lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
04 ago 2025 14:35

Garante dei detenuti: azioni concrete e immediate

Arianna Carminati, Garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Brescia, ha aderito alla Giornata nazionale di mobilitazione promossa dalla Conferenza nazionale dei Garanti territoriali, inizialmente fissata per il 30 luglio, a un mese esatto dall’appello del Presidente della Repubblica sulla drammatica situazione carceraria del Paese.

A Brescia, l’iniziativa si è svolta qualche giorno dopo per motivi organizzativi e per favorire il più ampio coinvolgimento dei rappresentanti istituzionali a livello locale e nazionale. Hanno risposto all’appello numerosi esponenti politici eletti nel territorio, e alla visita all’interno della Casa circondariale “Nerio Fischione” hanno partecipato: gli onorevoli Fabrizio Benzoni e Gian Antonio Girelli, il Vicesindaco del Comune di Brescia, Federico Manzoni, la Consigliera regionale Paola Pollini e la Consigliera di parità della Provincia di Brescia, Daniela Edalini.

Una presenza significativa, segno di attenzione e preoccupazione condivisa verso una realtà che, da troppo tempo, versa in condizioni di forte criticità. Proprio in questi giorni, nella struttura bresciana si è verificato un episodio tragico che ha reso ancora più evidente l’urgenza della situazione: un detenuto, a seguito di un tentativo di suicidio all’interno dell’istituto, è deceduto dopo il ricovero in ospedale. Un fatto drammatico che richiama, con forza, il dovere delle istituzioni e della società di non distogliere lo sguardo da ciò che accade dentro le carceri e di intervenire con misure immediate, efficaci e umane.

Nel corso della visita, la Direttrice dell’Istituto, Francesca Paola Lucrezi, e il Capo Area trattamentale, Matteo Pedroni, hanno presentato le difficoltà operative e strutturali attualmente in essere, ma anche illustrato con concretezza gli sforzi che l’Amministrazione penitenziaria sta mettendo in campo per garantire condizioni dignitose di detenzione e percorsi trattamentali efficaci. È stato sottolineato come tali sforzi siano sostenuti in modo significativo dalla rete delle realtà istituzionali, produttive e del terzo settore presenti sul territorio, che con continuità offrono un contributo prezioso alla vita dell’istituto. Pur riconoscendo l’importanza degli interventi strutturali, di competenza ministeriale, e al di là di ogni valutazione sulle misure attualmente allo studio del Governo — la cui attuazione non potrà avvenire in tempi brevi — “si richiama l’urgenza di azioni concrete e immediate, che possono essere attivate già ora, in particolare per quanto riguarda il regime trattamentale. In primo luogo, è necessaria una revisione significativa delle regole relative ai colloqui telefonici, alle videochiamate e alle visite dei familiari, strumenti essenziali per il benessere psichico delle persone detenute e per la tenuta dei legami affettivi. In condizioni di grave sovraffollamento e carenza strutturale, questi strumenti rappresentano una vera ancora di sopravvivenza”.

Sono, inoltre, possibili e doverosi interventi attuabili nel breve periodo, tra cui: la riqualificazione degli spazi esistenti all’interno degli istituti; l’implementazione dei fondi destinati alle attività trattamentali e formative; l’aumento del personale educativo (giuridico-pedagogico) e del personale sanitario strutturato; l’implementazione degli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna (UEPE), indispensabili per garantire l’effettività delle misure alternative alla detenzione; la valorizzazione delle misure sostitutive alla pena detentiva; il potenziamento del personale dei Tribunali di Sorveglianza, la cui carenza incide direttamente sulla tempestività delle decisioni che riguardano la libertà delle persone detenute e il rispetto dei loro diritti all’interno delle strutture carcerarie.

In tale quadro, la Garante sottolinea, inoltre, che la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali ha espresso il proprio sostegno alla proposta di introdurre una misura straordinaria di liberazione anticipata speciale di 75 giorni per semestre, come misura deflattiva urgente, e alla contestuale revisione delle procedure per la sua concessione, prevedendo che a disporre la liberazione anticipata sia il direttore dell’istituto penitenziario, salvo i casi di sanzioni disciplinari gravi. Tale modifica semplificherebbe e accelererebbe l’accesso a un beneficio oggi spesso ostacolato da tempi eccessivamente lunghi. La Garante sottolinea “che la dignità della pena non è una concessione, ma un dovere costituzionale, e che l’impegno istituzionale, a ogni livello, deve orientarsi a risposte concrete e tempestive che tutelino la persona, il diritto e la coesione sociale. Ogni giorno, tra le mura delle carceri italiane, si consuma una sofferenza silenziosa e profonda: fisica, psicologica, morale. Una sofferenza che non riguarda soltanto chi è detenuto, ma coinvolge anche chi vi lavora: agenti di polizia penitenziaria, educatori, operatori sanitari, volontari. Occorre che la società e la politica si facciano carico, da subito, dell’urgenza di alleviare il peso di questa sofferenza, prima che diventi rassegnazione, emarginazione o, peggio, assuefazione al degrado”.

04 ago 2025 14:35