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Concesio
di GIUSEPPE BELLERI 05 giu 2020 16:20

Bertoglio, il Coppi di Concesio

Sono passati 45 anni dalla conquista della “Maglia rosa”. Domenica 7 giugno si terrà una cerimonia commemorativa

A vedere Fausto Bertoglio passeggiare attorno al suo negozio di biciclette di San Vigilio, non pare vero che siano già trascorsi 45 anni dalla sua mitica impresa, se non ci fosse un disegno dello Stelvio 1975, lassù in alto sulla parete ovest della casa, che guarda verso il più modesto colle di San Velgio. Ai giovani che non hanno avuto il piacere di vivere quei momenti unici e irripetibili, che capitano rare volte nella storia di una cittadinanza, andiamo a raccontare la valenza di una vittoria al Giro ciclistico d’Italia. Mentre il calcio è lo sport più popolare, il più praticato e seguito, il ciclismo è sempre stato nei cuori degli italiani e lo si può seguire uscendo dalla porta di casa ed attendendo anche per ore il passaggio della “carovana”. Nel ciclismo oltre al campionato del mondo e alle olimpiadi, ci sono alcune corse a tappe che ogni corridore vorrebbe vincere; dopo il Tour viene subito, o accanto per noi italici, il Giro.

Quando, nel gennaio del 2019, preparammo uno scritto per festeggiare i 70 anni di Fausto Bertoglio e ricordare degnamente la sua eccezionale vittoria al Giro Ciclistico d’Italia del 1975, uno dei suoi due figli fece una singolare considerazione: “Sarà più facile che un altro concesiano diventi Papa o Santo piuttosto che un altro concittadino vinca il Giro d’Italia!”

Il racconto. Ecco il racconto, scritto a ruote ferme dal tifoso Luigi Giacobetti: “All’uscita di ogni tornante, sospinti dal boato della folla, che sale impressionante su dalla valle, Galdós accelera in micidiali progressioni alle quali Bertoglio risponde colpo su colpo, anzi talvolta affiancandolo. A Fausto Bertoglio pare giusto premiare gli sforzi dello spagnolo, lasciandogli la pur prestigiosa vittoria di tappa e così alle sue spalle, a debita distanza dal rivale, festeggia braccia al cielo la sua vittoria al Giro d’Italia”.

La casa natale a San Vigilio. “Fausto come Coppi”, si legge su un cartello portato fin lassù da alcuni compaesani che accorreranno numerosi ad acclamarlo, quando si affaccerà dal balcone della sua casa natale, in piazza Garibaldi a San Vigilio di Concesio; un mare di folla proveniente da tutta la provincia che non se n’era vista così tanta neppure durante i festeggiamenti per la fine dell’ultima guerra mondiale. Domenica 7 giugno Fausto Bertoglio pensava di recarsi con alcuni autobus di amici e tifosi fino alle pendici dello Stelvio: li chi aveva la bici ma soprattutto le gambe sarebbe salito fino al passo, stando al passo dell’amico Fausto e poco prima del traguardo avrebbe lasciato a Bertoglio (così come lui fece nel ’75 con Galdós, che era secondo in classifica generale, staccato di soli 41”) l’onore della vittoria. Ma per le difficoltà attuali si è pensato di andare, un piccolo drappello di amici, sul Monte Maddalena e giunti lassù stappare uno spumante locale, brindare e fare alcune foto a ricordo, cogliendo il suggerimento dello scultore Edoardo Ferrari, nipote del campione Alfredo Binda, che, alla richiesta su come allenarsi per la salita allo Stelvio, suggerì di salire in Maddalena da Muratello (salita tre volte più corta di quella dello Stelvio, ma altrettanto impegnativa).

GIUSEPPE BELLERI 05 giu 2020 16:20