L'Europa a tutela della siderurgia
È stata presentata la 48ª edizione dell’Osservatorio “Scenari & Tendenze”. Nato nel 2008 su spinta del Comitato Piccola Industria e dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia, per rispondere con efficacia ai diffusi fabbisogni di corretta e di puntuale informazione economico-finanziaria, l'Osservatorio è articolato in incontri quadrimestrali, propone chiavi di lettura e spunti di riflessione concretamente utili alle scelte aziendali. Dall'analisi dei dati, presentati da Achille Fornasini, dell'Università degli Studi di Brescia, Davide Fedreghini, del Centro Studi Confindustria Brescia e Andrea Beretta Zanoni, dell'Università degli Studi di Verona, emerge che le tensioni commerciali innescate dai dazi statunitensi, le instabilità geopolitiche e il rallentamento strutturale dell’economia cinese continuano a pesare sulla crescita globale. In questo quadro complesso, l’Europa tenta di tutelare la propria filiera siderurgica dall’eccesso di offerta mondiale, predisponendo nuovi meccanismi di salvaguardia per limitare l’afflusso di acciaio straniero e preservare la competitività del sistema produttivo interno.
Nel 2025 il ciclo industriale ha impresso un effetto ribassista ai prezzi delle materie prime, riflesso di una domanda debole destinata a protrarsi almeno fino al primo semestre del 2026. Le dinamiche dei prezzi non dipendono dunque da un rafforzamento dell’attività economica, quanto piuttosto dalle preoccupazioni sulla tenuta dell’offerta. I metalli registrano una performance positiva (+12,7%) grazie al traino dei preziosi, mentre energetici (-8,5%) e agro-alimentari (-12,1%) risentono dell’abbondanza dell’offerta e delle condizioni macroeconomiche sfavorevoli. All’interno della metallurgia non ferrosa, i dazi hanno generato nei primi mesi dell’anno una corsa agli approvvigionamenti che ha sostenuto i listini, salvo poi lasciare spazio a un indebolimento della domanda. Spiccano lo stagno (+29,3%), il rame (+21,4%) e l’alluminio (+10,1%), sostenuti da scorte in progressiva riduzione. Il piombo (+2%) e lo zinco (+8,2%) mostrano un equilibrio tra domanda e offerta, mentre il nickel è penalizzato dall’eccesso di produzione internazionale. Sul fronte siderurgico, il 2025 si chiude con mercati dei coils a caldo in disaccoppiamento: Cina (-13,1%) ed Est Europa (-18%) in calo, Europa e Italia in recupero (+5,7%), trainati anche dall’attesa delle nuove misure di protezione europea.
L’acciaio da forno elettrico beneficia dei lavori infrastrutturali finanziati dal PNRR, che sostengono la domanda di tondo, mentre travi e laminati mercantili restano deboli. Più critica la situazione dell’inox: domanda europea compressa e produzione asiatica resiliente hanno intensificato le pressioni competitive. Dal giugno 2026 l’UE dimezzerà le quote d’importazione esenti da dazio e introdurrà obblighi di tracciabilità: una svolta destinata a rimodellare i flussi globali. Nel frattempo, i produttori cinesi, ostacolati dai limiti sull’export di prodotti finiti, aumentano l’invio di semilavorati come le billette, spesso rilavorate in Paesi terzi e reindirizzate verso Europa e Stati Uniti, aggirando di fatto le restrizioni. Una dinamica che preoccupa gli operatori europei della distribuzione e della trasformazione, timorosi di un mercato interno meno concorrenziale e di possibili rialzi dei prezzi. L’Italia, alle prese con la crisi del ciclo integrale di Taranto, affronta una riduzione della disponibilità di laminati piani strategici, in un contesto di sovracapacità globale guidata dalle grandi siderurgie asiatiche. Sul fronte macroeconomico, nel terzo trimestre 2025 il PIL italiano è rimasto invariato, mentre in Lombardia e a Brescia il manifatturiero è tornato in territorio positivo (+1,4% tendenziale). Rimangono tuttavia ostacoli significativi: la debolezza della domanda, la carenza di manodopera e il costo dell’energia, che nel 2025 pesa ancora per oltre 1,2 miliardi sul sistema industriale bresciano. Il 2026 si prospetta dunque un anno di transizione, segnato da distorsioni di mercato generate da tensioni politiche e commerciali. In questo scenario, monitoraggio, capacità di adattamento e politiche industriali mirate saranno elementi essenziali per garantire stabilità e competitività al sistema produttivo europeo e italiano.