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Chiari
di REDAZIONE 15 nov 2022 09:27

Microeditoria chiude le porte pensando già al 2023

Quasi 12mila  persone hanno varcato i cancelli di Villa Mazzotti Biancinelli entrando nel mondo della Microeditoria di Chiari, immersi nel verde dei giardini liberty e dalla densa coltre di libri che hanno popolato le sue stanze in questi tre giorni di “cultura intensiva”. Centinaia gli standisti/editori indipendenti, non “piccoli” come da loro stessi decretato anni addietro durante una delle prime edizioni della Microeditoria “in una sorta di autoconvocazione e autogesione”, come ha ricordato bene Daniela Mena durante l’inaugurazione di venerdì 11.

Per l’appunto “indipendenti,” ma non immuni dalla fame atavica dei lettori che hanno frequentato i banchetti assiduamente, durante questa tre giorni, che, come da tradizione, si chiude in una domenica di novembre, qualsiasi per i profani, ma non per gli amanti del libro. La domenica rappresenta da sempre il cuore pulsante della Microeditoria, e un sole novembrino ha accompagnato romanticamente la serie “quasi sfrontata” di incontri con gli autori, laboratori, visite per la città, mostre, happening. Più di 100 gli incontri organizzati, con una media di 120 persone ad incontro.

Di primo mattino sono i Gruppi di lettura ad occupare la prima scena, annuale incontro dedicato ai gruppi bresciani, bergamaschi, cremonesi, ma non solo, tutti a discutere attivamente delle strade che hanno scoperto grazie alla lettura, nonché di quelle che ancora potrebbero rivelarsi davanti a loro, in contemporanea al prof Pietro Gibellini che nel Tendone, ricordando Maria Corti (maestra, educatrice e scrittrice clarense a cui è stata dedicata questa edizione), ha dialogato con i poeti dialettali Lino Marconi e Achille Platto. Un’immersione educativa in quel linguaggio che è così dentro di noi che non lo si riconosce come tale, proprio perché innervato nel profondo delle coscienze. Le stesse che sono rimaste fortemente scosse dall’esperienza covid, soprattutto nella scuola, ben sottolineato dall’incontro “L’esperienza covid 19- la riscoperta della relazione educativa nella scuola” (GAM editore) alla presenza di Raffaele Mantegazza, Professore dell’Università Bicocca di Milano, protagonista di un altro incontro svoltosi nel pomeriggio dal titolo “Fuga” come il libro in presentazione: “Fuggire è un comportamento considerato poco eroico, addirittura vile- dice Mantegazza “eppure in realtà di tratta di un meccanismo evolutivo straordinario, che può permettere la sopravvivenza a questo fragile e inerme essere umano. La fuga può essere un momento di crescita e di maturazione.”

Vie di fuga dalla Microeditoria non ve se sono, se non quelle di legge, ben controllate dalle decine di volontari e dall’Amministrazione Comunale, sempre vigile nel mantenere sicura Villa Mazzotti Biancinelli: difficile esimersi dai numerosissimi appuntamenti, a cominciare da Toni Capuozzo e la sua “Balcania”, luogo molto poco di fantasia e con tanta compassione da vendere, oltre al proverbiale “politicamente scorretto” che fa di lui uno dei narratori più affascinanti e allo stesso tempo disturbanti. Disturbante è pure la figura di Putin, l’ultimo zar (Piemme), ben raccontato nella sessione pomeridiana da Nicolai Lilin “Avevo in mente un libro dove poter riflettere sulla metamorfosi che avviene nell’anima di una persona quando questa persona affronta la salita verso il potere assoluto. Io, lo immaginavo una persona semplice, una persona che arriva, si può dire, dai bassifondi di Leningrado, l’attuale San Pietroburgo, e fa poi una salita incredibile diventando un personaggio importante e potente. In lui c’è stato un cambiamento incline anche verso il male, il potere non ha migliorato quest’uomo, sicuramente lo ha danneggiato dal punto di vista umano. Per me è molto interessante come scrittore quando ho davanti un personaggio così.”  

