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Roma
di STEFANO DE MARTIS - GIANNI BORSA 22 lug 2022 06:43

Al voto il 25 settembre. L'Europa è preoccupata

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Il Governo ha indicato la data del ritorno alle urne. Le reazioni internazionali alle dimissioni di Mario Draghi

Si vota il 25 settembre, dunque. Lo scioglimento delle Camere era “inevitabile” per la situazione politico-parlamentare che si è determinata, ma il governo, sia pur con le limitazioni istituzionalmente previste in questi casi, può e deve provvedere comunque ad alcuni interventi urgenti e indispensabili. Per questo occorre che “pur nell’intensa, e a volte acuta, dialettica nella campagna elettorale, vi sia da parte di tutti un contributo costruttivo nell’interesse superiore dell’Italia”.

È questo il messaggio esigente del Capo dello Stato al termine di una giornata che aveva visto al mattino la conferma delle dimissioni da parte di Mario Draghi, dopo i fatti del Senato, e nel pomeriggio l’incontro con i presidenti dei due rami del Parlamento come richiede l’art.88 della Costituzione nell’eventualità della fine anticipata della legislatura.

In una dichiarazione resa dopo la firma del decreto di scioglimento, controfirmato dallo stesso Draghi (in carica per gli “affari correnti”), il Presidente della Repubblica ha ripercorso i passaggi principali della crisi e ha spiegato le ragioni della decisione che è stato costretto ad assumere. “Lo scioglimento anticipato del Parlamento – ha affermato Sergio Mattarella – è sempre l’ultima scelta da compiere, particolarmente se, come in questo periodo, davanti alle Camere vi sono molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del nostro Paese. Ma la situazione politica che si è determinata ha condotto a questa decisione. La discussione, il voto e le modalità con cui questo voto è stato espresso ieri al Senato hanno reso evidente il venir meno del sostegno parlamentare al governo e l’assenza di prospettive per dar vita a una nuova maggioranza. Questa condizione ha reso inevitabile lo scioglimento anticipato delle Camere”. “Il governo ha presentato le dimissioni – ha aggiunto il Capo dello Stato – e nel prenderne atto ho ringraziato il presidente del Consiglio Mario Draghi e i ministri per l’impegno profuso in questi diciotto mesi”.

A questo punto Mattarella ha introdotto il tema accennato in apertura. Anche in caso di scioglimento delle Camere, ha ricordato il Presidente della Repubblica, il governo “dispone comunque di strumenti per intervenire sulle esigenze presenti e su quelle che si presenteranno” fino all’insediamento del nuovo governo determinato dal voto degli elettori.

“Ho il dovere di sottolineare – ecco lo snodo cruciale del ragionamento del Capo dello Stato – che il periodo che attraversiamo non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale e, in particolare, dell’aumento dell’inflazione che, causata soprattutto dal costo dell’energia e dei prodotti alimentari, comporta pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese. Interventi indispensabili, dunque, per fare fronte alle difficoltà economiche e alle loro ricadute sociali, soprattutto per quanto riguarda i nostri concittadini in condizioni più deboli. Indispensabili per contenere gli effetti della guerra della Russia contro l’Ucraina sul piano della sicurezza dell’Europa e del nostro Paese. Indispensabili per la sempre più necessaria collaborazione a livello europeo e internazionale”. Il Presidente della Repubblica ha indicato poi altre due questioni fondamentali: l’“attuazione nei tempi concordati del Piano nazionale di ripresa e resilienza, cui sono condizionati i necessari e consistenti fondi europei di sostegno” e “il dovere di proseguire nell’azione di contrasto alla pandemia, che si manifesta tuttora pericolosamente diffusa”.

