le collettività dei Paesi di provenienza, ma il nostro tentativo è di coinvolgerli per costruire e favorire lo “stare bene insieme”. Non dobbiamo dimenticare che su circa 200mila residenti in città, di questi, 38mila sono stranieri. Si sono organizzati in associazioni ed è bene che anche loro vengano coinvolti nella partecipazione delle nostre attività. E’ stato fatto un lavoro importante anche con la campagna “Accoglienza rifugiati a Brescia” con due iniziative, due manifestazioni che hanno avuto una grande adesione da parte della cittadinanza con la Marcia dell’accoglienza. Ricordo poi l’attenzione per il dialogo interreligioso, un lavoro che ci ha visti impegnati tra la fine di maggio e i primi di giugno.

A Brescia sono presenti appartenenti a religioni diverse ma abbiamo trovato il modo di creare un dialogo, attraverso percorsi culturali, finalizzato alla scoperta dei punti in comune. Da questo punto di vista il coinvolgimento è stato importante e continueremo anche questo percorso perché la comunità si crea anche con la partecipazione di queste persone che sono a pieno titolo cittadini bresciani.

Fra le criticità riscontrate nelle attività della Consulta figura la Comunicazione. Per tale ragione abbiamo costituito il gruppo “Comunicazione e promozione” per migliorare l’azione di formazione sul territorio. I cittadini, spesso e volentieri, non riescono ad accedere facilmente attraverso i canali del sito del Comune. I giovani utilizzano prevalentemente i social. Ho visto già nell’ultima Marcia dell’accoglienza che c’è stata una larghissima partecipazione di giovani proprio perché uno dei gruppi che aderivano alla Consulta, composto soprattutto da ragazzi dai 18 ai 20 anni, aveva costituito una pagina Facebook che ha permesso una maggiore diffusione dell’iniziativa. Attraverso la collaborazione con il Comune vorremmo valorizzare le realtà aderenti, implementando il senso di appartenenza alla Consulta. Questo può avvenire anche attraverso l’implementazione comunicativa delle iniziative di tutti i gruppi aderenti. Stessa cosa dicasi per la “Tenda della solidarietà”. A settembre ci ritroveremo, sceglieremo un tema, per esempio l’anno scorso abbiamo lavorato sul tema dell’ambiente partendo dalla Laudato sì’ di papa Francesco, molte iniziative le abbiamo portate nei quartieri. Continueremo questo percorso focalizzando l’attenzione anche sul coinvolgimento delle comunità immigrate presenti in città.

ROMANO GUATTA CALDINI 25 lug 2017 13:14