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Brescia
di IRENE ANDREIS 20 set 2019 10:11

Guo CaiQin al servizio di Dio

Tra le Ancelle della Carità, ha fatto la prima professione Guo CaiQin, cinese arrivata a Roma con una laurea in comunicazione

Prima il vestito rosso ricamato coi segni della Cina, la sua terra d’origine, destinato a lasciare il posto all’austero abito che la Congregazione le consegnava insieme al crocifisso e alle costituzioni che da lì in avanti avrebbero accompagnato la sua esistenza; poi quel “sì” pronunciato con decisione perché tutti sapessero che accettava di impegnare con coscienza la sua vita per servire la Carità ed essere perciò degna di essere chiamata Ancella della Carità. Così, sabato scorso, la giovane venuta dalla lontana Cina, dopo aver lasciato dietro di sé una bella e semplice storia con tutte le paure che accompagnano una scelta, ha messo nelle mani di Dio, della Chiesa e della Congregazione il suo futuro. “Sarà un viaggio difficile, ma entusiasmante – le ha ricordato don Giacomo Canobbio dettando l’omelia della Messa che arricchiva la sua prima professione - tutto da vivere nel segno della carità”. Quella giovane, arrivata da una città dell’immensa Cina, si chiama Guo CaiQin. Cresciuta in una famiglia cattolica insieme a un fratello e a quattro sorelle, ella è giunta a Roma con una laurea in comunicazione, desiderosa di approfondire gli studi della Chiesa Cattolica alla Pontificia Università Urbaniana. CaiQin ha misurato cosi, la sua fede e la sua idea di cristianesimo vivendo in un contesto sociale diverso. Affascinata dal Vangelo, coltivò il sogno di un impegno orientato alla totale donazione di sé verso gli altri. Se quella fosse la “chiamata” tanto attesa, non lo sapeva. Però, era almeno sicura che il suo futuro lo avrebbe orientato per testimoniare il bene predicato da Gesù.

Attraverso relazioni ed esperienze, la benevolenza divina ha manifestato il suo disegno e l’approdo a Brescia, ha permesso un cammino che ha illuminato la scelta. A chi incontrandola le chiedeva come e quando aveva pensato di “diventare suora”, CaiQin spiegava che lei aveva cercato soltanto di mettere se stessa al centro di un progetto che dipendeva non da lei ma dalla misericordia di Dio. Il resto è storia recente che ha permesso a CaiQin di concludere la prima tappa davanti all’urna di santa Maria Crocifissa Di Rosa, Fondatrice delle Ancelle della Carità. Infatti sabato, nella cappella di casa madre la giovane cinese ha messo il suo futuro nelle mani della Chiesa e della Superiora Generale, pronunciando i primi voti di castità, povertà e obbedienza e assumendo il nome di suor Cecilia, destinato ad accompagnarla nel resto del suo cammino di religiosa. Una festa di lode e di gratitudine partecipata e vissuta con spirito di famiglia anche dalle giovani croate in formazione. Una festa che di sicuro ha avuto l’eco nel cuore dei familiari lontani, ma presenti con la preghiera e l’affetto.

IRENE ANDREIS 20 set 2019 10:11