Dal dolore all’amore condiviso con un sorriso
“Perdere un figlio è contro natura”. Lo ha ribadito con voce ferma Clara Gorno, presidentessa dell’ACF Brescia Femminile, durante la consegna delle due nuove donazioni dell’associazione “Un Sorriso per Matteo ed Ettore” agli Spedali Civili di Brescia”. “Eppure - ha aggiunto -, la forza di due mamme – Sara e Stefania – e quella di una rete di donne e famiglie capaci di sostenersi, può trasformare il dolore in qualcosa che somiglia all’amore condiviso”.
“Grazie Sara, grazie Stefy, e grazie alle zie di Matteo ed Ettore (Maria Paola e Monia): il vostro impegno scalda il cuore di chi ogni giorno lotta per la vita”.
Parole che hanno tracciato il senso di una mattinata intensa emozionalmente, ma anche tanto carica di gratitudine, svoltasi il 9 dicembre e durante la quale sono stati consegnati due visori di realtà virtuale per la Rianimazione Pediatrica e un ecografo portatile per le Cure Palliative Pediatriche.
Le frasi di Gorno si sono intrecciate con quelle, altrettanto sentite, della direzione sanitaria e dei medici dei reparti coinvolti, che hanno voluto sottolineare quanto strumenti di questo tipo facciano davvero la differenza nella quotidianità dei piccoli pazienti.
La prima donazione, un ecografo palmare, è destinata all’équipe delle Cure Palliative Pediatriche, che segue bambini con patologie complesse direttamente a domicilio.
Il nuovo dispositivo – accompagnato da tablet, computer portatili e una stampante mobile – consentirà ai professionisti di eseguire esami nelle case dei pazienti, riducendo gli spostamenti e permettendo valutazioni immediate anche nei contesti più delicati.
Il progetto è stato possibile grazie all’evento “Un eco di speranza”, organizzato da Grassi e Sabbadini Assicurazioni con il sostegno di ITAS Mutua; presente alla consegna anche Maurizio Sabbadini.
In Rianimazione Pediatrica, invece, sono arrivati due visori di realtà virtuale, strumenti ormai riconosciuti come supporti efficaci per gestire stress e ansia durante procedure invasive, prelievi o medicazioni.
La possibilità di immergersi in mondi digitali, mentre il personale sanitario interviene, aiuta i bambini a concentrarsi altrove, attenuando la percezione del dolore e trasformando un momento di timore in un’esperienza più sostenibile.
Questi dispositivi sono stati acquistati grazie al triangolare femminile “Inside the Dream – per Giampaolo”, organizzato a fine agosto dal Cologne Calcio e allo spiedo solidale della Confraternita del Buongusto di Coccaglio. Alla consegna erano presenti anche alcune giocatrici dell’ACF Brescia Femminile, con la capitana in rappresentanza della squadra.
Dietro ogni gesto dell’associazione ci sono le storie del colognese Matteo Ventura, morto a 6 anni nel 2013, e del rovatese Ettore Pandolfi, scomparso a 2 anni nel 2023: cuginetti che non si sono mai potuti conoscere, ma che oggi camminano idealmente insieme attraverso i progetti nati nel loro nome.
A loro, in questa occasione, si è aggiunto anche il ricordo del colognese ed ex preparatore dei portieri del Brescia Calcio Femminile, Giampaolo Valnegri(scomparso a soli 49 anni nel maggio 2021), al quale è dedicato dal torneo estivo che ha permesso l’acquisto dei visori. Alla consegna ha partecipato emozionato anche il papà Pierino Valnegri, coinvolto da sempre in questo bel progetto, voluto e ideato in collaborazione anche con un affezionatissimo amico di Giampaolo, il colognese Alessandro Lecchi.
Medici, infermieri, associazioni sportive, assicuratori, volontari, famiglie: la mattinata del 9 dicembre ha restituito l’immagine di una comunità capace di tradurre il proprio impegno in un aiuto concreto.
Per molte famiglie seguite dai due reparti, ricevere cure a domicilio o affrontare una procedura con meno paura significa recuperare spazi di normalità, proteggere la fragilità dei propri bambini e sentirsi meno soli.
A ribadire il senso di queste iniziative ci ha pensato in apertura all’incontro Sara, mamma di Matteo, che ha parlato anche a nome di tutto il gruppo:
“Per noi è davvero importante poter fare queste cose in ricordo dei nostri bambini. Essere riuscite a trasformare dolore, rabbia e disperazione in qualcosa di costruttivo ci permette di portare avanti il loro nome e onorarli. Questo ci aiuta ad andare avanti e a dare un senso a ciò che, in realtà, un senso non ce l’ha e non ce l’avrà mai”.
Un impegno che continua, con coraggio e delicatezza, progetto dopo progetto; un legame che si rinnova, donazione dopo donazione, per portare luce e speranza anche dove sembra impossibile trovarle, accanto a chi talvolta attraversa il buio più profondo insieme al proprio figlio.