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Brescia
di GIACOMO CANOBBIO 19 feb 2016 00:00

L'Anima della città: le 7 opere di misericordia spirituale

Annunciata la data del Festival: dal 23 al 29 maggio. Il tema nelle parole del delegato vescovile per la pastorale della cultura mons. Giacomo Canobbio

Nelle valutazioni della vivibilità apparse alcuni mesi fa Brescia non appare ai primi posti. I criteri in base ai quali le valutazioni sono compiute potrebbero essere messi in discussione, ma essendo applicati a tutte le città meritano credito. Se si dovessero sottoporre le città alla valutazione dell’“anima”, Brescia a che posto si collocherebbe?

Aiuto alle persone. Chi conosce un po’ le città italiane potrebbe sostenere che sarebbe da collocare ai primi posti: sono numerose le iniziative di solidarietà e di aiuto alle persone bisognose, come pure le attività di carattere culturale; le scuole svolgono una funzione educativa di buon livello; abbiamo due università. Basta tutto questo per affermare che Brescia ha un’anima? Tutto dipende da cosa si intenda con “anima”. Nel linguaggio che ci viene dalla tradizione “anima” sta a indicare anche vitalità, apertura, sensibilità, capacità di riflessione, relazioni “calde” tra le persone, assenza di conflitti, sostegno a chi è più fragile. Assumendo questi parametri non si è più sicuri che Brescia dovrebbe occupare i primi posti nella graduatoria. Rimpiangere i tempi d’oro sarebbe operazione mitologica.

Senso civico. Non si può tuttavia non interrogarsi se nella nostra città permanga il senso civico che la tradizione ha lasciato in eredità. Nessuno mette in discussione gli sforzi che in tanti settori si stanno compiendo. Pare tuttavia che questi siano più orientati alle opere “corporali” che non a quelle “spirituali”. Quando si è avviato il percorso di Corpus Hominis sono apparsi anche i sussurri: valeva la pena un investimento finanziario tanto alto per iniziative culturali, in un momento di crisi economica e mentre il Papa continua a richiamare l’attenzione ai poveri? La domanda è più che legittima. Ma proprio qui si rende necessario tornare al tema dell’anima della città.

Corpus Domini. L’iniziativa messa in campo con Corpus Hominis non è culturale nel senso più ovvio del termine, relativo cioè all’arte nelle sue varie forme. È piuttosto culturale nel senso antropologico del termine: mira a formare una comprensione della città come corpo che si costruisce a partire dal Corpo di Gesù Cristo. Non a caso è legata alla solennità del Corpus Domini. Una comunità cristiana che si sente parte viva della città è consapevole di dare a questa un supplemento d’anima che essa attinge dal suo Signore. La constatazione che il tessuto cittadino tende a sfaldarsi provoca la comunità cristiana a domandarsi se non possa, mediante metodiche accessibili a tutti, diventare motore trainante nella costruzione di un corpo, cioè di un organismo nel quale tutti avvertano di svolgere una funzione importante, senza contrapposizioni, primogeniture, sospetti, rancori. Questo obiettivo può essere raggiunto se l’anima delle persone diventa più attenta, sensibile, aperta, compassionevole. La scelta delle opere di misericordia spirituale come canovaccio delle iniziative di quest’anno si fonda su questa convinzione, che diventa programma, si traduce in spettacoli, mostre, incontri nelle periferie. Il fine è suscitare attenzione ai poveri d’anima aiutandoli a riscoprire la dignità di cittadini di una città che vorrebbe continuare a essere fidelis fidei et justiae.
GIACOMO CANOBBIO 19 feb 2016 00:00