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Brescia
di REDAZIONE 30 lug 2019 07:55

La produzione bresciana in sofferenza

Segnali di preoccupazione arrivano dalle indagini congiunturali dell’Ufficio Studi e Ricerche AIB e del Servizio Studi della Camera di Commercio. Nel secondo trimestre 2019 la crescita nelle aziende bresciane è dello 0,4%

Segnali di preoccupazione dal mondo della produzione bresciana. Nel secondo trimestre del 2019 la crescita congiunturale (sull’ultimo trimestre) della produzione nelle imprese manifatturiere bresciane è pari al +0,4%, mentre quella tendenziale si attesta al +0,8% (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente).

Si tratta in assoluto del dato più basso dal secondo trimestre 2015, a conferma del progressivo indebolimento dell’industria bresciana, pur in un contesto che rimane ancora leggermente favorevole. La rilevazione si mantiene comunque positiva per il ventitreesimo intervallo consecutivo.

A evidenziarlo sono le indagini congiunturali dell’Ufficio Studi e Ricerche AIB e del Servizio Studi della Camera di Commercio con i risultati al secondo trimestre 2019.

“I risultati del secondo trimestre 2019 sono lo specchio del periodo di stagnazione vissuto dall’economia italiana, ma anche del rallentamento di quella europea, in particolare di un mercato di riferimento per Brescia come la Germania, e delle tensioni sui mercati internazionali – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di Aib –. Il fatto che la rilevazione sia comunque positiva per la ventitreesima volta consecutiva, nonostante il generale indebolimento, mostra la grande capacità della nostra provincia di adattarsi, grazie anche ai numerosi investimenti compiuti in digitalizzazione e 4.0, che continueranno a essere una cifra distintiva delle nostre imprese”.

Le previsioni a breve termine sono moderatamente negative: al netto del calo dell’attività del terzo trimestre, dovuto alla tradizionale chiusura degli stabilimenti nel mese di agosto, si inseriscono in un quadro nazionale in cui si stima un proseguimento della fase di debolezza dei ritmi produttivi. La fiducia delle imprese è continuata a peggiorare nel mese di giugno. Le principali preoccupazioni riguardano, tra l’altro, l’elevata incertezza geoeconomica in seguito alle tensioni commerciali internazionali; l’indebolimento dell’Area euro determinato dalla frenata tedesca; la sofferenza del settore auto; l’incognita sulla trattativa per la Brexit. Sul fronte interno, si aggiungono i timori per l’instabilità politica, per un nuovo inasprimento dell’offerta di credito e per la conclusione del ciclo positivo degli investimenti.

La produzione dell’artigianato manifatturiero bresciano – secondo il Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia - si conferma stazionaria, segnando per il secondo trimestre consecutivo una variazione congiunturale nulla. Il fatturato presenta una dinamica leggermente negativa (-0,4%), mentre gli ordini chiudono in positivo (+1,9%).

Il quadro tendenziale conferma il percorso di rallentamento iniziato nell’ultima parte dello scorso anno. La produzione, infatti, segna una variazione leggermente negativa (-0,2%), il fatturato chiude con un calo dello 0,8%, mentre gli ordini sono in leggera crescita (+0,6%).

Il confronto territoriale evidenzia che l’artigianato bresciano ha conseguito risultati in controtendenza rispetto alla media lombarda.

Con riferimento ai settori, l’attività produttiva è aumentata significativamente nei comparti: materiali da costruzione ed estrattive (+2,5%) e tessile (+1,9%). È cresciuta con minore intensità nell’abbigliamento (+0,6%), nel calzaturiero (+1,0%), nel legno e mobili in legno (+0,7%), nelle maglie e calze (+0,2%), nella meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (+0,6%), nella meccanica tradizionale e costruzione di mezzi di trasporto (+0,5%). È rimasta stabile nel metallurgico e siderurgico (+0,0%), mentre è diminuita nell’agroalimentare e caseario (-0,7%), nella carta e stampa (-0,6%), nel chimico, gomma, plastica (-0,8%).

Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 27% delle imprese, diminuite per il 27% e rimaste invariate per il 46%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono incrementate per il 19% degli operatori, scese per il 24% e rimaste stabili per il 57%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per il 25%, calate per il 16% e rimaste invariate per il 59% del campione.

Le aspettative a breve termine appaiono moderatamente negative. La produzione è prevista in aumento da 14 imprese su 100, stabile dal 68% e in flessione dal rimanente 18%.

Gli ordini provenienti dal mercato interno sono in aumento per il 12% degli operatori, stabili per il 68% e in calo per il 20%; quelli dai Paesi UE sono in crescita per il 14% degli operatori del campione, invariati per il 69% e in flessione per il 17%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari sono in aumento per il 12% delle imprese, stabili per il 70% e in diminuzione per il 18%.

REDAZIONE 30 lug 2019 07:55