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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 08 giu 2017 12:09

Un nuovo welfare

Il ruolo di pensionati e anziani nel ridisegno del sistema sociale definito dal progetto “Brescia città del noi”, promosso dalla Loggia, nelle parole del segretario della Fnp Cisl di Brescia e Valle Camonica Alfonso Rossini

“Gli uni per gli altri, una nuova idea di welfare, una nuova idea di città” è stato il tema dell’incontro organizzato martedì scorso dalla Federazione nazionale pensionati della Cisl di Brescia e Valle Camonica. Con questa iniziativa il sindacato si è proposto di far conoscere il progetto “Brescia città del noi”, realizzato dall’Assessorato alle politiche per la famiglia, la persona e la sanità del Comune di Brescia. Dalle parole del segretario generale della Fnp Cisl di Brescia e Valle Camonica Alfonso Rossini emerge come, all’interno del sistema di welfare che si sta costruendo, pensionati e anziani abbiamo un ruolo tutt’altro che marginale.

Come si colloca l’azione del sindacato all’interno del progetto?

Ha un ruolo importante, un grande numero dei nostri attivisti è impegnato nell’attività dedicata ai servizi sociali alla persona, non solo ai pensionati e agli anziani, muovendosi nell’ambito del nuovo modello organizzativo in fase di sperimentazione.

Ad oggi qual è la situazione dei pensionati bresciani, le difficoltà che devono affrontare?

Gli ultrasessantacinquenni nella città di Brescia sono circa il 25%, 1/4 della popolazione, un dato che è destinato a crescere. Dal 2015, ogni anno, di concerto con l’Amministrazione comunale, redigiamo un rapporto sulla condizione degli anziani. I dati sopra citati emergono evidenti dalla mappa che noi, sindacati dei pensionati Cgil-Cisl-Uil e l’Amministrazione, produciamo annualmente. Da qui viene disegnata la rete di servizi sociali attraverso la quale l’Amministrazione non svolge solamente un ruolo di definizione delle regole o di chi fornisce le prestazioni ma sollecita la partecipazione attiva e il coinvolgimento di tutte le realtà della comunità. Non è un caso che l’Amministrazione abbia, giustamente, collegato la distribuzione dei Servizi sociali in relazione al nuovo disegno istituzionale della città. Ecco perché siamo direttamente interessati a questo progetto in cui svolgiamo un ruolo da protagonisti, nel senso che molti di noi sono impegnati in questa attività di volontariato diffuso. Fra le difficoltà maggiori che devono affrontare gli anziani sicuramente c’è la solitudine. Nasce così la decisione di costruire una rete di relazioni e di rapporti di prossimità, a questo sono orientati i rapporti che riguardano i punti di comunità che stanno sorgendo nei vari quartieri. L’altra problematica riguarda la mobilità a cui corrisponde uno dei contenuti dell’accordo che abbiamo firmato lo scorso anno con l’Amministrazione al fine di ottenere dei prezzi scontati per l’utilizzo dei mezzi pubblici della rete cittadina. Infine, l’alto obiettivo, è la prossimità dei servizi sociali di riferimento per gli anziani.

Si parla tanto del protagonismo degli anziani nella vita pubblica. È solo uno slogan o è supportato da dati di fatto?

Apparentemente pensionati e anziani vengono considerati una fascia marginale del tessuto sociale. Secondo una certa cultura economicistica chi è fuori dal tessuto produttivo è marginale, in realtà pensionati e anziani sono un patrimonio di esperienze e disponibilità che viene messo a servizio di tutti. Certo, sono portatori di fragilità evidenti con l’avanzare dell’età ma sono una parte vitale del tessuto sociale, cittadino in particolare. Non è un caso che siano pensionati e anziani molti di coloro che, nelle associazioni di volontariato, si impegnano in questo sistema di welfare partecipato e comunitario.

ROMANO GUATTA CALDINI 08 giu 2017 12:09