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Manerba
di VITTORIO TURINA 10 dic 2019 14:26

Il presepe di Manerba si allarga ancora

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Il Presepe meccanico di Manerba aggiunge per l’edizione 2019 un nuovo quadro nel quale si raccontano i momenti che precedono la nascita di Gesù

Il Presepe meccanico di Manerba si allarga ancora e aggiunge per l’edizione 2019 un nuovo quadro, nel quale si raccontano i momenti che precedono la nascita di Gesù, in particolare l’arrivo della Madonna a Betlemme. Potremmo chiamarla prenatività, di certo per gli Amici di San Bernardo - che da oltre vent’anni sono i protagonisti di questa eccezionale creazione di artigianato e di fede nel cuore della Valtenesi - è una scelta che trasforma sempre più il Presepe Meccanico in una narrazione che, su più livelli, reinterpreta e attualizza un fatto storico come la nascita di Cristo. La forza della natività manerbese è proprio in questa reinterpretazione, in questa rilettura del passato che non esclude mai la modernità ma, al contrario, la contestualizza. Insomma, il Presepe meccanico è sempre più un grande contenitore di storie, e ciascun visitatore riesce a trovare i quadri che meglio rappresentano la sua visione del Natale. In questo caso è stato creato un modulo che riproduce in miniatura le povere case, le osterie, gli alberghi dove Maria e Giuseppe cercarono inutilmente un letto per quella notte santa, prima di essere costretti a ripiegare su una grotta, dove tradizionalmente viene collocata la nascita del Bambin Gesù.

La storia è nota: per rispondere al decreto dell’imperatore Cesare Augusto, che aveva ordinato un censimento degli abitanti delle terre conquistate dai Romani, Maria e Giuseppe dovettero recarsi nella terra d’origine della loro stirpe, quella di Davide, e quindi intrapresero un lungo viaggio (che oggi è di circa 150 chilometri) da Nazareth, nel nord della Galilea, a Betlemme, che si trova a sud di Gerusalemme. In quei giorni, come ricordano gli evangelisti Matteo e Luca, “si compirono i giorni del parto” e quindi Maria “diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia perchè non c’era posto per loro nell’albergo”. In questa frase è contenuta tutta l’essenza della natività, che nel Presepe meccanico di Manerba è stata rappresentata da una serie di edifici bianchi, fedele riproduzione delle povere case dell’epoca, nelle quali viene ricostruita la vita della popolazione. Uno spaccato interessante e innovativo, perchè inserisce un quadro storico che di fatto precede la sacra rappresentazione. Una prenatività appunto. Proviamo ad immaginare la scena di questa giovane coppia, che aveva lasciato Betlemme per emigrare nel nord della Palestina, che ritorna nella terra degli avi. Maria e Giuseppe sono poveri, hanno dovuto camminare lunghi giorni per arrivare fin lì, non avevano la possibilità di viaggiare più comodamente; l’albergatore al quale chiedono ospitalità li guarda, li vede stanchi, vestiti di stracci, vede la donna incinta, capisce che l’accoglienza sarebbe un dovere, ma non gli avrebbe portato denari. E quindi alla fine li respinge. In quelle case bianche di Betlemme, ben ricostruite nel Presepe meccanico, non c’è posto per loro. Ma lì si compie davvero il Natale della tradizione cristiana. del resto, Gesù non avrebbe mai potuto nascere in un albergo! E allora, questo nuovo quadro, questa prenatività, che visivamente si dovrebbe collocare all’inizio del percorso, diventa improvvisamente centrale. E’ la forza, la magia del Presepe meccanico di Manerba, che muove i suoi protagonisti e fa muovere i visitatori nello spazio e nel tempo.  

VITTORIO TURINA 10 dic 2019 14:26