Ecco ciò che Lilin riporta nella discussione provocata da Massimo Tedeschi il quale, poco dopo, da intervistatore passa a intervistato con la sua “Brescia Adagio” , “guida” curiosa alla scoperta di Brescia, sempre per restare in tema di BgBs capitali della cultura, rallentando i ritmi: “solo così è possibile svelarne la vera bellezza”.

Una scia storica percorre la domenica della Microeditoria anche attraverso l’epopea dei Longobardi, insieme al Prof. Gabriele Archetti il suo “Longobardi in Italia. I Luoghi del Potere (568-774 d.c)” presentato nella sala Scuderie, in collaborazione con il Centro Studi Longobardi. La cultura che si fa storia e viceversa, è un’altra delle chiavi di lettura di questa e di tante altre “Microeditorie” così come la spinta propulsiva verso i temi educativi affrontati in collaborazione con l’Associazione Montessori e dalla sua Presidente Rosa Giudetti che ha trascorso la domenica di salone in salone intervistando autori e presentando libri: “Gli Alberi già lo sanno” di Valeria Paola Babini oppure ancora Il peccato originale di Maria Montessori, a cura di Flavio De Giorgi, ordinario di Storia della pedagogia e dell’educazione presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia: “Un testo di grande valore che contribuisce a smentire l’interpretazione secondo cui la dottrina cristiana del peccato originale sia in contraddizione con il metodo educativo della grande scienziata.”

E sempre restando in tema di educazione, è venuto in soccorso Enrico Galiano con la sua “Scuola di felicità per eterni ripetenti” (Garzanti) ribadendo a chi era presente in sala che “arriva un momento in cui si è convinti che non ci sia più bisogno di imparare. Ma basta un attimo per capire che le nostre sicurezze, spesso, sono solo un modo per far tacere la paura”. Paura Nadia Busato non l’ha mai avuta, soprattutto nell’ usare con sapienza la sua penna femminile tanto nel restituire storie di donne che non saranno mai “brave mogli di nessuno” (SAGA EGMONT edizioni) né tanto meno nel raccontare ai suoi lettori le atmosfere della “Factory” di Andy Wharol: con lei tante persone nella sala Giunchi, scoprendo la storia della “factory girl” Edie Sedgwick.

Storie e ancora storie: la domenica della Microeditoria ha narratori maestri del cartaceo ma anche illustri uomini del mondo giornalistico televisivo, anche se ad Andrea Purgatori, volto noto di LA7, questa etichetta certamente va strettissima. E’ venuto insieme ad Alex Corlazzoli, a raccontare di come si sta a trent’anni dalle stragi di Capaci, a trent'anni dalla morte di Giovanni Falcone: “quante domande rimangono ancora senza risposta? La Cupola di Cosa Nostra poteva essere decapitata il giorno stesso dell'arresto di Totò Riina? E perché non fu così? ” La sua testimonianza chiude simbolicamente la kermesse lasciando ai presenti una certezza: “non è più ammissibile ritenere che quei delitti siano stati frutto della sola mente perversa di Totò Riina e dei suoi sodali. Non è più ammissibile affermare che dietro a quelle stragi vi fosse solo l'interesse di Cosa nostra. Le prove acquisite, i processi, le inchieste, le testimonianze, i frammenti di verità fin qui ottenuti grazie all'impegno di abili ed indomiti magistrati ed investigatori che hanno raccolto il loro testimone nella lotta al Sistema criminale, fanno emergere in maniera chiara ed evidente che vi furono mandanti esterni dietro le stragi”.

In questa edizione dai mille volti ma da un unico filo conduttore, la “visione generale” è stata approfondita con diversi programmi e declinazioni, dalla “Cultura digitale”, tra videogiochi e “ponti tra intelligenze” (con Roberto Montanari e Nadia Busato) alla Microeditoria del Fumetto, prossimamente in quel di Orzinuovi il prossimo 20 novembre. Ma su tutto sempre la parole scritte, in Microeditoria contano ancora molto: “educazione, storia, favole, giochi, sogni, donne, uomini, fughe, ritorni, stupore, bellezza…. “. Tante, troppe forse, proviamo a racchiuderle  in un racconto, magari di sette parole: “grazie per essere stati ancora con noi”.

REDAZIONE 15 nov 2022 09:27