Il sogno di Giorgio e Marta: ridonare un sorriso ai bambini disabili
I volti sorridenti di Giorgio e Marta, due giovani italiani, trentenni, appena sposati. E’ quanto si può trovare in giro per il mondo dietro i progetti finanziati dalla Cei con i fondi dell’8 per mille. Siamo in Uganda, e più precisamente a Rushooka, nel sud del Paese, in una missione radicata da anni sul territorio in cui operano i frati minori. E’ qui che a breve arriveranno i soldi stanziati dal Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo nell’ultima riunione di fine gennaio in cui sono stati approvati 91 progetti per un totale di 14.166.662 euro
Giorgio e Marta vivono oggi a Rushooka, insieme a due frati francescani. La loro è una realtà di missione rivolta soprattutto ai giovani con un centro residenziale in cui sono accolti 18 ragazzi dai 5 ai 15 anni, tutti con disabilità. Nel centro lavorano 5 maestre, una donna che dorme con i bambini, un cuoco, un contadino che lavora la terra. La finalità educativa è quella di rendere i ragazzi più autonomi, tanto da potersi inserire nel tessuto sociale una volta usciti da qui.
Con i fondi dell’8 per mille il centro dovrebbe spostarsi da Rushooka a Rwentobo, una località a 15 chilometri di distanza ma più centrale e quindi più facilmente raggiungibile per le famiglie. Il terreno è già stato acquistato e si chiamerà “Villaggio della gioia”: “villaggio – spiega Giorgio – perché l’idea è quello di costruire una struttura con diversi ‘poli della carità’ rivolti non solo all’accoglienza dei disabili ma anche ai bambini di strada con campi di pallavolo e calcio, così da levarli dalla strada dove cadono facilmente vittime di droga, alcol e colla. Della gioia, per restituire un sorriso a questi bambini”.
La disabilità è una delle più grandi sfide inascoltate in Uganda. “I disabili – racconta Giorgio – non si vedono in giro. Sembra quasi che non ci siano. E invece non è così. Purtroppo vivono grandi soprusi, a causa della convinzione radicata nella gente che questi bambini siano posseduti dagli Spiriti. Genitori e parenti hanno paura che questa maledizione si allarghi alla famiglia. Per questa ragione o vengono uccisi subito o sono abbandonati dal padre perché per l’uomo avere un figlio disabile qui è una sciagura. Vengono allora nascosti in casa e portati dallo stregone che pratica marchi a fuoco sul corpo oppure altre stregonerie fatte con erbe strane”. Purtroppo patologie come l’epilessia, se non curate adeguatamente, possono nel tempo compromettere la salute per sempre. Il ruolo di Marta è anche quello di lavorare a fianco delle famiglie per restituire dignità al bambino disabile.
La “missione” di Rushooka è meta di volontari che ogni mese arrivano qui per fare un’esperienza di donazione e solidarietà. “Arrivano da noi – racconta Giorgio – chi dal Pime, chi dai comboniani, chi semplicemente per fare un’esperienza di missione. Hanno tutte le età e provengono da ogni parte del mondo. Ora, per esempio, c’è un seminarista di Bolzano. Ma abbiamo avuto anche un volontario di 76 anni ed è in arrivo una coppia di 67 anni. La presenza continua di volontari è segno di una sete di bene che attraversa le persone e di una ricerca di qualcosa di buono che può dare un senso profondo alla vita. Manca spesso la possibilità di esprimerlo e di realizzarlo. A Rushooka è possibile”.
Ma perché lasciare una vita sicura per perdersi in Africa? “Dietro – risponde Giorgio – c’è sicuramente una scelta di fede perché entrambi ci sentivamo chiamati a dare qualcosa nella gratuità. Non dunque la ricerca di un lavoro ma una scelta di vita e un’offerta al Signore di un pezzo della nostra vita. Sentiamo però entrambi di aver dato un valore prezioso alla nostra vita. Quando ci alziamo proviamo una grande gioia, ogni giorno. E quindi abbiamo tutti e due la sensazione che la nostra vita si sia molto arricchita. Non di denaro perché la nostra vita è semplice, senza stipendio e senza pensione, ma di una ricchezza più grande che percepiamo e viviamo ogni giorno”. Per chi fosse interessato a “raggiungere” la missione di Giorgio e Marta può farlo scrivendo all’indirizzo mail albeta@hotmail.it oppure telefonando direttamente al numero ugandese: +256-776271724. C’è anche una pagina Fb: Giorgio e Marta in Africa.
MARIA CHIARA BIAGIONI (AGENSIR)
23 feb 2016 00:00