A 200 anni dal Collegio d’arti
La Domenica delle Palme gli ex allievi, i familiari e gli amici dell’Opera Pavoniana erano soliti ritrovarsi a Saiano per commemorare il giorno della morte del fondatore, padre Lodovico Pavoni, avvenuta il 1° aprile del 1849. Ludovico Pavoni è un sacerdote che con grande sollecitudine si dedicò all’istruzione dei giovani più poveri, nell’intento soprattutto di educarli secondo i costumi cristiani e di avviarli a un mestiere, fondando per questo la Congregazione dei Figli di Maria Immacolata.
Purtroppo quest’anno non è stato possibile pregare insieme. Nel 2021 ricorrono i 200 anni dall’inizio dell’Istituto fondato nel 1821 da San Pavoni in San Barnaba: il “Collegio d’arti” era dedicato agli adolescenti poveri e orfani; in quella data si ricorda anche l’avvio della scuola grafica considerata la prima sorta in Italia. Aveva pensato di creare “un Collegio d’Arti ove almeno gli orfani, o trascurati da propri genitori venissero raccolti, gratuitamente mantenuti, cristianamente educati, e fatti abili al disimpegno di qualche arte, affine di formarli insieme cari alla religione, ed utili alla società, e allo Stato”.
Venerdì 11 giugno, giorno in cui la liturgia celebra la festa dell’apostolo San Barnaba, la speranza è di riuscire a condividere un evento nell’auditorium San Barnaba che dal 2016 è dedicato anche a San Lodovico Pavoni. La festa di San Pavoni sarà celebrata il 28 maggio alla presenza del vescovo Tremolada che, alle 18.15, presiederà la Messa nella chiesa dell’Immacolata.

San Lodovico Pavoni, di nobili origini, precursore di San Giovanni Bosco, in particolare si prese cura anche dei bambini sordomuti, offrendo loro un tetto e un lavoro. Mori’ di polmonite, contratta durante la camminata sotto la gelida pioggia incessante, nel tragitto da Brescia a Rodengo Saiano, fatto per portare al sicuro i suoi ragazzi dalla prevedibile sanguinosa repressione degli Austriaci in seguito all’insurrezione di Brescia delle X Giornate, come poi avvenne. Mori’ di polmonite (nella Domenica delle Palme), allo stesso modo di tanti nostri concittadini bresciani che sono state vittime del Covid. San Lodovico Pavoni, avendo avuto la loro stessa agonia, sarà stato senz’altro accanto a loro.