lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 26 lug 2017 17:34

Una rete che fa acqua ovunque?

Ascolta

La rete idrica bresciana registra una dispersione pari al 40%. I dati dell’Ato basati sulle informazioni di A2A, AOB2, ASVT e Garda Uno

Mentre la siccità sta colpendo duramente alcune zone della penisola, l’area bresciana è alle prese con il fenomeno della dispersione idrica. Stando a quanto riferito dall’Ato di Brescia le reti dell’acquedotto della provincia nel 2016 hanno registrato perdite pari, circa, al 40% (quattro litri ogni dieci). Il dato è la risultanza della sintesi delle informazioni fornite all’Ente dai diversi gestori che operano nel Bresciano: A2A, AOB2, ASVT e Garda Uno. Ne abbiamo parlato con il direttore di Area dell’Ato Marco Zemello.

Direttore, da quali fattori è dipesa questa situazione?

Principalmente dal fatto che nel tempo, con la crescita dell’urbanizzazione, non sempre le strutture idriche hanno seguito un’omogeneità di costruzione. Sono stati utilizzati materiali diversi, magari più fragili e non posati poi così perfettamente. A questo si aggiunge una certa incuria e una crescita irregolare dell’urbanizzazione che ha provocato in alcuni punti dispersioni idriche che nel tempo sono andate aumentando. Altri casi sono legati alla pressione nella rete che in alcune zone ha provocato delle rotture.

Quali sono le soluzioni per risolvere le criticità?

Bisogna innanzitutto conoscere bene la rete. Abbiamo chiesto ai gestori di imparare a leggere la loro rete anche per distretti così da intervenire agevolmente nei punti più deboli. Gli investimenti sono importanti e occorre farli nel momento in cui occorre una necessità.

Le zone con maggiori criticità? 

Dalla mappatura della provincia, ogni anno i gestori sono tenuti a fornire al Ministero e anche a noi i dati sulle perdite, sappiamo che le situazioni più gravose sono in alcuni Comuni della Franciacorta, del Garda e di alcune zone montane dove è più facile che ci siano problemi di pressione per raggiungere tutti gli abitati con conseguenti fenomeni di dispersione.

Ci sono Comuni più virtuosi di altri?

Il risparmio è un concetto che riguarda le singole utenze. Imparare a utilizzare l’acqua che si ha disposizione significa farne uso quando se ne ha la necessità. In questi giorni assistiamo sempre più spesso – soprattutto nei Comuni dove l’acqua viene facilmente dispersa o utilizzata per altri usi diversi da quello domestico – all’emanazione di ordinanze restrittive. Le aree della Franciacorta e del Garda sono zone turistiche dove facilmente l’acqua viene utilizzata per riempire le piscine, per irrigare i giardini... In qualche modo, quando c’è una scarsità di risorsa, sarebbe il caso di utilizzarla per scopi più nobili.

Proprio in riferimento alle ordinanze...

Come dicevo ci sono Comuni che hanno cominciato ad avere problemi nelle opere di captazione, perché sono scesi i livelli. In alcuni casi sono Comuni dove l’approvvigionamento viene da sorgenti che hanno diminuito la loro portata. Ad oggi non ci sono situazioni gravose da dover rifornire con autobotti i Comuni. Senza dubbio sussistono situazioni in cui il Sindaco, che ha anche un ruolo di autorità rappresentativa della sanità, deve fare in modo che l’acqua venga utilizzata in maniera adeguata, limitando gli sprechi.

Laddove riscontrate delle criticità?

Una volta mappate le situazioni più critiche anche noi, come Ufficio, abbiamo il compito di pianificare gli interventi, gli investimenti che possono servire per migliorare la situazione. Di recente abbiamo proposto, soprattutto nei Comuni dove ci sono dispersioni oltre il 50%, investimenti che usufruiranno di forme di contributo ministeriale. Per evitare lo spreco, talvolta si pensa che dove c’è molta dispersione si debba incrementare il quantitativo di acqua. È l’opposto: sono necessarie meno captazioni e più interventi di sistemazione sulla rete in modo da evitare le dispersioni.

ROMANO GUATTA CALDINI 26 lug 2017 17:34