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Acquafredda
di REDAZIONE 15 dic 2020 09:15

Torre campanaria sotto i ferri

La torre campanaria di Acquafredda, uno dei “pezzi” pregiati dal punto di vista storico del piccolo paese posto ai confini della provincia di Brescia, sta ricevendo un’opera di restauro tanto importante quanto urgente. In effetti la costruzione non solo mostrava danni importanti e tutto lo sporco lasciato dall’inesorabile scorrere del tempo, ma presentava anche alcuni pezzi che minacciavano di staccarsi con conseguenze facilmente immaginabili sul piano della sicurezza. Una situazione che, senza un adeguato intervento, avrebbe anche potuto arrecare seri pericoli all’incolumità delle persone che si trovavano a passare al di sotto. Dopo aver esaminato la situazione, la Parrocchia di San Bernardino ha deciso di intervenire e con la necessaria autorizzazione della Soprintendenza è stato dato il via ai lavori che sono stati affidati allo staff del restauratore bresciano Leonardo Gatti. Un professionista conosciuto e apprezzato che ha subito dato il via all’intervento: “Abbiamo trovato – è l’analisi dello stesso Gatti – diversi pezzi che si staccavano e un profondo strato di sporco. Con il nostro lavoro abbiamo cominciato a pulire tutto e a mettere in sicurezza l’intera costruzione. Le attività che abbiamo portato avanti sono state molteplici, dal consolidamento dei mattoni all’isolamento di tutta la costruzione dalle infiltrazioni di acqua, dalla rimozione degli intonaci cementizi fino a tutto il lavoro dedicato alla sistemazione della cuspide”. Come spesso capita in simili circostanze il lavoro di restauro ha portato alla luce belle sorprese: “Durante la pulizia della parte bassa – conviene il restauratore bresciano – abbiamo portato alla luce gli antichi mattoni che erano del tutto nascosti sotto una vecchia intonacatura. In questo senso possiamo citare anche i due orologi che stanno “riemergendo”, con i loro grandi quadranti, dalla coltre dello sporco e meritano davvero di essere ammirati. Senza dubbio scoperte di rilievo, che rendono ancora più significativa la torre campanaria di Acquafredda”.

Per quel che riguarda il prosieguo dell’intervento di restauro una parte assai importante la giocherà anche l’aspetto climatico: “Abbiamo iniziato i nostri lavori nella seconda metà di novembre, mentre per la conclusione influiranno certamente le condizioni atmosferiche. In effetti andiamo verso l’inverno e il clima rigido, certo, non favorisce un intervento come questo sotto diversi punti di vista. Finora abbiamo sistemato la struttura e proceduto alla sua messa in sicurezza, un aspetto, quest’ultimo, che stava particolarmente a cuore nel momento di iniziare l’opera. Ci sono comunque ancora alcuni lavori da realizzare, compreso quello di riportare la torre alla tonalità originale. Solo dopo che avremo perfezionato questo quadro, potremo dire di avere restituito nel suo splendore originario la torre campanaria alla comunità di Acquafredda”.

Il tutto per un passo in avanti di assoluto significato, sia dal punto di vista storico che culturale, di quello che per gli abitanti del piccolo paese bassaiolo rappresenta al tempo stesso un punto di riferimento e un motivo d’orgoglio (insieme all’attigua Chiesa cinquecentesca di San Bernardino), come conferma il parroco, don Adolfo Piotto, che ha commissionato il restauro: “Le condizioni del nostro campanile – ammette don Piotto – hanno richiesto un intervento che non si poteva rinviare oltre. Un restauro voluto per risistemare l’edificio, rimetterlo in sicurezza e riportarlo nelle condizioni in cui, si spera, tutti gli abitanti di Acquafredda potranno ammirarlo il più presto possibile. Le condizioni avverse di questo periodo, in effetti, rendono difficile procedere con i lavori esterni. Quelli che si possono realizzare all’interno, infatti, possono andare avanti, ma per l’esterno dobbiamo fare i conti con l’umidità e le avversità di questa stagione. Speriamo che il tutto possa venire realizzato in tempi brevi”.

Anche dal punto di vista economico il parroco di Acquafredda mantiene fondate speranze di poter completare un restauro il cui costo è destinato a superare i 100.000 euro: “Non è mai facile trovare le risorse per portare a termine interventi onerosi come quello che abbiamo intrapreso noi, ma la generosità delle persone non manca mai di farsi notare e confidiamo che non mancherà il sostegno necessario per poter completare quest’opera che per la nostra comunità riveste un significato del tutto particolare”.                     

REDAZIONE 15 dic 2020 09:15