L’autismo affrontato con la commedia

“La vita da grandi”. Uno dei titoli italiani più apprezzati della primavera 2025, vincitore di due Nastri d’argento, dal 17 luglio è su Netflix. È “La vita da grandi”, opera prima di Greta Scarano, ispirata alla storia dei fratelli Margherita e Damiano Tercon, interpretati da Matilda De Angelis e Yuri Tuci. Il film mette a tema il legame tra fratelli e l’autismo in una commedia brillante puntellata da lampi di realismo drammatico.
La storia. Roma oggi, Irene è una giovane donna sulla trentina che lavora nel campo della comunicazione; un giorno la madre le chiede di tornare a Rimini per occuparsi del fratello Omar, quarantenne con autismo. I due si ritrovano così a passare del tempo insieme, provando a (ri)costruire un rapporto…
“Un film sull’autismo, ma che va oltre l’autismo”. Così la regista Scarano, che firma anche il copione con Sofia Assirelli e Tieta Madia. L’autrice si tiene ben lontana da inutili stereotipi o macchiette comico-pietistiche. Usa la commedia gentile per raccontare la realtà, il quotidiano familiare: alterna con disinvoltura la prospettiva dei due fratelli, cerando di fare emergere punti di vista ed esigenze di entrambi. In primis di Omar, che è consapevole della sua condizione, ma non accetta di vivere una vita in sottrazione; vuole lavorare, essere libero di uscire, di cantare e sì anche di potersi innamorare. Il suo autismo esiste, ma non deve essere una barriera che separa dagli altri, dalla vita. E poi c’è Irene, che disattende puntualmente le richieste della madre che la vorrebbe più disciplinata nell’occuparsi del fratello, più organizzata davanti alla prospettiva sul “dopo di noi”. Irene invece è infastidita da tutta questa “soffocante” protezione nei confronti di Omar, che vorrebbe più libero e felice. “La vita da grandi” è una commedia riuscita e coinvolgente che si muove con grazia su un tema delicato, tra colpi di ironia e sguardi rispettosi. Un film arioso, che conquista per profondità e leggerezza.
