Uno tsunami di valori e idee per l'Avis

Parlare con Marianna Baldo, consigliere Avis Provinciale Brescia dal 2021, recentemente rinnovata nell’incarico, significa essere travolti da uno tzunami di valori, idee, passione e impegno. Originaria di San Gervasio, 38enne, da diverso tempo vive in città.
L’amore per l’Avis l’ha respirato fin da piccola grazie al nonno materno, Domenico Luzardi, conosciuto come “Menek”, che l’ha cresciuta tra distintivi, labari e sfilate dell’Avis di Manerbio, instillandole il senso della solidarietà e un profondo desiderio di seguire appena possibile i suoi passi. “Mio nonno non ha mai mancato un appuntamento o una festa sociale, ci andava con gli amici e, quando tornava, mi portava sempre un regalo di Avis. Grazie a lui è nata la mia percezione avisina come di una famiglia inclusiva, accogliente, che non abbandona nessuno – racconta – una famiglia nella quale volevo entrare già a 15 anni quando mio nonno è mancato, ma, prima per ragioni d’età poi di lavoro, mi sono iscritta a 22”. Nonno Menek è sempre rimasto un faro nella sua vita, tanto da volergli dedicare un tatuaggio: una frase nata agli albori di Avis, nel secolo scorso, con la calligrafia di un’amica carissima, la dottoressa Paola Terenghi, responsabile del Coordinamento prelievo organi e tessuti degli Spedali Civili: “Io dono, non so per chi, ma so perché”. Parole che da sempre identificano Avis e che Marianna Baldo ha sintetizzato, togliendo l’inizio “Io dono”. “Ho scelto di farlo sul braccio destro dove già porto le cicatrici delle diverse donazioni. A quelle ho collegato ‘non so per chi, ma so perché’. Tutto scritto in piccolo, dove nessuno lo vede, perché è una cosa mia”. Il cammino di Marianna nella sezione Avis Manerbio è iniziato nel 2008. Per cinque anni ha donato periodicamente il sangue e poi grazie alla colonna storica Eugenio Donini, a cui ha poi dedicato la sezione, ha preso posto in Consiglio Direttivo, entrandovi nel 2013 come vicepresidente vicario. I due mandati successivi li ha svolti come presidente, ora riveste di nuovo il ruolo di vicario.
“Quando mi sono messa in gioco – ricorda Marianna –, il mondo avisino manerbiese era quasi esclusivamente maschile. Sin da subito è stato necessario aprire l’associazione e rinnovarla, sempre con grande rispetto per il passato. È stato un cammino complicato ma ora, con grande orgoglio, possiamo dire che l’esecutivo è formato per due terzi da donne con ruoli apicali e in sintonia per valori con il resto dei colleghi”.
Un lavoro certosino, fatto di mille iniziative, che via via ha coinvolto intere famiglie, bambini inclusi, per far sentire tutti parte di una squadra che lavora insieme su obiettivi comuni. Ma guardando al suo futuro in Avis, cosa vede? “Resterò donatrice finché la salute me lo permetterà, ma un desiderio è quello di riuscire a coinvolgere sempre più giovani nella vita associativa, interessandoli ad Avis e facendoli diventare motore del nostro presente. Dobbiamo però comprendere il loro modo di guardare al mondo, imparare la loro lingua. Solo lavorando fianco a fianco potremo prima camminare insieme e poi cedere loro il passo”.
