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Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 11 nov 2016 14:27

Restaurare il cielo al Paolo VI

Negli spazi del Centro pastorale di via Calini a Brescia è visitabile sino al 17 novembre l'esposizione che documenta i lavori di restauro in corso alla basilica della Natività a Betlemme

Il luogo in cui tutto è nato, la culla del cristianesimo, ma anche il terreno di tanti scontri e di tante incomprensioni, la basilica della Natività a Betlemme, necessitava di un complesso e globale intervento  di restauro. Ne avevano bisogno le coperture, il tetto a capriate, le superfici murarie, i mosaici, e l’ingresso con la sua porta in legno del XIII secolo. E così quello che in una terra dei mille conflitti (politici, religiosi e culturali) sembrava impossibile, nel 2010, con la creazione di un bando internazionale, è diventato realtà, con l’assegnazione dello studio preliminare a un gruppo multidisciplinare coordinato dal Consorzio Ferrara Ricerche che fa capo all’Università di Ferrara restauro. Nel 2013, poi, il governo palestinese ha promosso gli interventi di restauro al complesso, affidando l’esecuzione dei lavori è stata affidata alla Piacenti, una spa di Prato, sempre sotto la supervisione universitaria.

E così un cantiere di restauro come quello della Basilica di Betlemme ha finito col mettere in moto un mondo perché occorrevano conoscenze e competenze nei campi più diversi. Dal 2013 ad oggi, hanno già lavorato nel cantiere oltre ai tecnici della Piacenti - 169 tra partner, collaboratori, subcontractor e consulenti ed oltre 50 aziende. Si sono trovati a lavorare insieme persone diverse per nazionalità, per cultura, per religione, per competenze professionali, dal professore universitario al muratore, come avveniva nel cantiere medioevale di una cattedrale. È un mondo quello che lavora in Basilica ed è un mondo quello che finanzia il cantiere, fatto di privati e di Stati, a volte anche incredibilmente distanti fra loro sul piano politico. I lavori, ormai iniziati da tre anni, hanno portato al rifacimento della copertura da cui cadevano copiose le infiltrazioni di acqua, e delle antiche finestre in legno e alabastro, sostituite con finestre di identico disegno in cipresso toscano e doppi vetri dotati di protezione contro i raggi ultravioletti e infrarossi per salvaguardare le pitture interne. Tra gli interventi conclusi anche quello del nartece del Quello del nartece, la parte che immette alla basilica, è stato il restauro strutturale più importante del cantiere. La struttura infatti rischiava di crollare, con il muro esterno inclinato di 48 centimetri verso la piazza e le volte, con distacchi dai muri di sostegno che andava incontro al collasso. Importanti interventi sono stati compiuti sulla porta armena, in legno, che introduce dal nartece in basilica e che fu voluta dal re armeno Hetum, figlio di Costantino, nel 1227, come si legge nell'iscrizione scolpita in lingua araba e armena. Anche le superfici esterne della basilica sono state riportate al loro splendore originario, così come le colonne e le trabeazioni della basilica. Il gruppo di lavoro coordinato da Piacenti ha poi volto la sua attenzione sul vasto corpo dei mosaici (nella foto Piacenti Restauratori) che ricoprono (anche se molti sono andati perduti) gran parte delle superfici intere.

“Gli interventi compiuti (quelli elencati e molti altri) e la bellezza complessiva della basilica che trova enfasi nelle storia di fede che racchiude – afferma Giammarco Piacenti, presidente della spa – ci ha convinti che quello che stavano facendo dovesse essere comunicato prima ancora che il restauro fosse portato a compimento”. E così è stata contattata Mariella Carlotti, curatrice di importantissime mostre didattiche che, dopo avere visionato di persona il cantiere, si è messa al lavoro, realizzando “Restaurare il cielo” la mostra sul restauro della basilica della Natività a Betlemme, presentata l’estate scorsa al Meetingo di Rimini e che sino al 17 novembre prossimo è visitabile al Centro pastorale Paolo VI di Brescia.

“I lavori, compreso l’intervento sui mosaici del pavimenti di Elena, madre dell’imperatore Costantino, che nel 313 concede la libertà di culto ai cristiani  e venti dopo ordina la costruzione di una prima chiesa sul luogo in cui nacque Gesù – ha affermato Picenti – si concluderanno entro il 2019”, giusto in tempo per essere mostrati al mondo un anno dopo, quando Betlemme sarà una delle capitali mondiali della cultura.

“Quello che stiamo realizzando – ha concluso Piacenti inaugurando la mostra  a Brescia – è un vero messaggio di pace verso il mondo”. Il lavoro sino ad oggi svolto è diventato anche materiale per jl dvd "Restaurare il cielo. La Basilica della Natività di Betlemme e la storia del suo restauro) realizzato dal regista Tommaso Santi.

MASSIMO VENTURELLI 11 nov 2016 14:27