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Brescia
06 ott 2025 09:39

Demenza frontotemporale: la ricerca è a Brescia

Una malattia ancora poco conosciuta, che colpisce persone in età lavorativa e cambia radicalmente la vita delle famiglie: la demenza frontotemporale è stata al centro del convegno “Demenza frontotemporale: riconoscere, curare e accompagnare”, ospitato al Centro Congressi Paolo VI e promosso dall’IRCCS Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, con il patrocinio dell’Ordine dei Medici di Brescia. La giornata di ieri ha riunito oltre 200 partecipanti tra neurologi, psichiatri, ricercatori, operatori sanitari, associazioni e rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali. Un appuntamento che ha reso Brescia un punto di riferimento nel dibattito scientifico e sociale su una delle sfide più urgenti del nostro tempo.

Nei saluti istituzionali, Maria Novella Luciani (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha definito la FTD una “epidemia silente”, richiamando l’urgenza di diagnosi tempestive e cultura diffusa. L’Assessora regionale Simona Tironi ha ribadito l’impegno della Lombardia su formazione e sostegno ai caregiver, mentre Raisa Labaran, consigliere comunale di Brescia, ha ricordato l’impegno della città nella rete delle Città Amiche della Demenza e delle Città Sane OMS: “Un impegno che segna la direzione verso una comunità più inclusiva e attenta alle fragilità”. “Ricerca, clinica e politiche pubbliche devono camminare insieme” – ha sottolineato Renzo Baldo, Direttore Generale dell’IRCCS Fatebenefratelli. Roberta Ghidoni, Direttrice Scientifica dell’IRCCS, ha evidenziato il senso profondo dell’incontro: “Siamo chiamati non solo a fare ricerca, ma a trasformarla in strumenti utili per i pazienti e per chi si prende cura di loro. La diagnosi precoce non è solo un obiettivo clinico, è un diritto delle famiglie.” Barbara Borroni, neurologa dell’IRCCS e Professore Associato dell’Università di Brescia, ha aggiunto: “Oggi non abbiamo ancora la cura definitiva, ma abbiamo le conoscenze per costruirla. E questo cambia tutto: dà speranza e responsabilità alla ricerca.”

Nella sessione scientifica, la Prof.ssa Maria Grazia Spillantini (Università di Cambridge) ha presentato i progressi sul ruolo della proteina Tau, mentre la dr.ssa Ghidoni ha illustrato i risultati delle ricerche genetiche condotte a Brescia sui modulatori dell'età di insorgenza. Il Professor Alessandro Padovani (Università di Brescia) ha richiamato la necessità di percorsi clinici più omogenei sul territorio, mentre la dr.ssa Francesca Baglio (Fondazione Don Gnocchi) ha presentato DancerX, una terapia digitale che unisce neuroscienze, musica e realtà virtuale.

La seconda sessione ha approfondito il confine delicato tra disturbi psichiatrici e FTD, con gli interventi del Prof. Stefano Barlati (Università di Brescia) e il dr. Stefano Mozzetta, che hanno ribadito la necessità di una diagnosi condivisa tra neurologi e psichiatri. La neuropsicologa Maria Cotelli (IRCCS Fatebenefratelli) ha riportato dati allarmanti sul peso dei caregiver: “Quattro su dieci sviluppano una patologia cronica a causa dello stress assistenziale. Prendersi cura di loro significa prendersi cura anche del paziente.” L’avvocata Laura Invernizzi (AIMFT) ha infine illustrato le criticità legali: dal riconoscimento dell’invalidità civile alle tutele per i pazienti ancora in età lavorativa.

La demenza frontotemporale non è solo una questione clinica: è una sfida sociale, culturale e istituzionale. A Brescia, per un giorno, scienza e comunità hanno camminato insieme per tracciare nuove strade.

06 ott 2025 09:39