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Brescia
di R. GUATTA CALDINI 29 ott 2015 00:00

Sinodo. Don Amerigo Barbieri: "E' stato un fiorire di vivacità e di esperienze familiari"

Quali saranno le ricadute pastorali del Sinodo? Lo abbiamo chiesto a don Amerigo Barbieri

“È stato faticoso, ma è stato un vero dono di Dio, che porterà sicuramente molto frutto”, ha sottolineato ieri (domenica 25 ottobre) papa Francesco all’Angelus, chiudendo così il Sinodo sulla famiglia. “Tornare a camminare insieme”. E’ questo l’invito che il Pontefice ha rivolto ai 270 padri sinodali. Quali saranno le ricadute pastorali? Ne abbiamo parlato con don Amerigo Barbieri, delegato episcopale per i rapporti con la società civile della diocesi di Brescia.

“E’ stata una forte esperienza sinodale e questo può incentivare e aiutare in tutte quelle esperienze comunitarie della Chiesa, a partire dai Consigli pastorali. Queste tre settimane di cammino sinodale hanno dimostrato la fatica ma nello stesso tempo la ricchezza di questo confronto”. Un cammino che in qualche modo ha coinvolto tutti, “a partire dalle preghiere fino all’eco che il Sinodo ha avuto sulla stampa”. Il secondo aspetto sottolineato da don Amerigo Barbieri è “la multiforme esperienza familiare, in tal senso è stato interessante sentire le testimonianze di molti presuli dell’Africa, dell’Asia, di chi ha portato il segno Crocifisso di famiglie perseguitate. E’ stato un fiorire di vivacità e di testimonianze di come si viva la famiglia nell’esperienza cristiana”. Un altro aspetto sul quale si soffermato il delegato episcopale è rappresentato dall’invito del Santo Padre a “mettersi all’ascolto dello Spirito, superando le barriere, i codici e le leggi”. Attenzione, “non scartandole”. "Il testo che ci è stato consegnato ci invita in un modo molto interessante a entrare con l’aiuto dello Spirito nello spirito del Vangelo. Il Vangelo rimane il punto di riferimento. In questo Sinodo lo Spirito ha aiutato a leggere e comprendere le ferite, a leggere meglio il Vangelo, leggendo meglio il cammino dell’umano”. Il Sinodo è “stato il risultato di lunghe camminate di sofferenza che molte coppie cristiane vivono”.

L’attenzione ai divorziati risposati caso per caso è un punto di chiarezza o rischia di creare un po’ di confusione?
Avendo contatti con esperienze di sofferenza e di desiderio profondo di comunione eucaristica possiamo dire che non preverrà la confusione, ma quello che è stato indicato come un attento discernimento. Questo rimette nella pastorale, anche su questo tema, il prevalere dei volti e delle relazioni rispetto alla dottrina: nel cammino di discernimento il conoscersi, l’appartenere a una comunità, il vivere un ministero di servizio non creerà confusione ma offrirà una testimonianza molta bella. I pastori sono chiamati ad avere il volto della Misericordia e il tempo del discernimento. Si sposta l’attenzione dall’assolvere o meno a un discorso di condivisione e di discernimento profondo.
R. GUATTA CALDINI 29 ott 2015 00:00