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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 22 feb 2018 13:00

In Regione per le montagne bresciane

Per due mandati consecutivi sindaco di Marcheno, profonda conoscitrice del territorio montano, Barbara Morandi si candida alle elezioni Regionali tra le fila di "Noi con l'Italia"

Sindaco di Marcheno dal 2004 al 2014, Comune in cui oggi è assessore, Barbara Morandi è una profonda conoscitrice del territorio. Fra gli incarichi ricoperti, infatti, ricordiamo la presidenza del Consiglio di amministrazione del Gal Gölem; è stata inoltre membro della Commissione servizi sociali della Comunità montana di Valle Trompia, senza dimenticare i ruoli svolti all’interno dell’Associazione nazionale Comuni italiani. In questa tornata elettorale, Barbara Morandi si candida in Regione, tra le fila di “Noi con l’Italia”, a sostegno di Attilio Fontana, candidato presidente del centrodestra.

In caso di elezione lei siederà nella giunta regionale con alle spalle una lunga e importante esperienza come amministratrice locale. E’ stata una “gavetta”, se così la possiamo definire, significativa…

Sì, l’esperienza di amministratore locale è stata estremamente significativa, mi ha permesso di stare a stretto contatto del territorio.  Durante gli anni, in veste di Sindaco, a Marcheno, ho potuto incontrare tantissime persone, ascoltando i loro bisogni, le esigenze quotidiane delle singole famiglie,  delle associazioni, del mondo del volontariato più in generale. Nel tentativo di dare delle risposte a questi bisogni - proprio perché il Sindaco, l’Ente locale, il Comune, è l’istituzione più vicina al territorio - sono state messe in campo molteplici attività per risolvere le varie problematiche. Il contatto quotidiano con i singoli come con il mondo dell’associazionismo mi ha portato a essere molto attenta alle necessità e all’ascolto. Solo prestando molta attenzione attraverso l’ascolto, infatti, è possibile individuare le necessità e, automaticamente, cercare e riscontare le soluzioni migliori per andare incontro alle esigenze della cittadinanza. Da qui si orienta l’azione amministrativa che ci aiuta ad essere particolarmente concreti ed efficaci come amministratori: partendo dall’ascolto e dal bisogno, intercettandolo, si trovano poi le risorse necessarie. Questo, con il passare degli anni, è diventato sempre più difficile. Per dieci anni ho ricoperto la carica di Sindaco e nel corso del tempo ho riscontrato un calo consistente delle risorse a disposizione degli enti per far fronte ai bisogni. Pertanto è sempre più necessario programmare e progettare le azioni affinché si intercettino le risorse destinate dal governo regionale piuttosto che da quello nazionale agli enti locali. E’ una competenza in più richiesta a chi amministra proprio perché mentre le risorse sono sempre più scarse i bisogni continuano a crescere.

Quali sono i temi prioritari che intende portare in Regione? Pensiamo anche e soprattutto alle necessità delle zone montane del Bresciano, in particolare della Valtrompia.

