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Brescia
29 mar 2023 08:19

L'Annunciazione: Bagnatore, recuperato il dipinto

Martedì 28 maggio alle ore 18 presso il Salone Vanvitelliano a Palazzo Loggia è stato presentato il restauro dell’Annunciazione di Pietro Maria Bagnatore.

L’opera, donata a Fondazione Brescia Musei nel 2018 grazie a una raccolta fondi nata da iniziative spontanee private, fu esposta nello stesso anno in occasione della mostra Tiziano e la pittura del Cinquecento tra Venezia e Brescia, allestita presso il Museo di Santa Giulia.

Il dipinto è stato successivamente oggetto di un importante lavoro di restauro, un intervento seguito dal dottor Angelo Loda per la Soprintendenza di Brescia e che rappresenta la felice conclusione di progetto che il professor Luciano Anelli ha seguito per tanti anni. Il lavoro, che ha riportato il dipinto a una piena leggibilità, è stato affidato al restauratore bresciano Leonardo Gatti ed è stato reso possibile grazie all’impegno di Fondazione Civiltà Bresciana, che ha messo a disposizione un lascito di Armando Arici.

Oggi, nell’anno di Brescia Capitale italiana della Cultura, il capolavoro del pittore, scultore e architetto bresciano viene definitivamente collocato a Palazzo Loggia.

"Si conclude con questa presentazione alla città un percorso avviato nel 2018 e segnato da diverse tappe. Questo percorso - spiega il sindaco Emilio Del Bono - è uno dei tanti che l'Amministrazione ha costruito, attraverso il dialogo e la collaborazione, avendo come obiettivo quel filone specifico della cultura che riguarda la valorizzazione e la tutela del patrimonio diffuso. I nostri centri storici, le parti più antiche dei quartieri cittadini, pullulano di tesori, non solo architettonici, che hanno bisogno della nostra costante attenzione. I famosi tesori nascosti della Capitale della Cultura. Credo che questa definizione sia particolarmente adatta per un'opera che solo l'amore e la dedizione degli studiosi (e il mio ringraziamento va al professor Anelli), degli addetti ai lavori e dei singoli cittadini ha recuperato da un quasi totale oblio e restituito infine alla gioia dei nostri occhi. Ricostruiamo oggi un pezzo importante della Casa della Città, il palazzo della Loggia, che è anche un luogo importante in quella mappa del patrimonio diffuso che solo l'attenzione di tutti noi può preservare e arricchire per il futuro".

"Le recenti vicende di questo dipinto - l'acquisto sul mercato antiquario e il restauro - raccontano di una comunità - afferma la presidente di Brescia Musei, Francesca Bazoli - che sa fare rete e unire risorse e visioni mettendole al servizio del patrimonio culturale. In questo grande affresco, Fondazione Brescia Musei svolge il proprio ruolo di ente aggregatore e facilitatore, mettendo al servizio della comunità le proprie competenze tecniche e divenendo collettore e mediatore di istanze e iniziative spesso tanto efficaci quanto spontanee. Accanto ad Alleanza per la Cultura, alle sponsorizzazioni tecniche, ai numerosi progetti condivisi con tante realtà che operano nel nostro territorio al di fuori dell'ambito strettamente culturale, questo è un ennesimo, tassello di un grande mosaico che conferma quanto sia meritato, per Brescia, il titolo di Capitale Italiana della Cultura".

Per Luca Rinaldi, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Province di Bergamo e Brescia, "allorquando il grande telero con l’Annunciazione del Bagnatore fece la sua (ri)comparsa sul catalogo dell’asta Pandolfini di Firenze del 13 febbraio 2018, ci chiedemmo se la Soprintendenza avrebbe potuto in qualche modo favorire il ritorno in città di un’opera così famosa e al contempo quali doverosi passi intraprendere per meglio tutelarla e valorizzarla. Noto solo da una brutta riproduzione fotografica in un saggio di Luciano Anelli negli anni Ottanta, l’opera era tra le più significative per il patrimonio culturale cittadino, essendo nata per essere posta sopra il portale della Loggia, dove vi rimase sino al tardo Ottocento, ed il suo passaggio sul mercato antiquariale avrebbe potuto suscitare più di un appetito collezionistico, anche se il precario stato conservativo ostava a tale indicazione. Si decise quindi di inviare alla Soprintendenza di Firenze, competente per territorio, un’immediata richiesta di avvio di un procedimento di dichiarazione di interesse, la cosiddetta notifica, stilando una relazione storico-artistica, tale da evidenziare e rimarcare l’indubbio valore storico ed artistico del dipinto in asta. In questo modo si sottolineava da un lato l’importanza dell’opera tutelandone gli eventuali successivi cambi di proprietà e trasferimenti, e d’altro canto, impedendone di fatto un’eventuale vendita all’estero, si scoraggiavano potenziali acquirenti con la speranza che qualche ente pubblico si facesse avanti per acquisire il dipinto. E di fatto così avvenne. Il successivo restauro condotto magistralmente da Leonardo Gatti sotto la direzione del nostro funzionario di zona, dott. Angelo Loda, ha restituito un dipinto che, sconciato dall’inevitabile trascorrere dei secoli all’aria aperta e dai “protettivi” che gli vennero sovrammessi nel tempo per “migliorarne” o “stabilizzarne” lo stato conservativo ed estetico, si presenta alla cittadinanza privo di quella patina che lo offuscava e che ne smorzava la gamma cromatica ed i passaggi chiaroscurali. Doveroso e necessario intervento, che restituisce alla cittadinanza tutta un dipinto che generazioni di bresciani videro sopra la porta della sede del Comune cittadino e che si è deciso di ricollocare correttamente proprio nel palazzo per il quale venne inizialmente destinato, ovviamente non più all’aperto, ma nella sala di maggior rappresentanza, l’Ufficio del Sindaco, primo cittadino".

"Come Fondazione Civiltà Bresciana siamo la committenza di questo restauro: abbiamo deciso - afferma Laura Cottarelli, Vicepresidente Fondazione Civiltà Bresciana - di mettere a disposizione le risorse che derivano dalla disposizione testamentaria del signor Armando Arici, un benefattore amante dell'arte, che ha lasciato i fondi alla Fondazione. Su indicazione degli esecutori testamentari e tramite il prof. Anelli è stato identificato nel dipinto del Bagnatore, l'oggetto su cui devolvere i fondi, un'opera che oltre ad essere molto bella ricopre anche un profondo significato per la città, creata ed esposta da sempre in Palazzo Loggia. Restituire un'opera d'arte che si temeva perduta è un'operazione per noi di profondo valore, che ha permesso di attivare importanti sinergie sul territorio per il raggiungimento di un obiettivo di grande pregio e significato".


29 mar 2023 08:19