lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Belluno
di REDAZIONE 05 nov 2018 08:39

Maltempo: un Paese in ginocchio

Continua a crescere la conta dei danni provocati dal vento e dalla precipitazioni dei giorni scorsi. Particolarmente colpiti il Veneto e la Sicilia dove, nelle scorse ore, ci sono state 12 vittime. Rolfi chiede per la Valle Camonica lo stato di calamità naturale

E’ ancora allarme maltempo. Dopo la straordinaria ondata di maltempo che, per la combinazione di precipitazioni abbondantissime e di fortissime raffiche di vento, nei giorni scorsi ha flagellato il Paese, Bresciano compreso con gravi danni, le previsioni meteorologiche non sembrano indurre ad eccessivo ottimismo. Una nuova perturbazione è infatti annunciata per le prossime ore.

Nel frattempo l’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi, dopo un sopralluogo in Valle Camonica ha annunciato che intende chiedere lo stato di calamità naturale per le zone colpite dal maltempo.

Segnali non certo incoraggianti arrivano anche da Coldiretti che, preoccupata per le conseguenze che vento e precipitazioni straordinarie possono avere sull’agricoltura, sta monitorando ora per ora la situazione. Un occhio di riguardo lo sta dedicando al livello dei fiumi, il Po in particolare che nelle ultime 24 ore ha visto innalzarsi il suo livello idrometrico di 2,5 metri per effetto delle intense precipitazioni che hanno accompagnato la nuova ondata di maltempo.

E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti al Ponte della Becca (Pavia) dove il livello del grande fiume è di 3,5 metri sopra lo sopra lo zero idrometrico e si temono esondazioni. Nubifragi, raffiche di vento, esondazioni, trombe d’aria e grandinate hanno colpito pesantemente l’agricoltura con danni che superano i 150 milioni di euro tra ulivi secolari sradicati, boschi decimati, coltivazioni distrutte, semine perdute, campi allagati, muri crollati, serre distrutte, stalle ed edifici rurali scoperchiati, ma anche problemi alla viabilità provocati da frane e smottamenti che hanno colpito  un territorio reso più fragile dall’abbandono forzato dell’attività agricola in molte aree interne, con la presenza in Italia di 7.275 comuni complessivamente a rischio frane e alluvioni, il 91,3% del totale, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ispra.

Drammatiche sono le immagini di distruzione che arrivano da un po’ tutto il Paese. Gravissima la situazione nel Veneto, dove il capo della Protezione civile nazionale ha addirittura parlato di “scenari apocalittici”.

“Da Enego ad Asiago gli abeti rimasti in piedi sono davvero pochi. Il maltempo dei giorni scorsi, con precipitazioni abbondanti, ma soprattutto straordinarie folate di vento arrivate a 190 km/h, ha provocato la distruzione delle linee elettriche, quindi l’isolamento di un’area vastissima del territorio montano vicentino, nonché danni, anche importanti, a fabbricati ed imprese”. Lo segnalano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, e il direttore Roberto Palù in una nota. “Ripristinare questo territorio costerà moltissimo, non solo economicamente, ma anche in termini di tempo – sostengono -. E speriamo, un giorno, di poter rivedere i paesaggi ai quali c’eravamo abituati e che attiravano ogni anno migliaia di turisti”. I rilancio del turismo, capace di generare un’importante economia per il territorio montano, viene indicato da Coldiretti come una tra le priorità dell’Altopiano e, in particolare, di Enego. “Siamo vicini agli agricoltori e allevatori di queste zone colpite – sottolineano Cerantola e Palù – e cercheremo di dare il nostro apporto per far sì che si risollevino e superino questo duro momento, anche se, fortunatamente, non sono stati segnalati danni gravi alle strutture. Indubbiamente, però, l’isolamento elettrico impatta in modo importante sul lavoro quotidiano e costringe ad operare in condizioni per niente agevoli”.

Anche in Friuli la situazione è particolarmente pesante, tanto che l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha pensato di inviare un messaggio alle comunità della Carnia colpite duramente dal maltempo. “Ci sono ora da affrontare i danni provocati dall’acqua e dal vento – ha scritto l’Arcivescovo - . Sarà più facile farlo se ci daremo tutti una mano stringendoci in una forte solidarietà che altre volte il popolo friulano ha dimostrato. Le istituzioni faranno sicuramente la loro parte con interventi straordinari. Ma la risorsa più efficace sarà la coesione nelle comunità aiutandosi l’un l’altro, con un occhio particolare per chi è più nel disagio”.

Una raccolta fondi per le famiglie di Terracina che hanno subito danni nella tromba d’aria dei lunedì giorni scorsi è stata, invece, indetta dal vescovo di Latina, mons. Mariano Crociata, che ha inviato una lettera ai sacerdoti della diocesi. L’obiettivo è “esprimere un segno concreto di solidarietà alla popolazione di Terracina duramente colpita”. La situazione nella città pontina parla di circa 100-150 persone sfollate. I dati non sono precisi perché molte Permangono due zone rosse, nella zona mare e nel centro storico alto, dove i vigili del fuoco stanno verificando l’agibilità delle abitazioni. Tra le strutture più colpite, c’è la scuola delle Maestre Pie Filippini: la facciata è stata molto danneggiata, ma la suore hanno deciso di ricominciare le lezioni già lunedì, spostando le aule in un’area non interessata dai danni.

Gravissima anche la situazione in Sicilia con 12 morti nelle ultime giornate. A Casteldaccia, in provincia di Palermo,nove persone, compresi due bimbi, di uno e tre anni, e un adolescente, sono morte intrappolate dentro una villetta travolta dalla piena di un torrente. Nell’Agrigentino, invece, si sono registrate altre due vittime, un uomo e una donna, anch’essi travolti dalla piena di un torrente, in contrada Sant'Onofrio a Cammarata. A queste si aggiunge nel Palermitano la scomparsa di un medico non ancora ritrovato

Complessivamente sono 30 le vittime di questa ondata di maltempo che ha devastato la Penisola da nord a sud.

REDAZIONE 05 nov 2018 08:39