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Brescia
di LUCIANO ZANARDINI 18 feb 2016 00:00

Non cadere nella rete

Siamo di fronte a una società sempre “connessa”: gli adolescenti comunicano tramite chat con i genitori, che, spesso, non sono consapevoli dei rischi corsi dai figli in rete

Per non cadere nella rete. Anche al Liceo Leonardo di via Balestrieri che, alla presenza di 400 ragazzi delle scuole della provincia, ha ospitato il Safer Internet Day 2016, la ricorrenza internazionale promossa dall’Ue e dedicata alla sicurezza dei minori in rete.

Il ruolo della Polizia. “Abbiamo incontrato e continueremo a farlo 15mila studenti – afferma il questore Carmine Esposito –. In Internet le regole spesso non vengono rispettate: vengono, infatti, caricati contenuti inappropriati che mettono i più giovani alla mercé di molti rischi”. Purtroppo, però, molti di questi rischi non sono percepiti come tali. È costume, ad esempio, pensare di poter cancellare con un colpo di mouse immagini e contenuti, che invece restano “immortali” anche a distanza di tempo. Nel caso della Polizia, sul territorio provinciale e nazionale Domenico Geracitano porta avanti con entusiasmo e passione la sua “battaglia” per un utilizzo più consapevole di internet. Autore tra l’altro di “Internet un nuovo mondo: costruiamolo”, il volume nato per aiutare i genitori ad accompagnare i figli nella scoperta di internet, delle sue potenzialità ma anche dei rischi che vanno conosciuti per essere affrontati, Geracitano gira nelle scuole e nelle parrocchie. Se i genitori sono degli “immigrati digitali”, i figli sono dei nativi digitali: utilizzano con facilità gli strumenti tecnologici, ma non hanno la consapevolezza di quello che hanno tra le mani.

I dati. Secondo una recente ricerca realizzata da Sos Il Telefono Azzurro in collaborazione con Doxakid emerge che siamo di fronte a una società sempre “connessa”: gli adolescenti comunicano tramite chat con i genitori, che, spesso, non sono consapevoli dei rischi corsi dai figli in rete. L’indagine “Tempo del web. Adolescenti e genitori online” offre un’immagine chiara dalla quale non si può più prescindere soprattutto quando si cercano nuovi modelli educativi. Il 17% dei ragazzi intervistati dichiara di non riuscire a staccarsi da smartphone e social, 1 su 4 è sempre online, quasi 1 su 2 si connette più volte al giorno, 1 su 5 si sveglia durante la notte per controllare il cellulare. Quasi 4 su 5 chattano continuamente su WhatsApp. Uno su 2 dichiara di essersi iscritto a Facebook prima dei 13 anni, mentre il 71% riceve uno smartphone a 11 anni, prima delle chiavi di casa che arrivano a 12. Il 73% dei ragazzi dichiara di frequentare costantemente siti pornografici.

Il cyberbullismo. L’ultimo episodio di cronaca è arrivato da Podernone ma è solo uno dei tanti. “Fare rete per entrare in rete”. E questo lo slogan portato avanti dalla Polizia di Stato con progetti di prossimità. “Cerchiamo di stare vicino ai ragazzi e alle famiglie – ha commentato Geracitano, ospite a Tv2000 del programma “Bel tempo si spera” – di fare rete per entrare nella rete della legalità. Se ognuno di noi fa qualcosa, come diceva don Pino Puglisi, allora si può fare molto. I ragazzi vogliono mettersi in mostra, perché non farlo per fare del bene?”. Resta il tema educativo. “Quando regaliamo uno smartphone non offriamo spiegazioni, mentre per assurdo quando regaliamo una bicicletta a un bambino aspettiamo che raggiunga il giusto equilibrio per togliere le rotelle... Regaliamo – conclude Geracitano – un’identità virtuale dove i nostri figli costruiscono la loro web reputation. Si accorgeranno che mettersi in mostra con una fotografia li renderà prigionieri della stessa fotografia...”.
LUCIANO ZANARDINI 18 feb 2016 00:00