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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 16 feb 2018 10:41

Cooperazione sociale e responsabilità

Venerdì 23 febbraio si terrà l’assemblea elettiva di Federsolidarietà. Alle 14.30 è in programma una Lectio magistralis del vescovo Tremolada. Dei valori che sottendono l’incontro ne abbiamo parlato con Alberto Festa, presidente di Federsolidarietà Brescia

L’assemblea elettiva di Federsolidarietà, in calendario venerdì 23 febbraio al Centro Pastorale Paolo VI, apre la stagione di rinnovo degli Organi delle Federazioni di Confcooperative. “Responsabile e protagonista. La cooperazione sociale nella promozione del welfare comunitario” è il titolo dell’incontro, i cui lavori saranno introdotti, alle 14.30, da una Lectio magistralis del vescovo Pierantonio Tremolada che avrà per tema “Responsabilità sociale e legami sociali per fare la comunità”. Dei valori che sottendono l’incontro ne abbiamo parlato con Alberto Festa, presidente di Federsolidarietà Brescia.

Qual è il ruolo della cooperazione sociale nel processo di promozione del welfare comunitario?

Lo troviamo nell’articolo 45 della Costituzione che riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata, promuovendone e favorendone l’incremento con i mezzi più idonei. È un cardine fisso nel quale si identifica la cooperazione come strumento per il bene comune. Lo strumento c’è, ma, come sempre, dipende da chi lo utilizza e con quali finalità. Il welfare comunitario necessita della partecipazione di tutti. La dimensione comunitaria, la condivisione e la partecipazione sono tutti elementi propri della cooperazione che, come indica il titolo dell’incontro, deve essere responsabile e protagonista, attraendo risorse umane, economiche e culturali per creare una società più vicina alle persone, più solidale.

La forbice tra ricchezza e povertà è andata allargandosi. La società è sempre più sfilacciata. Solidarietà e responsabilità determinano il tessuto sociale comunitario. All’orizzonte s’intravede una strada da percorrere?

Bisogna ripartire dalle persone, dai legami, come richiamato dal titolo della Lectio che sarà tenuta dal Vescovo. L’attenzione alla persona non può essere una dimensione secondaria, così come non possono essere gli interessi economici a determinare le priorità. Nell’ambito cooperativo l’elemento relazionale, quindi sociale, e quello economico, devono trovare una giusta coniugazione, così da innestare processi virtuosi.

Parlando di solidarietà, politica ed etica non sempre vanno di pari passo. Quale concezione è necessario recuperare affinché queste due dimensioni tornino a incidere?

Dio è stato il primo cooperatore perché per salvare l’uomo ha voluto che fosse partecipe di questa salvezza. È un concetto evidenziato in un recente incontro da mons. Tremolada. È necessario riporre l’uomo al centro, facendo passare il messaggio che il bene di ognuno di noi non può non prescindere da un bene più grande. L’etica non è un accessorio e, oggi, la si utilizza quando si vuole rimarcare qualche manchevolezza degli altri. Dovrebbe essere invece la stella polare da seguire. La politica deve tornare a fare il bene comune, lasciando da parte, ad esempio, le aggressività che spesso la caratterizzano.

ROMANO GUATTA CALDINI 16 feb 2018 10:41