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di REDAZIONE 26 nov 2021 15:39

Con gli occhi di Bragia a Bunkervik

Dal 30 novembre sino al 5 dicembre, dalle 15.30 alle 18, "Bunkervik, il rifugio delle idee", di via Federico Odorici 6/b propone la mostra "Con gli occhi di Bragia, 20 fotografie dall'inferno dantesco".

La mostra fotografica presenta una selezione di terzine dantesche liberamente interpretate e trasposte in immagini fotografiche nellap rimavera 2021 dagli studenti della 3^G, ora 4^G, dell’indirizzoTecnico Grafco dell’Istituto Golgi. Il progetto è il risultato di una collaborazione didattica interdisciplinare tra la prof.ssa di Lettere Sonia Trovato e l’insegnante del Laboratorio di fotografa, il fotografo Eros Mauroner. Il capolavoro dantesco ha sempre goduto di una signifcativa fortuna iconografca e da secoli esercita potentisuggestioni sull’immaginario visivo. È stato quindi un passaggio quasi naturale che, nell’anno delle celebrazioni per Dante 2021 eall’interno di un corso di studi come quello grafco, la parola dantesca e l’immagine trovassero un punto di contatto.

Lo scopo preminente del progetto è stato infatti stimolare gli studenti amettere in relazione testi e concetti capaci di evocare immaginimentali e reinterpretarli attraverso un altro mezzo espressivo,come la fotografa. Ogni fotografa é dedicata alla reinterpretazione di una breve sezione della prima cantica e a ogni studente sono state assegnate tre terzine. La produzione e l’elaborazione delle immagini é stata sviluppata dividendo la classe in piccoli gruppi, che a rotazione hancollaborato per realizzare i progetti individuali. Attraverso l’utilizzo di questo linguaggio, realizzato e implementato con procedure e tecnologie di post-produzione, gli studenti hanno esplorato le possibili traduzioni sul piano simbolico del percorso letterario dell’opera fondante della letteratura italiana.

Dal punto di vista del gesto fotografco, l’esperimento cerca di trasformare la lettura in una esperienza del testo, astraendo dall’immaginario narrativo per osservare, o meglio tradurre, sensazioni epercezioni, lasciando emergere immagini non immaginate, l’imprevedibile riposto nella singola e personale esperienza che realizza in un pensiero il testo analizzato. Proprio il pensiero che non é fotografabile, quale spazio privato e interiore, spazio al singolare conpersonali emozioni, che ci ritrova individui nella massa, e non ancora, forse, massifcati. L’esperienza del testo diventa quindi l’ossatura del processo creativo che ricostruisce l’indefnita forma che un’idea può assumere, forma che subisce la modifca estemporanea collegata al momentospecifco della sua stessa creazione, legando il risultato quale prodotto contingente al singolo nel suo rapporto con il testo medesimo. Le stampe presentate non vogliono in alcun modo replicare o ricostruire le scene evocate nel testo, ma piuttosto restituire e partecipare sul piano emozionale e visionario del viaggio di Dante Alighieri.

REDAZIONE 26 nov 2021 15:39