Cene di quartiere in arrivo con vista sociale

Si avvicina la data di inizio delle "cene di quartiere" organizzate dall’associazione Palco Giovani con il presidente Cristian Delai e con una rete di volontari. Brescia conta 35 quartieri e l’associazione ne raggiunge quest’anno 24. Le cene di quartiere sono molto più di un semplice pasto condiviso, rappresentano un'occasione preziosa per rafforzare il senso di comunità, riscoprire tradizioni locali e creare legami autentici tra vicini di casa. In un'epoca in cui il tempo sembra scivolare via tra impegni e schermi digitali, ritrovarsi attorno a una tavola imbandita diventa un atto di resistenza alla frenesia quotidiana, un ritorno alle radici della socialità. Questo tipo di eventi affonda le sue radici nelle usanze delle comunità rurali, dove i pasti rappresentavano momenti di condivisione e solidarietà. Oggi, nelle città e nei quartieri sempre più anonimi, le cene di quartiere sono strumenti di integrazione e riscoperta, capaci di abbattere barriere generazionali e culturali. La semplicità è la chiave del successo di una cena di quartiere, una piazza, una strada chiusa al traffico dove ogni abitante può contribuire con la propria presenza. Un tocco di luci, tavoli decorati e musica rendono l'atmosfera ancora più accogliente, abbiamo potuto vedere da vicino come la partecipazione sia molto più ampia di quanto si possa immaginare. Le scuole hanno contribuito decorando bicchieri e tovagliette con le immagini della città di Brescia vista dai bambini. Torniamo, però, agli obiettivi. Le cene di quartiere rafforzano i legami sociali e la fiducia tra vicini, favoriscono lo scambio culturale e la conoscenza reciproca, creano un ambiente più sicuro e collaborativo all'interno del quartiere incentivando l’uso degli spazi pubblici e la partecipazione attiva alla vita comunitaria. Le cene di quartiere non sono solo cibo: sono calore, accoglienza e un'opportunità per rendere il proprio quartiere un luogo migliore in cui vivere.
Cristian, cosa ci può raccontare di questa realtà oramai consolidata?
Guido con orgoglio e dedizione questo fantastico gruppo dal 1995 e, dal 2017, riprendendo un vecchio progetto, si è voluto superare quel concetto di “sagretta di quartiere”, il desiderio di creare un momento di incontro tra persone, una festa, un momento di condivisione e di conoscenza. Essere ed esistere.
Quanto costa l'organizzazione di una cena di quartiere?
Quest’anno ogni persona, per il solo catering, versa una quota di 9 euro, tutto il resto è finanziato all’80% dal comune e il restante 20% è a carico dell’associazione che lo ricava da vari sponsor ben lieti di contribuire.
Normalmente quanti aderiscono all’iniziativa?
Possiamo raggiungere anche 300 partecipanti ed è entusiasmante vedere come il tutto nasca e termini in una sola giornata. Si chiudono le strade e si inizia a montare tavoli, sedie, palco e tutto quanto necessario per far funzionare tutto. Una bella catena umana con il contributo di tutti. Una bella squadra sincronizzata per vivere il chilometro zero.
Quest’anno avete coinvolto l'Ufficio Esecuzione Penale Esterna, cosa vi ha spinto?
La nostra intenzione resta il sociale e il reinserimento di persone che hanno sbagliato, è parte del programma che viene perseguito, si vuole rimediare, si ci vuole reintegrare, quale occasione migliore di essere protagonisti del proprio tempo. Abbiamo trovato nella dottoressa Venezia e degli altri funzionari dell’ufficio, una sponda entusiasta del progetta e la risposta ha visto un folto gruppo di detenuti in affidamento al lavoro esterno pronti a dare una mano.
