lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di LUCIANO ZANARDINI 27 feb 2018 13:51

Parmigiani: Ripartire dal lavoro

"Nel programma di Liberi e uguali poniamo al centro il lavoro, quello dignitoso, la solidarietà intesa come progressività fiscale perché è giusto che chi ha di più paghi di più in vista dell’obiettivo della giustizia sociale, e la lotta alle disuguaglianze sociali". L'intervista a Francesca Parmigiani, candidata per Leu al Collegio plurinominale della Camera

Francesca Parmigiani, avvocato e consigliere comunale a Palazzo Loggia, è candidata alla Camera con Leu (Liberi e uguali). Già vicepresidente provinciale dell’Anpi, continua a militare attivamente nell’associazione perché “Resistenza, antifascismo e difesa dei valori costituzionali rappresentano le mie radici”, principi che oggi sembrano rimessi in discussione. In questa intervista racconta a 360° come affrontare le disuguaglianze sociali e contrastare l'impoverimento della società. Segna anche una discontinuità con l'ultima legislatura, in particolare sul tema del lavoro ("Il Jobs Act non ha raggiunto gli obiettivi e ha creato lavoro precario") e della scuola. Rilancia la necessità di politiche sociali per le famiglie e presenta "il grande piano verde" che intende liberare, entro il 2050, "l’Italia dal petrolio, dal carbone e dal gas fossile per contrastare i cambiamenti climatici e per creare lavoro pulito" e chiede maggiore coraggio su alcune scelte: dal disarmo al fenomeno dell'immigrazione.

Tra le priorità dell'Italia, c'è qualcosa che le piace sottolineare all'interno del vostro programma?

Dobbiamo ripartire dalla centralità delle parole della Costituzione che quest’anno, tra l’altro, compie 70 anni. Nel nostro programma poniamo al centro il lavoro, quello dignitoso, la solidarietà intesa come progressività fiscale, perché è giusto che chi ha di più paghi di più in vista anche dell’obiettivo della giustizia sociale (un altro dei valori costituzionali), e la lotta alle disuguaglianze sociali che stanno dilagando insieme all’impoverimento progressivo: l’1% della popolazione italiana detiene da solo il 25% della ricchezza nazionale. Poniamo al centro la tutela e la promozione dei diritti civili e sociali a partire dal diritto alla salute perché il nostro è un Paese membro del G7 nel quale però, purtroppo, le persone, soprattutto gli anziani, fanno fatica ad andare dal dentista… Parliamo di cultura accessibile a tutti e di rilancio della scuola e dell’università come luoghi di emancipazione sociale e come luoghi di integrazione. Poniamo al centro anche: la sostenibilità ambientale, un’Europa diversa da quella attuale che si ispira al manifesto di Ventotene, un’Europa che superi il deficit democratico delle sue istituzioni, un’Europa che parli di politiche migratorie, di diritti sociali e di politiche fiscali. Parliamo anche di due temi (pace e disarmo) che spesso non vengono trattati nelle campagne elettorali soprattutto in questa che è pessima dal punto di vista dei toni e scarsa per i contenuti. In una fase di affanno per il bilancio è folle e immorale stanziare ben 25 miliardi di euro per le spese militari: vogliamo riportare in Parlamento le buone ragioni della Costituzione e provare a riallineare le leggi approvate (Jobs Act e Buona Scuola) ai principi costituzionali.

Quali sono le vostre ricette nel campo economico e scolastico?

Il Jobs Act non ha raggiunto gli obiettivi perché ha ridotto in parte la disoccupazione (non quella delle donne e dei giovani) e ha creato lavoro precario: il 74% dei nuovi occupati è a tempo determinato; la durata del 60% dei contratti a tempo determinato è di meno di tre mesi e, addirittura, un lavoratore su tre ha avuto un contratto a tempo determinato di meno di tre giorni. Questo determina instabilità, fragilità economiche e sociali, impossibilità per le giovani generazioni di costruirsi un futuro. In questi ultimi anni abbiamo assistito anche a una grande retorica sul tema della famiglia che non è stata accompagnata da politiche sociali. Da poco è uscito il rapporto “Sbilanciamoci” in cui si apprende che il fondo per le politiche della famiglia è calato dal 2013 ad oggi da 16,9 milioni di euro a 4,5 milioni. Se pensiamo alla natalità, è ridicolo chiedere alle donne di fare figli, quando le donne non fanno figli perché il più delle volte non se lo possono permettere. Vogliamo riporre al centro del mercato del lavoro il contratto a tempo indeterminato superando questa giungla di stage non pagati e vogliamo reintrodurre l’articolo 18 che è un elemento di dignità per il lavoratore. Vogliamo garantire la parità salariale che i Costituenti avevano inserito nell’articolo 37 ma che appare ancora un miraggio. Vogliamo rilanciare il lavoro e l’economia attraverso la riconversione ecologica: abbiamo in mente un grande piano verde che liberi, entro il 2050, l’Italia dal petrolio, dal carbone e dal gas fossile per contrastare i cambiamenti climatici e per creare lavoro pulito. Vogliamo rilanciare le eccellenze industriali, mettendo al centro la tutela dell’ambiente e della salute. Vogliamo rinvestire in riqualificazione e in rigenerazione e messa in sicurezza delle città, delle infrastrutture e del territorio. Diciamo stop al consumo di suolo per fermare, con una legge a livello nazionale, la cementificazione selvaggia e l’abuso edilizio. Ci è molto cara anche la tutela dei beni comuni come l’acqua. La nostra impostazione si ispira all’economia circolare, alla strategia rifiuti zero, alla necessità di andare verso il recupero. Ci è molto caro anche il tema dell’istruzione: serve una rivoluzione culturale. La Buona Scuola ha una logica efficientista e aziendalista. Abbiamo assistito a presidi manager che si vantano di avere pochi disabili e pochi stranieri: questa è una scuola classista che non consente mobilità sociale, noi vogliamo invece tornare a una scuola che sia palestra di vita e comunità educante.  

