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Brescia
di STEFANO FEMMINIS 13 ott 2017 08:24

Una missione a servizio del Vangelo

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Aperto, con la celebrazione presieduta dal vescovo Tremolada nella parrocchiale di Sant'Alessandro, "Mission is possible", la prima edizione del Festival della missione. Molti gli appuntamenti in programma sino a domenica 15

Ha preso il via, con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Tremolada nella parrocchiale di Sant’Alessandro, “Mission is possible”, il primo festival nazionale della missione. A quattro giorni dal suo ingresso a Brescia nella sua omelia ha sottolineato l’esigenza di una missione “che trasmetta a tutti la festa, i colori e i valori del Vangelo”.

È stato questo il triplice augurio e insieme l’impegno che il vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada, ha consegnato a partecipanti e organizzatori del primo Festival nazionale della missione, al via ieri con la Messa da lui presieduta. Dopo che nel pomeriggio erano state inaugurate le tensostrutture allestite nel centralissimo Corso Zanardelli, dove si susseguiranno presentazioni di libri, testimonianze e momenti di animazione, le persone già confluite nella città lombarda si sono date appuntamento insieme ai fedeli locali nella chiesa di Sant’Alessandro.

“Siamo in una parrocchia che festeggia il suo patrono, ma con questo Festival ci apriamo al mondo intero – ha ricordato nell’omelia Tremolada, riferendosi in particolare agli oltre 200 missionari e missionarie, italiani e stranieri, arrivati da vari Paesi del mondo –. Ciò che è locale è immerso in un quadro universale e non deve mai chiudersi altrimenti soffoca. Ma ciò che è universale deve ricordare che non è mai generico: non esiste l’umanità in genere, esiste il volto di ciascuna persona”

Alla sua prima uscita pubblica dopo l’ingresso ufficiale in diocesi di domenica scorsa, il nuovo pastore di Brescia ha indicato tre aspetti che non possono mancare nell’azione missionaria. La festa, anzitutto. “Il Vangelo è capace di farci fare festa ed è molto bella, anche se inconsueta, la scelta di organizzare qualcosa che si chiama Festival della missione, un’espressione di solito usata per eventi laici. La buona notizia che noi abbiamo da offrire è che è possibile una vita fondamentalmente serena perché proveniamo da un mistero di grazia e questo mistero ci accompagna di giorno in giorno. La missione dunque ha il compito di far sentire la gioia che viene dal Vangelo”.

E poi, ha proseguito il vescovo, la missione deve sapere insegnare la bellezza di essere diversi, la bellezza dei colori. “Certo, la differenza ti impegna a superare la paura, ma poi ti accorgi che la tua ricchezza si moltiplica. La missione oggi ci aiuta a cogliere meglio la bellezza delle diversità, in un tempo, tra l’altro, in cui siamo chiamati a condividerle su territori sempre più ristretti. Una volta i missionari erano coloro che andavano verso i continenti, ed è giusto che continui a essere così; ma oggi dobbiamo anche imparare a vivere la missione mentre gli altri continenti ci vengono in casa”.

Infine, i valori del Vangelo: la giustizia, l’uguaglianza, la solidarietà, la dignità della persona, “per arrivare al vertice: la carità, la comunione piena e il desiderio che tu sia felice anche a costo di rinunciare a qualcosa di mio. Anche questo fanno i missionari: essere in prima fila nell’agire affinché la vita trovi la sua più bella espressione”.

Una traccia, quella offerta da Tremolada, che gli ospiti di questi giorni avranno il compito di approfondire e concretizzare. Con le loro riflessioni ma soprattutto con le loro testimonianze: come è avvenuto nell’intensa serata di ieri, in cui Brescia e l’hinterland hanno vissuto una sorta di “veglia missionaria diffusa”: non un solo luogo in cui confluire tutti, ma piccole veglie di preghiera sparse in 20 luoghi diversi (tra cui quattro monasteri di clausura), animate da altrettante coppie di missionari.

Il Festival è poi continuato in diverse parrocchie della diocesi con veglie di preghiera a cui hanno portato la loro testimonianza i missionari presenti in città

STEFANO FEMMINIS 13 ott 2017 08:24