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Brescia
di RICKY BARONE 20 lug 2016 00:00

Capossela infiamma piazza Loggia

Una Piazza entusiasta, piena per metà, innamorata di un cavallo di razza come Capossela, impegnato quest’estate nel Polvere Tour 2016, partito il 28 giugno a Roma

La presenza di Vinicio Capossela a Brescia è ormai un appuntamento tradizionale, e per questo a lui, per il concerto di martedì 19 Luglio, viene riservata la classica Piazza Loggia, dopo il positivo collaudo del nuovo spazio per concerti bresciano a Campo Marte. Una Piazza entusiasta, piena per metà, innamorata di un cavallo di razza come Capossela, impegnato quest’estate nel Polvere Tour 2016, partito il 28 giugno a Roma all’Auditorium Parco della Musica e destinato a percorrere fino a Settembre tutta la penisola. Inevitabile in questo concerto il richiamo massiccio al suo ultimo ed originale disco “Le canzoni della Cupa”, pubblicato lo scorso Maggio, disco doppio costituito dal primo album (“Polvere”) dedicato al tempo estivo e dal secondo (“Ombra”) rivolto invece alla stagione invernale.

Ed è appunto al disco “Polvere” che si riferisce questo tour, nel quale trovano naturalmente posto anche alcuni tra i numerosi classici della sua discografia. Vinicio è artista di rango, che nel corso della sua carriera ha vissuto diverse fasi musicali, muovendosi però sempre attraverso piccoli passi, che hanno direzionato la sua musica da una sorta di songrwriting notturno e alcolico, tanto per citare qualcuno alla Tom Waits, fino all’ultimo lavoro che è immerso in maniera pregnante nel mondo folclorico, da lui per altro sempre frequentato, sia musicalmente sia come approccio culturale. “Le canzoni che affondano nei solchi di questo doppio disco sono canzoni forti e contorte come le radici - ha scritto Capossela a proposito di questo nuovo tour - Il concerto che ne ricaveremo sarà un concerto radicale. Radicale nei timbri, nel repertorio e nella formazione. Doppio è il disco e doppio il concerto. All’aria aperta, nella stagione calda, il concerto denominato “Polvere”. Nel chiuso dei teatri, nell’autunno, il concerto denominato “Ombra”. La sostanza della Polvere sarà di timbri forti, marcati e netti che uniscano in forma di quadri, anzi di stasimi, come nella tragedia greca, i blocchi di cui è costituita la materia emotiva del concerto: e cioè l’ancestrale, l’arcaico, il folk, la serenata, la ballata, la frontiera, la fiesta y feria, e la mitologia.” Queste le parole del cantautore nativo di Hannover, un tipo che ama coinvolgere e anche sconvolgere, ed è probabilmente anche per questo effetto sorpresa che ogni suo concerto è sempre molto atteso da schiere sempre più numerose ed eterogenee di fans. E così, su un palco addobbato in maniera agreste, il solenne mietitore Vinicio ha saputo catturare fin da subito il pubblico. Il concerto è iniziato con un sottofondo di campane e campanelle, ululati, muggiti sempre crescenti, fumo, con i musicisti “armati” di falci prima che degli strumenti musicali, un contesto caotico tipico di Capossela. Un caos organizzato però, con la banda, guidata dal chitarrista di Nave Alessandro “Asso” Stefana, da diversi anni ormai stretto collaboratore di Vinicio, ad assecondare le geniali follie dell’istrionico cantautore. La prima parte del concerto ha visto scivolare una dietro l’altra le canzoni dell’ultimo album, già memorizzate dal pubblico delle prime file. Ottima la band, che ha saputo alternare il folk caposseliano a inserti più ritmici, con le cupe a spingere e la voce potente di Enza Pagliara di supporto al capomastro. Il primo scatto della serata è coinciso con “Nachecici” canzone del grande Matteo Salvatore, che ha in un certo senso cambiato il ritmo alla serata, da quel momento diventata più calda e coinvolgente.

Sempre in primo piano naturalmente Capossela, maestro del trasformismo e abile nel tenere vivo il pubblico, con le canzoni, con il cambio frequente degli strumenti (chitarre, tastiere, fisarmonica e naturalmente voce) e con i suoi originali travestimenti. La parte finale, quella dei bis, è stata prevedibilmente la più trascinante, con il pubblico a improvvisare balli di piazza e la band sempre più a ruota libera, con momenti di divertimento e di sana follia. Il finale, dopo tanto entusiasmo, è stato magico, toccante e raccolto, come una preghiera. Vinicio Capossela ha voluto ricordare il dolore di questi giorni associandolo al dolore vissuto decenni fa in questa stessa piazza, intonando il suo capolavoro “Ovunque proteggi”, che è più alta di una canzone, è un brano che accende il cuore, mette in moto la grazia e spinge ad abbracciarsi e a scambiarsi “un segno di pace vera”. E’ solo “L’uomo vivo” con la sua gioia, che può configgere il male, che è “non saper riconoscere l’altro oltre se stessi”. Lacrime e applausi per un concerto che ha confermato l’unicità delle canzoni di Capossela (uno dei maggiori talenti musicali italiani) ma anche la sua straordinaria umanità.
RICKY BARONE 20 lug 2016 00:00