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Canale d'Agordo (Belluno)
14 dic 2016 10:17

Nuovi cimeli al Museo Albino Luciani

Preziosi oggetti appartenuti a Papa Luciani sono stati donati al Museo Albino Luciani e sono entrati a far parte della collezione. Molte sono le iniziative collaterali

A poco più di tre mesi dall’inaugurazione avvenuta lo scorso 26 agosto, il Museo Albino Luciani (MUSAL) si arricchisce di nuovi cimeli appartenuti ad Albino Luciani nel corso della sua vita pastorale. Tra i pregevoli doni c’è lo zucchetto episcopale, particolarmente prezioso in quanto si aggiunge allo zucchetto patriarcale e a quello papale già presenti all’interno del MUSAL. Il copricapo rosso, indossato da Luciani in occasione della nomina a capo del patriarcato di Venezia da parte di papa Paolo VI, è stato consegnato da Monsignor Ettore Fornezza insieme con un biglietto autografo del 1971 che lo stesso Patriarca Luciani ha inviato ai chierichetti della sua Diocesi augurando loro buona Pasqua.

Don Andrea Tison, ex parroco di Canale d’Agordo, ha invece donato alcuni oggetti personali appartenuti a Don Albino, come un apparecchio radiofonico e una teca d’argento per la conservazione del Santissimo Viatico, utilizzata da Luciani per portare l’eucarestia ai malati e agli infermi quando era prete e vicario generale della diocesi di Belluno e Feltre. Inoltre, sempre Don Tison ha consegnato a Loris Serafini, curatore del MUSAL, alcune fotografie dell’Osservatore Romano raffiguranti il papato di Giovanni Paolo I e la visita di papa Giovanni Paolo II a Canale d'Agordo. Arciprete di Canale d’Agordo dal 1982 al 2000, Don Andrea Tison si è molto adoperato per mantenere vivo il ricordo di Albino Luciani, organizzando incontri di preghiera in occasione degli anniversari - elezione a Papa e morte - oltre a visite presso la casa canonica e mostre fotografiche soprattutto durante il periodo estivo, offrendo un servizio importante per i numerosi pellegrini.

Il MUSAL ha ricevuto un altro prezioso documento: la carta d’identità originale di Albino Luciani del 1976, quando era Patriarca a Venezia. Questo cimelio, che arriva dal Belgio da parte di Padre Johan Goossens, Priore dell’Abbazia di St. Norbert a Grimbergen, è stato accolto con grande emozione poiché si sostituisce alla fotocopia esposta fino ad oggi al Museo.

“Siamo particolarmente grati a tutti coloro che ci stanno portando oggetti e documenti appartenuti ad Albino Luciani” – dichiara Serafini – “Si tratta di oggetti di grande valore storico-scientifico che ci permettono di rivivere non solo il percorso pastorale di Albino Luciani ma anche la sua vita personale: questi doni sono la testimonianza del grande affetto e della grande devozione che moltissime persone hanno ancora oggi nei confronti del Papa del Sorriso”.

Sono stati oltre 3000 i fedeli giunti da ogni parte del mondo che, privatamente o grazie all’organizzazione di parrocchie e associazioni, hanno reso omaggio a papa Giovanni Paolo I sin dall’apertura del nuovo Museo il 26 agosto scorso. Non solo adulti, ma anche giovani, ragazzi e bambini con le loro famiglie hanno potuto approfondire la conoscenza della vita e degli importanti insegnamenti di Albino Luciani attraverso un allestimento emozionante e coinvolgente. Da oggi questo allestimento potrà contare su alcuni nuovi cimeli di grande valore.

Un’altra importante iniziativa è legata al Museo Albino Luciani: con l’inaugurazione della pista “La VolatA” NELLA Ski Area San Pellegrino, una delle più suggestive stazioni sciistiche nel cuore delle Dolomiti e patrimonio Naturale Unesco, Tutti i possessori di uno skipass Alpe Lusia/San Pellegrino, potranno usufruire di un ingresso agevolato al Museo Albino Luciani (MUSAL) di Canale d’Agordo al costo di 5 euro (invece di 7 euro).

La Ski Area San Pellegrino unisce, sci ai piedi, il Passo San Pellegrino (Val di Fassa – Trentino – provincia di Trento) e Falcade (Valle del Biois – Veneto – provincia di Belluno) con 60 km di piste firmate Dolomiti Superski e veloci impianti di risalita. Gli appassionati dello sci hanno poi a disposizione 3 campi scuola e 2 snowpark. La Ski Area San Pellegrino è considerata una delle migliori stazioni sciistiche per famiglie delle Dolomiti.

Al Museo Albino Luciani è anche possibile visitare, fino al 31 dicembre, la mostra “I vecchi volti del Carnevale”, una raccolta di antiche maschere lignee tradizionali dei carnevali agordini organizzata da "I boce dela Zinghenesta" in collaborazione con il MUSAL.

Una mostra particolare, ricca di suggestioni e di storia, che affonda le radici nella cultura popolare del paese.

In molte vallate dolomitiche il Carnevale conserva infatti antiche tradizioni. Risalente al 1600, la Zinghenesta, la maschera che dà il nome al Carnevale tipico di Canale d’Agordo, anima assieme agli altri personaggi le vie cittadine e dell'intera Valle del Biois. Unica protagonista femminile dei carnevali di montagna, la Zinghenesta accompagna i festeggiamenti ballando con i Matiei, i Lacchè e tutte le altre figure. Celebrata regolarmente fino al 1915, questa tradizione si è interrotta col sopraggiungere del primo conflitto mondiale, per poi essere periodicamente riportata in vita da diversi comitati che hanno cercato di darle nuovo valore. Dal 2013 ci pensano "I boce dela Zinghenesta”. Sono molte le pubblicazioni in cui si possono ritrovare racconti riguardanti il carnevale: tra queste un rarissimo volume del 1961, “A tordio par Canal (Studio dell'ambiente del Comune di Forno di Canale) scritto da Edoardo Luciani, fratello di Albino.

Nei tempi passati, durante i mesi freddi, quando cadeva molta neve e le persone rimanevano in casa, c'era chi si dedicava a realizzare le maschere da indossare a Carnevale; giovani che si cimentavano con le sgorbie o adulti esperti dalle mani abili, tutti assieme a scolpire il legno per raffigurare l’espressione immaginaria di un volto. Il risultato erano maschere di diversa fattura destinate a essere bruciate la sera del “Martedì Grasso” in un grande falò che segnava il termine del divertimento e l’inizio della Quaresima con il “Mercoledì delle Ceneri”. Alcune di queste maschere, però, venivano riposte in soffitta e per lo più dimenticate. Nascoste agli occhi di tutti e conservate con cura nelle dimore di pochi attenti collezionisti, oggi questi preziosi ricordi tornano alla luce grazie all’impegno de "I boce dela Zinghenesta”, un gruppo di amici che nel 2013 decise di riportare in vita questa secolare tradizione.

Info e prenotazioni: Museo Albino Luciani MUSAL

tel. 0437-1948001 fax. 0437-1948085

info@fondazionepapaluciani.com

Orari: 9.30 - 12.30 - 15.00 - 18.00

Chiuso il martedì e dal 24 al 26 dicembre.


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