lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Breno
di GABRIELE FILIPPINI 16 ago 2023 09:29

Don Matteo Santo Ongaro: orgoglioso delle radici

Don Matteo Santo Ongaro, volto ben noto della Cancelleria Vescovile, se ne è andato nel mese mariano all’età di 85 anni. Originario di Breno, ha vissuto una infanzia segnata dalla morte del padre durate la seconda guerra Mondiale: perse la vita durante la Campagna di Russia e la notizia colpì molto Matteo Santo e il fratello che erano ancora bambini. La madre, donna saggia e forte, legata al Pro Familia, crebbe i suoi figli con tutto l’amore e la cura possibile, lavorando la sera come addetta alle pulizie in una fabbrica. Ma don Matteo Santo rimase sempre segnato da questa vicenda.


Don Matteo Santo, per chi lo osservava superficialmente, poteva sembrare un prete bizzarro, per il modo di vestirsi, per il suo carattere che alternava momenti di euforia a momenti di chiusura e afasia. Ma in realtà don Matteo Santo è stato un prete generoso che ha lavorato bene per la Chiesa. Un prete che leggeva e studiava e sapeva tenere buone omelie. Negli anni in cui ha lavorato in Cancelleria ha accolto le persone e le ha servite con competenza e a lui la diocesi deve in gran parte la conclusione dell’iter per la Beatificazione di mons. Mosè Tovini. Sapeva tutto del santo sacerdote camuno che sentiva come un amico e contemporaneo. Ne ha diffuso la conoscenza e ha curato mezzi e strumenti per rendere popolare la sua figura. Aveva trovato anche documenti sconosciuti, come una piccola raccolta di poesie a sfondo operaistico che il giovane don Mosè scrisse quando, primo fra i sacerdoti bresciani all’inizio del Novecento, si dedicò agli studi sociali.


Orgoglioso delle sue radici camune, in Val Camonica trascorse gli anni della sua giovinezza sacerdotale: prima a Erbanno come curato, poi a Vione come parroco per cinque anni e altri otto anni di parroco li consumò a Prestine, parrocchia che lasciò nel 1978. L’anno successivo fu destinato alla parrocchia di Sant’Eufemia della Fonte in città, dove rimarrà per quasi quarant’anni. In Cancelleria Vescovile approdò nel 1983 con ruolo di Vice Cancelliere. Successivamente divenne promotore di giustizia e difensore del vincolo presso il Tribunale ecclesiastico diocesano. Gli ultimi dieci anni dal 2005 al 2015 era presente in Cancelleria semplicemente come collaboratore.


Nei lunghi anni di presenza e residenza a S. Eufemia don Matteo Santo è stato un collaboratore prezioso che si è dedicato soprattutto all’assistenza religiosa degli ammalati. Inoltre è stato il sacerdote che ha curato in modo singolare le celebrazioni e il decoro della chiesa di San Giacinto che sorge nel cuore dell’antica contrada ad est di Brescia.
Dopo il 2017 don Matteo Santo ha cominciato ad avere problemi di salute e trascorse un breve periodo nella casa di riposo di Breno. Poi tornò in centro città, abitando nel complesso di San Clemente e nella sua abitazione rimase fino a quando, quasi improvvisamente, lo ha colto sorella morte.

I suoi funerali si svolsero nella parrocchia di Sant’Eufemia presieduti dal Vescovo mons. Pierantonio Tremolada. Poi la sepoltura nel cimitero di Breno a lui tanto caro. Là riposa in pace in attesa di ricevere il premio eterno riservato ai “servi buoni e fedeli”.

GABRIELE FILIPPINI 16 ago 2023 09:29