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Milano
di REDAZIONE 19 nov 2025 07:27

Neet: alleanze contro la povertà educativa

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Una tavola rotonda a Milano mette in luce la portata del fenomeno e possibile vie per arginarlo

In vent’anni l’Italia ha perso oltre 2 milioni di giovani-adulti tra i 25 e i 34 anni, la fascia che più alimenta lavoro e innovazione. Il dato è emerso in occasione della tavola rotonda “Con i giovani, contro la violenza. Prevenire il disagio e difendere le relazioni per una Lombardia Zero Neet”, promosso nei giorni scorso da Fondazione Asilo Mariuccia, realtà milanese che da oltre un secolo è punto di riferimento per l’accoglienza e la formazione dei giovani in condizioni di vulnerabilità. Per fare fronte al fenomeno è stata ribadita la necessità di nuove alleanze, tra istituzioni, famiglie, scuola e mondo del lavoro, per contrastare l’aumento dei Neet (giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi formativi) e per prevenire la violenza che troppo spesso nasce dal disagio e dall’esclusione.

Secondo i più recenti dati Istat, negli ultimi vent’anni la fascia d’età tra i 25 e i 34 anni ha perso oltre 2,3 milioni di individui: erano più di 8,6 milioni nel 2004 e oggi sono circa 6,3 milioni, pari al 10,6% della popolazione italiana. Il Rapporto Cnel “Demografia e Forza lavoro” segnala inoltre che gli occupati in questa fascia sono scesi da oltre 6 milioni a circa 4,2 milioni, riducendo il loro peso tra i lavoratori dal 27,1% al 17,8%. Un calo che riflette un più ampio squilibrio generazionale: in Italia, gli under 15 sono ormai meno della metà degli over 65, e presto saranno meno di uno su tre. A questa fragilità demografica si aggiunge una fragilità sociale altrettanto rilevante: secondo Eurostat, l’Italia presenta una delle più alte incidenze di Neet (giovani che non studiano, non lavorano) in Europa, seconda solo alla Romania (19,4%), con il 15,2% dei giovani tra i 15 e i 29 anni fuori da percorsi di studio o lavoro, a fronte di una media UE del 11%. “

“I dati sui Neet in Italia – ha sottolineato Elena Beccalli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, chme ha promosso la tavola rotonda “Asilo Mariuccia” . con sono allarmanti e non possono lasciarci indifferenti. L’Università Cattolica è dunque in prima linea per assumersi la sua parte di responsabilità e fare in modo che la situazione possa migliorare. Il cuore della nostra missione educativa si esprime nell’alimentare l’education power. I numeri che ho citato non miglioreranno se non si parte dall’educazione attraverso progetti mirati e sinergici”.

La tavola rotonda milanese è stata un’opportunità per accendere i riflettori su un quadro di fragilità che non si misura solo nei numeri, ma anche nella percezione del benessere. Chi possiede un titolo di studio basso tende più spesso a sentirsi in una condizione di peggioramento, segno di quanto l’istruzione resti un fattore decisivo di emancipazione. Secondo il Rapporto Disuguaglianze 2025 di Fondazione Cariplo, infatti, tra le persone con livelli di istruzione più bassi la sensazione di progresso, soprattutto economico, è molto meno diffusa rispetto alla media. Anche la dimensione relazionale ne risente: solo il 57% della popolazione si dichiara soddisfatto della propria vita sociale, in termini di relazioni, amicizie e integrazione nella propria comunità, un dato che cala ulteriormente tra chi ha minore integrazione o opportunità formative. “Non si diventa Neet da un giorno con l’altro – ha ricordato nel suo intervento Giovanni Azzone, Presidente di Fondazione Cariplo - . Lo raccontano bene i giovani che abbiamo conosciuto. Dapprima qualcosa si inceppa, poi quella crepa non si ripara, sembra rimanere lì inerme e invece sta generando una voragine, che poi ti trascina verso il basso: fallimenti, isolamento sociale, mancanza di autostima e quella che sembrava una collina diventa una montagna da superare senza attrezzatura tra l’altro. Chi sta vicino ai ragazzi deve saper cogliere i segnali che arrivano; per questo diciamo che la fioritura di un giovane è un processo collettivo. A darci fiducia ci sono le storie di quei ragazzi che hanno superato le difficoltà, che non hanno abbandonato la scuola anche quando stavano per farlo, o se l’hanno fatto hanno avuto qualcuno che lì ha aiutati a rimettersi in cammino”

Laddove le fragilità rischiano di tradursi in esclusione, Fondazione Asilo Mariuccia interviene con un impegno quotidiano che aiuta i giovani a ritrovare fiducia, competenze e autonomia. Tra i progetti più significativi figurano “Coltivare Inclusione”, dedicato al florovivaismo per ragazzi italiani e stranieri del territorio con difficoltà scolastiche o sociali, e “IntegrAzione”, laboratori di carpenteria navale sul Lago Maggiore dove 30 minori stranieri non accompagnati hanno appreso competenze tecniche e relazionali. “Accompagnare un giovane nel suo percorso di rinascita significa offrirgli non solo un aiuto, ma un senso di appartenenza – sono state le parole di Emanuela Baio, presidente di Fondazione Asilo Mariuccia. - Restituiamo dignità, fiducia e autonomia lavorativa, partendo da ciò che spesso manca: il rispetto dell’identità di ciascuno. Siamo di fronte a una sfida tanto culturale quanto sociale: dimostrare che nessun ragazzo è irrecuperabile, se trova adulti capaci di crederci davvero”.

REDAZIONE 19 nov 2025 07:27