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Mozambico
di GIUSEPPE GRASSO 30 ago 2018 10:43

In cammino con gli occhi dei bambini

Grazie alla Fism, l’incontro con genitori e insegnanti in tante scuole dell’infanzia bresciane ha reso possibile il progetto Escolinha Seridò in Mozambico

“Il tempo è denaro qui in Africa non esiste. Ad ogni cosa che fai devi sempre dedicare tutto il tempo necessario”. Nelton Macamo ha 33 anni e, tra anacardi e gli ultimi pezzi di cocco donati per il viaggio da Mamma Lourdes, dispensa consigli misti a racconti nel suo buon italiano studiato durante gli anni di seminario. Bimbi sempre sorridenti corrono a piedi scalzi verso i loro sogni che prendono forma in scuole, a volte anche lontanissime. Donne stracolme di carichi sulla testa camminano con il portamento di regine lungo i km che dividono i villaggi. In Africa non c’è bisogno di nessun orologio. Contano solo la luce del giorno che devi sfruttare al massimo e il buio della notte che ogni sera lascia spazio al miracolo delle stelle. Don Piero Marchetti Brevi ha spento quest’anno le sue prime 12 candeline da missionario e ha accolto la mini delegazione bresciana nella comunità di Morrumbene, nella Provincia di Inhambane, una delle più belle del Paese. Si è persuasi dalla convinzione che il successo di una missione sia frutto di grandi idee partorite da visionari in grado di vivere il futuro con netto anticipo e di renderlo comprensibile ai più. Ma le idee, per donarle una forma, hanno bisogno di uomini coraggiosi che mettano in gioco dedizione, sacrificio e, soprattutto, una profonda fede. Il libro “Ai bambini piacciono le cose belle”, un progetto curato da Massimo Pesenti e dalla Fism di Brescia, ha permesso di costruire un ponte di sensibilità e solidarietà tra l’Italia e il Mozambico.

Per più di un anno, l’incontro con genitori ed insegnanti in tante scuole dell’infanzia bresciane, parlando di bambini, diritti ed educazione, ha reso possibile il progetto Escolinha Seridò. Una scuola vera, che sa accogliere i suoi bambini e garantire una continuità ai suoi educatori. Sembra incredibile come possano essere numerose le classi di bambini in Mozambico: un ordine sociale invertito rispetto alla nostra società stanca che sta invecchiando sempre di più. Nella missione, Don Piero ha raccolto il testimone di Don Bruno Moreschi rendendo la sua sfida della solidarietà il tentativo di costruzione di una nuova responsabilità: così, prendono vita non solo le numerose scuole dell’infanzia ma anche una falegnameria, una scuola di taglio e cucito e un corso di informatica. Un cantiere di idee, sogni ma soprattutto progetti concreti fatti di terra e calcestruzzo che vanno ad arricchire una giornata già densa di suo che inizia la mattina molto presto e si riempie man mano di imprevisti che possono portarti anche centinaia di km di distanza per riuscire a recuperare anche un solo documento. Giornate ordinate solo dalla preghiera della liturgia delle ore e da messe che durano per ore tra canti, balli e la gioia di un incontro che ha il sapore e l’essenza di una vera festa.

A volte ci vuole un intero serbatoio di benzina prima che si riesca a riordinare le idee, soprattutto se hai fatto il pieno di emozioni lungo le curve di una missione. L’Africa ti insegna a camminare su sentieri di verità in un mondo che sta imboccando troppo spesso la strada della vanità. A sentire l’essenza persino dell’inutile, in una società che percepisce solo l’utile. Un popolo in cammino pieno di anime gentili e ricche di sorrisi: prima ancora del cibo, è un popolo che ha fame di un futuro che al momento non è ancora frastornato dalla bulimia del superfluo. Ci restano gli occhi puliti di coloro ai quali abbiamo sorriso o semplicemente incrociato lo sguardo. Con quel profondo senso di sollievo nel non dover essere per forza “qualcosa di più”. Obrigada (Grazie) Mamma Africa!

GIUSEPPE GRASSO 30 ago 2018 10:43