Sembra evidente il segnale di discontinuità nei confronti dell’ultima legislatura…

Siamo un soggetto politico che cerca di riunire diverse forze della sinistra perché si sente il bisogno di ricostruire e dare fiducia a un popolo (quella della sinistra) che negli ultimi anni si è sentito un po’ smarrito e senza casa. Abbiamo, però, lo sguardo lungo. Non guardiamo solo al 4 marzo, ma guardiamo anche oltre: vogliamo costruire un soggetto politico solido e partecipato. Mi auguro che ci siano sempre più giovani che guardano a Liberi e Uguali. Nel nostro Paese va ricostruita la partecipazione democratica. Abbiamo assistito alla crisi dei partiti e alla crisi dei corpi intermedi, fortunatamente hanno retto le associazioni e il mondo del volontariato: da lì dobbiamo ripartire per rimettere in circolo energie positive.

In questa campagna elettorale riemergono alcuni rigurgiti fascisti…

L’antifascismo è e deve essere un valore fondante. È una delle matrici della Carta Costituzionale. Tra fascismo e antifascismo noi non siamo equidistanti; continuiamo a considerare l’antifascismo un principio cardine della nostra convivenza civile e il fascismo un crimine che ha portato a immani tragedie. Non bisogna sottovalutare i rigurgiti fascisti. La presidente Boldrini e il presidente Grasso hanno rilanciato con forza il tema dello scioglimento di queste organizzazioni: l’asticella della provocazione si alza sempre di più. Ci sono le violenze (l’abbiamo visto a Macerata), ci sono i tentativi di ricondurci al passato con ricette vecchie e pericolose che si ispirano alla xenofobia, al razzismo, al sovranismo, alla chiusura dei confini, all’odio verso il diverso e ci sono addirittura i tentativi, da parte di questi gruppi, di penetrare all’interno delle istituzioni e lo vediamo nelle elezioni di tutti i livelli. Non possiamo rimanere indifferenti. Serve un forte impegno collettivo e una forte unità antifascista per mettere in sicurezza la nostra democrazia; non si tratta di limitare la libertà di manifestazione del pensiero, ma di difendere i diritti e principi fondamentali.

Il tema dei migranti viene taciuto o affrontato in modo aggressivo...

È una campagna violenta che si sta consumando sulla pelle degli ultimi attraverso speculazioni inaccettabili. Di fronte alle migrazioni, che sono un fenomeno globalizzato, serve un approccio totalmente diverso. L’articolo 10 della Carta riconosce il diritto d’asilo nel territorio del nostro Stato a chiunque fugge da situazioni di guerra o di dittatura o non si vede riconosciute le libertà fondamentali nel proprio Paese. Auspichiamo un sistema unico d’asilo europeo. L’Europa non può essere afona. Nel nostro programma parliamo di canali umanitari e di missioni di salvataggio. Vogliamo che si diffonda sempre di più il sistema di accoglienza rigoroso e integrato del modello Sprar già in uso in molti nostri Comuni; rispetto alle migrazioni non possiamo più adottare una logica emergenziale che spesso si presta a forme di speculazioni. Dal punto di vista legislativo, vogliamo abolire la Bossi-Fini perché aumenta l’irregolarità; è necessario, invece, introdurre un permesso di ricerca di lavoro e meccanismi di ingresso regolari e di controllo. Sul tema dell’immigrazione il Governo aveva una delega del Parlamento, avrebbe avuto la possibilità di intervenire ma non l’ha fatto, perché questo è un tema scomodo. Lo stesso Governo, invece, su tanti temi ha abusato delle decretazioni d’urgenza… Siamo assolutamente contrari alle politiche di Minniti che, tra il criterio dell’accoglienza controllata e la tortura denunciata dall’Onu nei campi di concentramento in Libia, preferisce la tortura per ridurre gli sbarchi. Infine, siamo per una legge sullo ius soli. La legislatura si è chiusa con una pagina molto triste evidenziata dai banchi vuoti del Senato che hanno fatto naufragare il progetto di legge. Questo la dice lunga sulla sensibilità dei parlamentari, anche del Partito Democratico e dei Cinque Stelle. Sono rimasti senza diritto di cittadinanza 800mila ragazzi e ragazze che di fatto sono già cittadini italiani. E anche a loro deve essere restituito ciò che fino ad oggi è stato tolto.

LUCIANO ZANARDINI 27 feb 2018 13:51