Obolo di San Pietro: 58 milioni raccolti, 75 spesi
Nel 2024 l’Obolo di San Pietro ha raccolto 58 milioni di euro, sostenendo 239 progetti in 66 Paesi e contribuendo alla missione caritativa e pastorale del Papa. Il Rapporto annuale sottolinea trasparenza, corresponsabilità ecclesiale e attenzione ai più fragili, con interventi concreti nei cinque continenti

“Vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono”. Le parole di Papa Leone XIV, pronunciate l’8 maggio, aprono il Rapporto annuale 2024 dell’Obolo di San Pietro e offrono la sintesi di una storia di solidarietà che unisce le Chiese di tutto il mondo. I dati fotografano una realtà fatta di numeri ma soprattutto di volti e storie: le entrate complessive nel 2024 sono state pari a 58 milioni di euro, mentre le uscite hanno raggiunto i 75,4 milioni. La maggior parte delle donazioni – 54,3 milioni di euro – proviene dalla colletta annuale delle parrocchie nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, dalle offerte dirette e dai lasciti testamentari. Nel dettaglio, il 59% delle risorse arriva dalle diocesi (31,8 milioni), il 22% da fondazioni (12,2 milioni), il 16% da privati (8,9 milioni) e il 3% da istituti religiosi (1,4 milioni). Tra i Paesi più generosi si confermano gli Stati Uniti d’America, con 13,7 milioni di euro (25,2%), seguiti dalla Francia (8 milioni, 15%) e dall’Italia (2,8 milioni, 5,2%). Questa geografia della generosità si arricchisce del contributo di Brasile, Germania, Corea, Messico, Irlanda, Spagna, Colombia e numerosi altri Paesi, a testimonianza di un respiro davvero universale.
Progetti e aree di intervento
La raccolta ha permesso di sostenere concretamente la missione caritativa e pastorale del Santo Padre: nel 2024 sono stati finanziati 239 progetti in 66 Paesi, per un totale di 13,3 milioni di euro destinati a iniziative di assistenza diretta ai più bisognosi. “Il Santo Padre si prodiga per offrire assistenza materiale ai Paesi in via di sviluppo ed alle popolazioni colpite da guerre – si legge nel Rapporto -, nonché per sostenere, a vario titolo, la presenza evangelizzatrice di parrocchie, diocesi ed istituti religiosi che versano in situazione di particolare necessità”. I progetti sostenuti si suddividono in tre grandi aree: estensione della presenza evangelizzatrice (41% dei fondi, pari a 5,5 milioni di euro), progetti sociali (33%, pari a 4,3 milioni) e sostegno alle Chiese locali in situazioni di necessità (26%, pari a 3,5 milioni). Gli interventi spaziano dalla costruzione di chiese e centri di formazione alla realizzazione di ostelli per ragazze, fabbricati per la riabilitazione di persone con disabilità, progetti sanitari, sostegno a università cattoliche, riparazione di monasteri e ristrutturazione di dormitori. L’Africa si conferma il continente più sostenuto, con il 43% delle risorse (5,7 milioni), seguita dall’Europa (25%, 3,3 milioni), dall’Asia (17%, 2,3 milioni), dall’America (14%, 1,9 milioni) e dall’Oceania (1%, 0,1 milioni). In Europa, in particolare, sono state erogate borse di studio per sacerdoti, seminaristi e religiosi provenienti da Africa, America Latina e Asia e sono stati devoluti aiuti umanitari alla popolazione ucraina. La scelta di destinare risorse anche attraverso il patrimonio del Fondo (16,5 milioni) e i proventi finanziari (3,7 milioni) garantisce continuità agli interventi e capacità di risposta alle emergenze.
Trasparenza e missione apostolica
Oltre ai progetti di carità e sviluppo, il Fondo Obolo ha contribuito per 61,2 milioni di euro alle attività della Santa Sede a servizio della missione apostolica del Santo Padre, coprendo il 17% delle spese complessive per il 2024 (pari a 367,4 milioni). La destinazione delle risorse è ampia e articolata: “sostegno alle Chiese locali in difficoltà e specifici contesti di evangelizzazione” (24,4 milioni), “diffusione del messaggio” (7,6 milioni), “servizio alla carità” (6,2 milioni), “culto ed evangelizzazione”, “organizzazione della vita ecclesiale”, “patrimonio storico”, “istituzioni accademiche”, “sviluppo umano”, “vita e famiglia”, “educazione, scienza e cultura”. Il Rapporto evidenzia che “il Santo Padre, attraverso i dicasteri della Santa Sede, ha donato 37,3 milioni per opere caritative (di cui 6,2 milioni finanziati dall’Obolo) che, insieme ai 13,3 milioni per progetti di assistenza diretta, ammontano a un totale di 50,6 milioni destinati ad opere di carità”. La trasparenza nella gestione, la rendicontazione attenta e il riferimento costante al mandato evangelico restano al centro dell’impegno della Chiesa universale. Il cammino dell’Obolo nel 2024 si conferma segno di una Chiesa che “cerca sempre la carità” e non si stanca di essere accanto a chi soffre e ha bisogno di speranza.
@Foto Calvarese/Sir