In serata si è riunito il Consiglio dei ministri ed è stata fissata la data delle elezioni che secondo la Costituzione devono svolgersi entro settanta giorni dallo scioglimento delle Camere. “Ci sarà ancora tempo per i saluti, ora rimettiamoci al lavoro”, ha detto Draghi ai ministri ringraziandoli per “la dedizione, la generosità e il pragmatismo” dimostrati in questi mesi. “Dobbiamo essere molto orgogliosi” di quanto abbiamo fatto “al servizio dei cittadini”, ha tenuto a sottolineare. Italia sorvegliata speciale. Per una crisi percepita – a seconda dei casi – incomprensibile, pericolosa, addirittura irresponsabile. Il mancato sostegno al Governo Draghi, personalità unanimemente stimata in Europa e oltre, tiene banco sui media internazionali, così pure nelle stanze del potere a Berlino come a Parigi, a Londra, Varsavia, Madrid. Nonché a Kiev e a Mosca.
A Bruxelles si respira aria greve. La fiducia nell’Italia fa un gran passo indietro riportando il Paese a tempi passati. Resta intatta in tutta l’Ue l’autorevolezza del presidente Mattarella, ma non basta. Perché le cinque (almeno) crisi in atto – bellica, sanitaria, economica, energetica e alimentare – richiedono stabilità politica e visioni/progetti di lungo periodo, oltre al rispetto degli accordi assunti in sede europea. Non va dimenticato infatti, che l’Europa assegna all’Italia oltre 200 miliardi per il Pnrr delle riforme e della ripresa, considerando garante lo stesso Mario Draghi. Che però, ora, appare di fatto depotenziato e fuori gioco.
Mentre l’entourage di Putin esulta per il terremoto politico di Roma, così come aveva fatto per la débâcle del britannico Johnson, a Bruxelles ci si domanda se – tra campagna elettorale e prossimo ipotetico governo – l’Italia saprà rispettare gli impegni presi con i partner europei e con l’Ucraina, vittima dell’invasione russa.

Paolo Gentiloni, titolare Ue all’economia, ha dato voce alle preoccupazioni di Palazzo Berlaymont, sede della Commissione: la caduta dell’esecutivo guidato da Draghi “può provocare una tempesta perfetta”. Salvo poi provare a medicare la ferita: “Ora è il tempo di voler bene all’Italia: ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese”. Dai leader di altri Stati si tende a rispettare la situazione politica interna italiana, benché il premier spagnolo Sanchez abbia apertamente sostenuto la figura del premier, già presidente della Banca centrale europea, in grado – secondo lui – di salvare l’euro dopo la crisi finanziaria del 2008.

Più espliciti invece i giornali esteri. Le Figaro, espressione dei conservatori francesi, parla di “un dramma di potere in più atti che va in scena da diversi giorni a Roma”.
Sullo spagnolo El Pais l’analisi politica della crisi in corso porta questo titolo: “Italia, un altro incendio nell’estate infernale dell’Ue” e il sottotitolo spiega di quale incendio si tratti“Il Paese transalpino entra in una giungla oscura di potenziale instabilità prolungata e inefficienza del governo”. Mentre un commento sulla stessa testata afferma: “Bruxelles teme che l’Italia diventi il tallone d’Achille dell’Ue contro la Russia”. Ancora più specifico l’articolo in cui si legge: “La caduta di un Governo in Italia è un fenomeno così comune che a Bruxelles di solito passa inosservato (durano in media 13 mesi dalla seconda guerra mondiale). Ma la cacciata del premier Draghi arriva in un momento di enorme tensione geostrategica”.

La musica non cambia guardando oltre oceano. Per il New York Times il “caos politico” tricolore è commentato così: “Il governo Draghi cade a pezzi, ritorna in Italia la politica turbolenta”. Anche il Financial Times vede profilarsi problemi su vasto raggio.

Non risparmia nulla Politico.eu, sito frequentatissimo a Bruxelles e nelle capitali europee, che tratteggia cupe previsioni: “Le dimissioni di Draghi porteranno quasi sicuramente a elezioni anticipate in autunno, che farebbero precipitare l’Italia in mesi di agitazione”. E ancora: “L’uscita del 74enne ex presidente della Bce priva l’Ue di uno dei suoi leader più esperti in un momento critico, con l’inflazione che galoppa e la guerra che impazza ai confini”.
Critiche poi le osservazioni sul populismo di alcuni partiti italiani, possibili candidati a guidare Palazzo Chigi, sollevate dalle testate tedesche Welt e Die Zeit. Restando in Germania, il portale di informazione Rnd.de titola “Un brutto segno per tutta Europa” che apre con la foto di Salvini che in centro a Mosca indossa una maglietta pro Putin. Nel suo commento, Matthias Koch afferma: “I tre precedenti partiti di governo – senza Draghi – ora vogliono intraprendere un percorso diverso, che si adatta meglio alla Russia. […] L’attuale unità nell’Ue e nella Nato, ammirata a livello mondiale, probabilmente finirà in un governo senza Draghi: Mosca potrebbe mettere un piede in entrambe le istituzioni passando per Roma”. Parole pesanti, persino ingenerose per il nostro Paese, ma significative di un pensiero strisciante, più o meno velato, in giro per l’Europa.

STEFANO DE MARTIS - GIANNI BORSA 22 lug 2022 06:43