Nell’introduzione ha fatto cenno al Gal Gölem, questo gruppo di azione locale, in questo caso della Valtrompia, le cui attività erano finalizzate allo sviluppo delle zone rurali. In tale contesto ho imparato a conoscere gli operatori del territorio, le grandi difficoltà che incontrano le persone che vi operano, occupandosi di sviluppo, turismo e agricoltura in luoghi della montagna.  Hanno grandissime competenze e qualità che li hanno portati a creare prodotti d’eccellenza: penso al nostro Dop, il nostrano Valtrompia, ma lo stesso vale per altri territori montani altrettanto attrattivi dal punto di vista turistico. Il compito anche  della Regione sarà di sviluppare e favorire queste specificità per garantirne la presenza, anche in vista di uno sviluppo del turismo. La Valtrompia ha vissuto anni di grande sviluppo economico dovuto a un processo di industrializzazione molto forte, consistente. Abbiamo grandi aziende ancora presenti sul territorio che però hanno vissuto e tutt’ora vivono un periodo di difficoltà e di crisi. Il tentativo e di riconvertire determinate attività in altre che, seppur di nicchia, garantiscano la sostenibilità al territorio. I giovani sono attirati da questa prospettiva. Nella mia esperienza ho trovato una grande sensibilità e attenzione verso queste attività locali che permettono alle nuove generazioni di rimanere nella propria terra, sviluppandosi a contatto con il mondo attraverso modalità innovative: penso al potenziale del web, alla banda larga, alle nuove tecnologie. Non ci sono solo le reti tradizionalmente legate alla viabilità, oggi possiamo usufruire delle reti tecnologiche. Queste permettono di mostrare i nostri prodotti, piuttosto che realtà e attività, in tutto il mondo. Se ricoprirò un ruolo in Regione porterò avanti una legislazione sempre più attenta ai bisogni della montagna, delle zone più svantaggiate. Spesso e volentieri si guarda allo sviluppo di una regione in modo unitario. In realtà, misure, azioni e attività devono essere distinte da un territorio all’altro, a fronte delle rispettive esigenze.  E’ quindi necessaria una legislazione più mirata per incentivare lo sviluppo del territorio montano.

Quale sarà, in caso di vittoria del centrodestra, l’apporto di “Noi con l’Italia” – in termini valoriali – all’interno del governo regionale?

Abbiamo riferimenti estremamente significativi: la famiglia in primis, in quanto cellula fondante della società. Devono essere messe in atto politiche familiari di incentivazione delle nascite. C’è poi il tema dell’accesso gratuito agli asili nido a un numero maggiore di persone. Penso a tutte quelle azioni che potrebbe essere un sostegno alla famiglia e alla natalità, così garantendo lo sviluppo della società. Sostenere le famiglie significa, infatti, sostenere la società stessa in tutte le aree del territorio lombardo, Aiutare le famiglie, inoltre, vuol dire aiutare i giovani nell’ingresso nel mondo del lavoro. Viviamo in una regione che ha investito molto nella formazione professionale e vogliamo che questo continui. Ho fatto parte del Dipartimento welfare e sanità dell’Anci e anche su questi temi e necessario continuare a investire  con risorse da mettere in campo e misure a favore degli elementi deboli della società. Penso agli anziani, a chi vive condizioni di disagio e alle persone con gravi disabilità. Le famiglie con componenti che soffrono di queste difficoltà vanno particolarmente sostenute e aiutate.  Il meccanismo? Incentivare il fattore famiglia attraverso aiuti mirati per i nuclei che vivono particolari condizioni di fragilità, non calcolando il oro fabbisogno solo in base all’Isee ma inserendo un punteggio aggiuntivo. In questi giorni di campagna elettorale sto incontrando molte persone legate al mondo dell’associazionismo, persone che ho conosciuto negli anni e alle quali sono rimasta vicina anche nell’esperienza di Assessore. Il mondo del volontariato, soprattutto nelle zone più svantaggiate come quelle montane, è una realtà viva, caratterizzata da grandi scatti d’orgoglio che vanno ricercati nel  forte attaccamento al territorio. E’ un mondo, però, che va sostenuto. Un tempo non c’erano problemi nel trovare gli sponsor. Spesso intervenivano le aziende locali attraverso aiuti, contributi… Oggi è necessario che Regione Lombardia deleghi il più possibile i Comuni nell’attività di erogazione di un sostegno direttamente alle associazioni. Il mondo associativo ottiene grandissimi risultati proprio, come ho già sottolineato, per l’attaccamento al territorio che hanno i volontari in tutti gli ambiti in cui si trovano ad operare: dallo sport alle varie tipologie di soccorso, dall’ambiente al sociale. Queste persone che gratuitamente si mettono a servizio del prossimo sono una ricchezza che non va perduta. Non hanno più risorse per sostenersi e ne hanno veramente bisogno. Altri elementi significativi, infine, sono lo sviluppo e la sburocratizzazione. Il mondo imprenditoriale va aiutato e sostenuto il più possibile semplificando le attività delle imprese attraverso un peso minore della burocrazia.


ROMANO GUATTA CALDINI 22 feb 2018 13:00