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Brescia
di REDAZIONE 08 giu 2023 16:28

Una vita in ritiro (1863)

Ci piace la franchezza e l’ironia di questo parroco di Voltino che spiega al suo vescovo che, fortunatamente, non si trova nella necessità di fare esercizi spirituali perché, nel caso lo fosse e ne sentisse il bisogno, sarebbe un bel problema, per più ragioni: innanzitutto, farebbe fatica a sostenerne il costo, sia del viaggio, sia dell’ospitalità nella casa di esercizi, ma soprattutto si chiede: “fatto il confronto tra il ritiro in qualche casa religiosa o nella mia canonica, troverei più conveniente quest’ultima poiché, che vi è più di Voltino per un ritiro spirituale e temporale?”. E qui inizia a sciorinare le caratteristiche di Voltino: “Voltino sopra un monte, lontano dal mondo: non si vedono forestieri di sorta, non arrivano gli strali della stampa libera, qui si manca di divertimenti, di commodi della vita, qui si digiuna per necessità, qui, in fine, è un continuo ritiro, una continua penitenza”. Il quadro disegnato dal parroco è quanto mai desolante e, sembra di capire che quindi, a Voltino, non ci stia troppo volentieri. La conclusione è lapidaria e conseguente: “Dunque, fatti i miei conti, trovai più spediente santificarmi qui che altrove in qualunque Casa religiosa”. Detto questo, considerato che probabilmente era tra i sacerdoti che avevano aderito all’indirizzo passagliano (corrente teologica della seconda metà dell’Ottocento che metteva in discussione il potere temporale della Chiesa), ribadisce la propria fedeltà alla Chiesa, al Papa, al Vescovo e chiude così rientrando nei ranghi.


REDAZIONE 08 giu 2023 16:28