La Regione approva il Piano Cave bresciano
Il consiglio regionale ha dato a maggioranza il via libera al documento. Soddisfatta la maggioranza, critica e perplessa l'opposizione. Quali ricadute su un territorio già ferito?
Il consiglio regionale lombardo ha approvato ieri a maggioranza il Piano Cave della Provincia di Brescia che resterà in vigore fino all’approvazione di un nuovo piano redatto secondo le prescrizioni della legge regionale 20/2021. Il piano prevede la riduzione dei volumi estraibili dai 70 milioni di metri cubi del precedente piano risalente al 2005 a 42 milioni (di cui 11 di residui del precedente piano). Il nuovo documento esclude inoltre le cave in falda e spinge sul recupero ambientale delle vecchie cave. Ridotti da 53 a 38 gli ambiti estrattivi.
Il relatore Giorgio Bontempi (FdI) ha illustrato il lavoro svolto in Commissione Ambiente dove in oltre tre mesi sono stati ascoltati ben 48 stakeholders. ”Finalmente – ha commentato Bontempi - dopo anni di proroghe, diamo un nuovo assetto normativo all’attività estrattiva in un territorio fortemente interessato da questa attività economica. Abbiamo cercato di tenere conto sia delle esigenze degli operatori economici che del rispetto dell’ambiente e ci sembra che il risultato finale raggiunto sia assolutamente positivo.”
Nel corso del dibattito sono stati presentati 2 ordini del giorno dal Gruppo Italia Viva-Azione e 27 emendamenti di cui tre proposti dalla Lega, due da Forza Italia, quattro da Lombardia Migliore, due dal Movimento 5 Stelle e i rimanenti dal PD.Tra gli emendamenti presentati, l’Aula ha approvato quelli proposti dalla Lega relativi agli ambiti di Calcinato e Palazzolo sull’Oglio, mentre ha respinto quello relativo a Roncadelle. Approvati anche due emendamenti presentati dal gruppo Forza Italia relativi agli ambiti di Ghedi e Montirone.
Dei due ordini del giorno presentati da Massimo Vizzardi (Italia Viva-Azione) l’Aula ha approvato quello che incentiva il riuso delle materie di recupero riducendo i volumi di materiale vergine escavato. Il provvedimento è stato approvato con i voti della maggioranza e l’astensione del gruppo Italia Viva-Azione. Contrari Pd, Movimento5Stelle, Lombardia Migliore e Alleanza Verdi Sinistra, che. dopo avere stigmatizzato il fatto che la maggioranza dopo aver blindato il testo in Commissione abbia presentato alcuni emendamenti tendenti ad estendere alcuni ambiti estrattivi. hanno sottolineato le critiche al provvedimento adottato.
“Terra dei buchi è stata definita la nostra provincia – ha sottolineato Miriam Cominelli (PD) - e questo piano purtroppo lo conferma. Si sarebbero potute correggere le distorsioni contenute nel piano adottato dall’Amministrazione Provinciale; invece, i danni al territorio non potranno che aumentare visto che la superficie interessata dalle escavazioni aumenta di 500mila metri”.
Il Consigliere regionale Luca Ferrazzi, che ha chiesto lo stralcio di 4 siti estrattivi (3 ricadenti nel territorio tutelato dal Piano territoriale d’area della Franciacorta ubicati a Capriolo, Palazzolo sull'Oglio, Cazzago San Martino, Rovato, Paderno Franciacorta e uno nel Comune di Travagliato territorio devastato da una miriade di crateri e da numerose discariche), ha ricordato come nonostante il Piano Territoriale Regionale d'Area Franciacorta, approvato dalla stessa maggioranza nel 2017, fosse stato adottato come strumento di governance e programmazione territoriale per ridurre il del consumo di suolo, promuovere la rigenerazione urbana e la valorizzazione delle identità culturali e paesaggistiche per contrastare i processi in atto di banalizzazione del territorio e per proiettare le rilevanti potenzialità dell’area sugli scenari nazionali e internazionali”, con l’approvazione del nuovo Piano cave che ha mantenuto attivi 3 siti estrattivi in prossimità di vigneti Docg Franciacorta ,la Regione abbia smentito se stessa, autorizzando un indiscriminato consumo di suolo in un territorio che dovrebbe essere tutelato e valorizzato”. Infine – ha aggiunto Ferrazzi - è inammissibile, che nel Piano cave in discussione, non si sia neppure tenuto conto del “Rapporto Ambientale e Studio di Incidenza” della Provincia di Brescia che già nel 2021 aveva segnalato nei comuni di Travagliato, Capriolo, Palazzolo sull’Oglio, Cazzago San Martino, Rovato e Paderno Franciacorta una interferenza elevata con elementi di difesa del suolo e delle acque, una interferenza con elementi naturali paesaggistici nonché con gli insediamenti residenziali esistenti.
Di diverso tenore i commenti della maggioranza “In cinque mesi- ha dichiarato dichiara il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e relatore del Provvedimento, Giorgio Bontempi - siamo riusciti a portare a termine un lavoro complesso, grazie alla collaborazione dei funzionari della Commissione, dell’Assessorato, dei consiglieri regionali, unitamente agli Enti locali, alle Associazioni di categoria ed a tutti i portatori di interessi del territorio, concludendo la definizione del nuovo piano cave della Provincia di Brescia, che era fermo da ben 7 anni”.
Tutto ciò, secondo Bontempi, ha diverse ricadute dirette ed indirette: innanzitutto dare al territorio di Brescia un nuovo Piano cave significa anche porre dei freni al mercato dei materiali, che è schizzato ad un vertiginoso rialzo, impattando negativamente sugli appalti, sui lavori da eseguire e sugli stessi progetti del Pnrr, che risentono del caro prezzi, con difficoltà di reperibilità delle materie prime. La ripresa della capacità estrattiva, dopo un fermo di così tanti anni, consente quindi di disporre di nuovo materiale all’interno del territorio.