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Brescia
di GIUSEPPE BELLERI 12 feb 2024 14:59

La vita dei Santi Faustino e Giovita

“Intorno ai santi Faustino e Giovita - scriveva mons. Antonio Fappani nell'Enciclopedia Bresciana - si sono assommate e intersecate leggenda, storia e folklore". Don Fappani, infatti, afferma che i due fratelli "abbiano tratto il loro lignaggio da Scipione l’Africano e che nati a Zignone, piccolo borgo sopra Pregno, nel Comune di Villa Carcina (Faustino il 90 d.C. e Giovita il 96 d.C.), ancora giovanetti, vengono avviati allo studio delle lettere e al maneggio delle armi. Ancora adolescenti, si orientano verso la fede in un solo Dio e la Provvidenza li mette sulla strada del Vescovo di Brescia, Apollonio".

Mons. Fappani dissipa ogni dubbio e incertezza: sono, secondo una delle leggende, battezzati sopra i monti di Lumezzane all’ "Hantèl de la Caha", dove oggi sorge la Cappella di S. Apollonio. I due giovani si dedicano, in seguito, interamente all’apostolato, prima fra i concittadini e poi nei villaggi della provincia. L’apostolato svolto con intenso entusiasmo e con crescente efficacia, convince il vescovo di Brescia ad ammettere Faustino al presbiterato e Giovita al diaconato. La fama dei due attira folle anche da Milano e da Bergamo, ma anche l’attenzione delle autorità romane.

Nel 120 d.C. l’imperatore Adriano, in procinto di partire per le Gallie, viene informato che “nella città di Brescia, vi sono due cavalieri nobili e ricchi i quali, celebrando un Cristo che dicono essere Dio, hanno distolto molti dal culto dei dei pagani”. Il Governatore della Rezia, autorizzato da Adriano, utilizza ogni mezzo per fermare l’attività di Faustino e Giovita: così, li informa, li intimorisce e infine li imprigiona, in attesa dell'arrivo dello stesso imperatore a Brescia. Visitate le Gallie, Adriano giunge in città e, vista la fermezza dei due fratelli, li consegna ai carnefici.

Secondo la leggenda, Faustino e Giovita sono sottoposti a varie persecuzioni, fino a quando, il mattino del 15 febbraio, vengono fatti uscire dalla prigione e condotti per la porta Matolfa fuori città, sulla via che conduce a Cremona. Qui, perdonati i loro carnefici, avviene l'esecuzione. Di recente alcuni studiosi hanno confermato il martirio dei due santi, accaduto verso il 120-134 d.C., nella zona di Folzano, e non in San Faustino ad Sanguinem (ora Chiesa di Sant’Angela Merici) come si è sempre ritenuto. 

I Santi Faustino e Giovita sono sepolti nel cimitero cristiano di S. Latino, sul quale, poi, è sorta la Basilica di S. Faustino ad Sanguinem. La tradizione vuole che le loro reliquie siano passate in mano ad ariani, quindi in S. Maria in Silva, fino a quando il 9 maggio 843 sono traslate definitivamente in S. Faustino Maggiore.

Il culto dei due santi, già molto esteso nel sec. VIII, si è andato sviluppando. Il più antico titolo è quello di S. Faustino ad Sanguinem, seguito da S. Faustino in castro e da S. Faustino in riposo, il piccolo ma antichissimo oratorio di Porta Bruciata. Altro epicentro del culto dei due santi è stato il Monastero di Montecassino, dove, dopo averlo ricostruito, il bresciano abate Petronace ha posto una reliquia dei martiri (il braccio di S. Faustino) scambiato con il braccio di S. Benedetto. Ad iniziativa del monachesimo benedettino, il culto dei santi si è diffuso in Romagna, in Toscana, nell’isola comacina, nel milanese, nel Veneto e, varcando le Alpi, è penetrato in Francia, Germania e Svizzera. In Valle Camonica tre chiese parrocchiali hanno il titolo dei santi Faustino e Giovita (quelle di Darfo, Bienno e Malonno).

Varie sono le cappelle di S. Faustino: a Corticelle, Comezzano, Ville di Marmentino, Memmo, Fasano, Montemaderno, Ponte S. Marco, Codignole. In seguito, altre parrocchie prendono il titolo dei SS. Faustino e Giovita: Caionvico, Chiari, Sarezzo, Casalmoro, Torbiato, Colombaro, Siviano, Botticino, Caionvico. Il culto dei santi si diffuse anche a Milano, Como, Trento, Verona, Cremona, Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Rieti, Viterbo e Roma. Nella Diocesi di Bergamo troviamo una località ed una chiesa, dedicata ai santi, nel Comune di Nembro, in Val Seriana; un’altra chiesa è a Bruntino. San Faustino è venerato anche in Francia e in Spagna.

GIUSEPPE BELLERI 12 feb 2024 14:59