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di ARNALDO MORANDI 30 ott 2022 21:00

In preghiera per tutti i defunti

La Chiesa crede e professa la “comunione dei santi”, cioè l’insieme e la vita insieme di tutti i credenti in Cristo, sia quelli che vivono nel tempo sia quelli che, oltrepassata la soglia della morte, vivono nella luce della casa del Padre (paradiso) o sono ancora in cammino di purificazione per giungervi (purgatorio). Dalla comunione dei santi nasce l’interscambio di aiuto reciproco tra i credenti in cammino e i credenti viventi nell’aldilà. La storia della Chiesa ci dice che la comunione dei santi fa parte del suo cammino e del suo patrimonio spirituale; già nel secolo IX, in continuità con l’uso monastico del VII secolo di consacrare un giorno completo alla preghiera per tutti i defunti, è presente e codificata dal punto di vista liturgico la preghiera a tutti i santi. Amalario, nel secolo IX, poneva già la memoria di tutti i defunti successivamente a quelli dei santi.

Con l'abate benedettino sant’Odilone di Cluny la data del 2 novembre fu dedicata alla commemorazione dei fedeli defunti, per i quali già Sant’Agostino lodava la consuetudine di pregare anche al di fuori dei loro anniversari, proprio perché non fossero trascurati quelli senza suffragio. La speranza cristiana nella vita oltre la morte trova fondamento nella Bibbia, nella invincibile misericordia di Dio. “Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!” (Giobbe 19,25). Illuminanti sono le parole del papa emerito Benedetto XVI: “Vorrei invitare a vivere questa ricorrenza (la Commemorazione di tutti i fedeli defunti) secondo l’autentico spirito cristiano, cioè nella luce che proviene dal Mistero pasquale. Cristo è morto e risorto e ci ha aperto il passaggio alla casa del Padre, il Regno della vita e della pace. Chi segue Gesù in questa vita è accolto dove Lui ci ha preceduto. Mentre dunque facciamo visita ai cimiteri, ricordiamoci che lì, nelle tombe, riposano solo le spoglie mortali dei nostri cari in attesa della risurrezione finale.Le loro anime – come dice la Scrittura – già ‘sono nelle mani di Dio’ (Sap 3,1). Il modo più proprio ed efficace di onorarli è pregare per loro, offrendo atti di fede, di speranza e di carità. In unione al Sacrificio eucaristico, possiamo intercedere per la loro salvezza eterna, e sperimentare la più profonda comunione, in attesa di ritrovarci insieme, a godere per sempre dell’Amore che ci ha creati e redenti” (Discorso all’Angelus, 2 novembre 2009).

Per questo i fedeli pregano per i loro cari defunti e confidano anche nella loro intercessione, nutrendo la speranza di raggiungerli in cielo per unirsi agli eletti nella lode della gloria di Dio. Il 2 novembre è il giorno che la Chiesa dedica alla commemorazione dei fedeli defunti; in ogni celebrazione eucaristica, tuttavia, la liturgia riserva nella preghiera del canone il ricordo per tutti i defunti e propone preghiere universali di suffragio alle anime del Purgatorio. La Chiesa con i suoi figli è sempre madre e li vuole tutti presenti allo sguardo di misericordioso di Dio, pregando per i vivi e per i morti viventi in Cristo. L’amore materno della Chiesa è più forte della morte. Collocando la memoria e la preghiera per il suffragio (aiuto) dei defunti dopo il 1° novembre, offre una chiave di lettura: i santi sono dei defunti che già vivono presso il Signore.

ARNALDO MORANDI 30 ott 2022 21:00